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Il gas russo all’Europa attraverso l’Ucraina è giunto al capolinea?

Nel dicembre 2019 Mosca e Kiev firmarono un accordo quinquennale a lungo termine per il transito del gas russo attraverso l’Ucraina: 45 miliardi di metri cubi nel 2020 e 40 mmc all’anno nel 2021-2024

La Russia sta continuando a pompare gas naturale in Europa attraverso la zona di guerra in Ucraina… ma perché?

DOVE VA IL GAS RUSSO?

Il gasdotto Urengoy-Pomary-Uzhgorod dell’era sovietica trasporta gas dalla Siberia occidentale attraverso Sudzha, nella regione russa di Kursk. Quindi scorre attraverso l’Ucraina in direzione della Slovacchia. Qui il gasdotto si divide: uno dei rami va nella Repubblica Ceca, l’altro in Austria. I principali acquirenti di gas sono Ungheria, Slovacchia e Austria.

Nel 2023 attraverso la stazione di pompaggio di Sudzha sono stati forniti circa 14,65 miliardi di metri cubi di gas, pari a circa la metà delle esportazioni russe in Europa. Il consumo di gas dell’Unione europea lo scorso anno è sceso a 295 mmc.

Sudzha, appena oltre il confine con l’Ucraina, è il punto di misurazione del gas di Gazprom e si trova al centro di intense battaglie tra le forze ucraine e russe. Non è chiaro chi controlli la città.

QUANTO GAS RUSSO ARRIVA ALL’UNIONE EUROPEA?

Prima della guerra in Ucraina del 2022 – spiega l’agenzia Reuters -, la Russia forniva poco meno della metà del gas dell’Unione europea. Nel frattempo, però, l’Europa si è allontanata dal gas russo, mentre gli attacchi – ancora inspiegabili – ai gasdotti Nord Stream hanno ridotto le forniture russe. Il combustibile di Mosca è stato sostituito dalle importazioni di GNL: gli Stati Uniti hanno aumentato la loro fetta del mercato del gas in Ue a 56,2 mmc nel 2023, dai 18,9 mmc del 2021, mentre la Norvegia ha aumentato la sua quota.

LE ESPLOSIONI AI GASDOTTI NORD STREAM

Nessuno si è assunto la responsabilità delle esplosioni dei gasdotti Nord Stream del settembre 2022, avvenute al largo dell’isola danese di Bornholm e che ruppero 3 delle 4 linee del sistema che trasporta il gas russo in Europa. Mosca afferma che dietro le esplosioni ci sono gli Stati Uniti e la Gran Bretagna, ma non ha presentato delle prove. Il New York Times e il Washington Post hanno riferito che dietro l’attacco c’era l’Ucraina, che ha ripetutamente negato il coinvolgimento.

La Russia nel 2022, tramite varie rotte, ha fornito un totale di circa 63,8 miliardi di metri cubi di gas all’Europa. Quel volume nel 2023 è diminuito del 55,6%, a 28,3 miliardi di metri cubi. Al loro picco nel 2018-2019, i flussi annuali verso la regione europea hanno raggiunto tra i 175 e i 180 miliardi di metri cubi.

PERCHÉ LA RUSSIA INVIA ANCORA GAS ATTRAVERSO L’UCRAINA?

Circa la metà delle esportazioni di gas della Russia verso l’Europa passa attraverso l’Ucraina. Le ragioni principali sono soldi e storia. Gazprom – che detiene circa il 16% delle riserve globali di gas e impiega quasi mezzo milione di persone – un tempo era uno degli imperi aziendali più potenti della Russia, così potente da essere noto come “uno Stato nello Stato”. Il gigante energetico è però sprofondato in tempi difficili a causa della perdita del mercato europeo del gas.

Gazprom nel 2023 ha subito una perdita netta di 629 miliardi di rubli, la sua prima perdita annuale in oltre 20 anni, in mezzo al calo del commercio di gas con l’Europa, un tempo il suo principale mercato di vendita. Anche l’Ucraina, un tempo parte integrante dell’Unione Sovietica, guadagna denaro dal transito. 

IL TRANSITO DI GAS PROSEGUIRÀ?

Nel dicembre 2019 Mosca e Kiev firmarono un accordo quinquennale a lungo termine per il transito del gas russo attraverso l’Ucraina: 45 miliardi di metri cubi nel 2020 e 40 miliardi di metri cubi all’anno nel 2021-2024. L’accordo sul transito scadrà a dicembre 2024 e Kiev ha già dichiarato di non avere intenzione di estenderlo o di concludere un nuovo accordo.

Il mese scorso le agenzie di stampa statali russe, citando il vice primo ministro Alexander Novak, hanno affermato che Mosca è pronta a continuare le forniture di gas all’Europa attraverso l’Ucraina dopo la scadenza dell’attuale accordo. A maggio 2022 l’Ucraina ha smesso di ricevere gas di transito attraverso la stazione di Sokhranovka, con una capacità di 30 milioni di metri cubi al giorno, citando la forza maggiore e proponendo di trasferire tutti i volumi di transito a Sudzha. L’unica altra rotta operativa del gasdotto verso l’Europa è il Turkstream, che corre sotto il Mar Nero.

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