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Il flop delle gare gas, le novità di Mase e Arera e l’esempio di Italgas

In attesa di conoscere i nuovi criteri di gara per il settore gas, Italgas ha creato un campione europeo della distribuzione dopo la fusione con 2i Rete gas, mentre Acea ha lanciato una newco

Dopo ritardi cronici nel settore, gare che non hanno funzionato, e timidi segnali di un mercato sano grazie alle acquisizioni, dovrebbero arrivare a breve, i nuovi criteri di gara per il settore gas, in particolare per le valutazioni delle offerte per l’affidamento dei servizi di distribuzione gas tramite Atem.

NUOVI CRITERI DI GARA PER IL SETTORE GAR ATTESI A BREVE

Nella riunione del Collegio del 27 maggio Arera ha infatti approvato il “rilascio di parere al Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, ai sensi dell’articolo 46-bis, comma 1, del decreto-legge 1° ottobre 2007, n. 159, convertito con modificazioni dalla legge 29 novembre 2007, n. 222 e dall’articolo 6, comma 4, della legge 5 agosto 2022, n. 118” che riguardano le norme relative all’aggiornamento dei criteri per le gare gas, di cui si attende la pubblicazione. E su cui il Mase ha lavorato a lungo.

RIUNIONE ARERA 1341

LE PAROLE DI PICHETTO FRATIN: ACCELEREREMO ITER GARE E STUDIEREMO MISURE PER RIVEDERE L’ATTUALE MODELLO

Il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica Gilberto Pichetto Fratin nel corso del Question Time alla Camera dello scorso 9 ottobre, proprio sulla disciplina dei settori della distribuzione del gas, confermava che “il numero sempre maggiore di contenziosi insieme all’eccessiva regolazione del settore hanno portato all’aggiudicazione definitiva di pochissime gare d’ambito da parte degli Ambiti Territoriali Minimi (cd. ATEM), ad oggi 172, individuati con il DM del 19 gennaio 2011”.

Aggiungendo che “la revisione del contesto normativo, in via di definizione, intende, fra l’altro, aggiornare i criteri di valutazione degli interventi di innovazione tecnologica, nonché introdurre importanti elementi di coordinamento fra i criteri di valorizzazione degli interventi e gli obiettivi di ottimizzazione e razionalizzazione nell’utilizzo delle risorse energetiche. L’intento è quello di accelerare l’iter delle gare”. Mentre con riferimento alla revisione del numero degli ATEM, si rappresentava che, “a livello tecnico, sono allo studio misure volte a rivedere l’attuale modello di sistema anche in considerazione dei nuovi sviluppi tecnologici”.

NEGLI ULTIMI 20 ANNI BANDITE POCO PIU’ 30 GARE, MA POCHISSIME SI SONO CONCLUSE

La situazione che si è trascinata negli ultimi 20 anni è al limite del grottesco: sono state bandite poco più di 30 gare e solo in sette casi si sono concluse mentre l’assegnazione è avvenuta in tre casi. Le ultime gare in corso sono degli Ambiti Cuneo 1/2 e Como 3, per un importo complessivo che supera i 500 milioni di euro bandite a dicembre scorso.

PAESE DIVISO ATTUALMENTE IN 177 ATEM

Per garantire le gare il territorio nazionale è stato diviso in 177 Ambiti Territoriali Minimi (ATEM) ciascuno oggetto di gara unica e reti gestite da un unico operatore a cui trasferire la proprietà degli impianti previa corresponsione ai gestori uscenti di un valore di rimborso.

GLI OSTACOLI: ACCESSO ALLE INFORMAZIONE, INCERTEZZE SU ELEMENTI OFFERTE, DIFFICOLTA’ PROCEDURALI E ECCESSIVA FRAMMENTAZIONE DEL TESSUTO DISTRIBUTIVO

A incidere in questi anni sul mancato bando si sono intrecciati vari fattori, che vanno dagli ostacoli all’accesso delle informazioni all’incertezza su alcuni elementi dell’offerta o a difficoltà procedurali come l’analisi costi-benefici. Senza dimenticare l’eccessiva frammentazione del tessuto imprenditoriale distributivo: in Italia si possono contare oltre 200 imprese attive nel settore, un fattore che rende il mercato troppo frastagliato, con piccoli operatori spesso inefficienti, i cui costi finiscono per ripercuotersi sul sistema generale: un elemento assente, invece, in altri paesi dove a farla da padroni sono in campioni nazionali in grado di assicurare portafogli più ampi per gli investimenti, maggiore solidità e competenze nello svolgimento delle gare. Basta guardare alla Francia dove la principale operatore è Gaz de France Suez (oggi Engie) ma per il resto sono presenti altre 24 compagnie, alcune di esse di dimensioni importanti come Edf, TotalEnergies, Endesa e così via. Insomma, per un paese come l’Italia, con 7/10 operatori e la migliore efficienza, il costo per il cliente finirebbe per essere minore in bolletta.

IN ITALIA QUALCOSA SI MUOVE PER CREARE CAMPIONI NAZIONALI: L’ESEMPIO DI ITALGAS

In Italia qualcosa si sta muovendo grazie alla recente fusione da 5,3 miliardi tra Italgas e 2i Rete Gas che ha creato un colosso europeo nella distribuzione gas con circa 13 milioni di clienti in grado di garantire proprio quella solidità che manca nel nostro paese alle aziende per poter portare a termine le gare nel settore.

LA CESSIONE DEGLI ASSET FA GOLA A MOLTI: ACEA LANCIA A.GAS

I rimedi Antitrust hanno tuttavia imposto la cessione di Atem (il programma di dismissioni prenderà il via il 7 luglio) per un valore complessivo di 600 milioni che fanno gola a molte aziende, prima fra tutte Acea che ha lanciato una newco per partecipare alle nuove gare in vista delle dismissioni di Italgas. Il gruppo guidato dall’amministratore delegato Fabrizio Palermo ha dato vita ad a.Gas (Acea Gas) nel cui ramo di business confluiscono le attività già svolte nel settore della distribuzione gas dove Acea è già presente in quattro regioni: Abruzzo, Campania, Molise e Umbria. L’obiettivo è quello di ampliare la presenza industriale sul territorio e partecipare alle future gare per la distribuzione gas, tra cui quella per la città di Roma.

Italgas dovrà infatti cedere il 20% dei punti di riconsegna (Pdr) in 31 Atem in cui Italgas e 2i Rete Gas hanno una quota di mercato di oltre il 20% (tranne per Milano 2) mentre andranno venduti tutti i pdr nei quattro Atem in cui 2i Rete Gas detiene una quota di circa il 20% (Barletta-Andria-Trani, Caserta 1, Cosenza 2 e Pisa). Per il resto si tratta di vari Atem sparsi in tutta Italia ma di questi quelli più interessanti per la nuova realtà di Acea dovrebbero essere i due Atem di Roma (4 e 5), Viterbo, Frosinone 2, e L’Aquila 2.

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