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Il Tar Lazio accoglie il ricorso sulle aree idonee: bocciato (in parte) il Dm Mase. Che farà Pichetto?

Con l’annullamento di parte del Decreto aree idonee si dispone la riformulazione da parte del MASE. Il ministro: mi riserva di approfondirlo nella giornata di oggi e valutare quelle che sono le azioni da percorrere di adeguamento e di valutazione da parte del Governo

Arriva la bocciatura parziale da parte del Tar Lazio per il decreto aree idonee, il provvedimento entrato in vigore a luglio dello scorso anno, con il quale il ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica doveva fare chiarezza sulle aree da destinare o meno agli impianti eolici e fotovoltaici, Ma che fin dagli esordi ha visto prima una serie di rimpalli tra Mase e Regioni per poi lasciare a queste ultime le decisioni più importanti sulla questione.

LA SENTENZA DEL TAR LAZIO: DEFICIT DI SPECIFICITÀ NEI CRITERI DI INDIVIDUAZIONE DELLE AREE NON IDONEE

“La previsione dei criteri per la individuazione delle aree non idonee sconta” un “deficit di specificità”. Per questo “al netto delle previsioni inerenti alle aree non idonee ope legis, alle aree che possono essere dichiarate non idonee in relazione al perimetro dei beni paesaggistici (…) e alla possibilità di prevedere fasce di rispetto differenziate per i beni sottoposti a tutela (disposizione che, peraltro, sconta ulteriori e specifici vizi di legittimità, come esposto in precedenza), manca l’individuazione di criteri tecnici di tipo oggettivo, correlati ad aspetti strettamente inerenti alla tutela dell’ambiente, del paesaggio e del patrimonio artistico-culturale, idonei a guidare le Regioni nell’esercizio delle attribuzioni ad esse spettanti in subiecta materia”, si legge nero su bianco nella stenza del Tar Lazio che dà ragione alle censure avanzate dall’ANEV, l’Associazione che si occupa di eolico in Italia, relativamente all’emanazione del DM Aree Idonee

“Così, ad esempio, non sono stati previsti criteri di valutazione tarati sulla tipologia di fonte rinnovabile e/o sulla taglia dell’impianto, non sono stati previsti criteri per valutare le situazioni di concentrazione di impianti FER nella medesima area ovvero di interazione con altri progetti o programmi, né sono stati previsti criteri per apprezzare adeguatamente specifiche aree, quali i siti Rete Natura 2000, le aree naturali protette, quelle caratterizzate da dissesto e/o rischio idrogeologico, ecc”, si legge ancora nella sentenza. Che aggiunge: “Peraltro, riconoscere alle Regioni delle facoltà indicate dall’articolo 7, comma 2, del d.m. del 21 giugno 2024 non equivale a fornire alle stesse i criteri applicativi necessari per dare attuazione ai principi e criteri direttivi specifici individuati nella legge delega e riprodotti anche nell’articolo 20, comma 3, del d.lgs. n. 199/2021. Non risultano, quindi, legittimamente declinati i principi e i criteri direttivi specifici sanciti dall’articolo 5, comma 1, lett. a) e b), della legge n. 53/2024, con la conseguenza che le previsioni dell’articolo 7, commi 2 e 3, del gravato decreto ministeriale risultano illegittime per violazione dei parametri di legittimità invocati dalla Associazione ricorrente”.

ESULTA ANEV CHE AVEVA PRESENTATO RICORSO

Esulta l’Anev che tra le prime aveva censurato il provvedimento: “Finalmente pubblicata la sentenza del TAR Lazio che dà ragione alle censure avanzate dall’ANEV relativamente all’emanazione del DM Aree Idonee. In data odierna, dopo una lunga attesa, il TAR Lazio ha accolto molti dei motivi di ricorso dell’ANEV, e annulla l’articolo 7, commi 2 e 3, del decreto ministeriale del 21 giugno 2024 con obbligo, per le amministrazioni ministeriali resistenti, di rieditare i criteri per la individuazione delle aree idonee e non idonee alla installazione di impianti a fonti rinnovabili”, ha scritto la stessa Anev in una nota.

ORA SPETTA AL MASE RIFORMULARE IL DECRETO CON CRITERI OMOGENEI PER TUTTE LE REGIONI

“In sostanza sono stati riconosciuti come validi i motivi che l’ANEV aveva anche pubblicamente segnalato come fortemente lesivi della libera attività imprenditoriale degli operatori da Fonti Rinnovabili e quindi annulla parte del Decreto e ne dispone la riformulazione da parte del MASE nel rispetto dei criteri che l’ANEV aveva segnalato. Infatti il DM riformulato dovrà contenere elementi di omogeneità per le varie Regioni, l’ANEV aveva fortemente contestato la troppa delega lasciata alle stesse, nonché dovranno essere tenuti da conto i criteri di legge già definiti, che invece le Regioni potevano decidere di applicare o meno”, prosegue la nota.

IN 60 GIORNI LE REGIONI DOVRANNO RIMODULARE I PROPRI PROVVEDIMENTI A VALLE DEL NUOVO DECRETO

“Da un punto di vista formale il TAR Lazio, con sentenza n. 9155 del 13 maggio 2025, ha indicato in 60 i giorni dalla notifica della sentenza per dare attuazione ai criteri da seguire e le stesse Regioni a loro volta dovranno rimodulare i propri provvedimenti a valle del nuovo Decreto. L’ANEV nell’esprimere apprezzamento per la conferma delle proprie censure rappresentate nel ricorso e largamente accolte dal Giudice Amministrativo, non può che constatare con rammarico come il settore sia spesso attraversato da provvedimenti che poi vengono dichiarati illegittimi con grave danno per le aziende del settore, ma ancor più per il ritardo nel raggiungimento della transizione energetica in corso”, ha concluso la nota Anev.

PICHETTO: MI RISERVO DI APPROFONDIRE LA QUESTIONE E VALUTARE AZIONI DA PERCORRERE

“La sentenza annulla parzialmente il decreto che avevamo di concerto con gli altri ministeri, dicendo che le aree non idonee non esistono le aree che sono previste per legge non possono essere limitate e ridotte. Faccio un esempio: le aree di cava, le aree industriali queste comunque devono essere aree idonee alla produzione di energia. Naturalmente con la riserva di approfondirlo nella giornata di oggi e valutare quelle che sono le azioni da percorrere di adeguamento e di valutazione da parte del Governo”. Così il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica Gilberto Pichetto Fratin commentando a Rainwes24 la sentenza del TAR sul decreto aree idonee.

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