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Dazi al 15% in cambio di 750 miliardi di GNL. L’accordo Ue-Usa

Gas, petrolio e chip Usa per centinaia di miliardi in cambio di un tetto al 15% sui dazi. Tutto sull’accordo Usa-Ue

Dopo l’accordo politico siglato il 27 luglio tra Ursula von der Leyen e Donald Trump, Unione Europea e Stati Uniti hanno messo nero su bianco una dichiarazione congiunta che segna una tappa cruciale nelle loro relazioni commerciali. L’intesa, annunciata ufficialmente nei giorni scorsi, definisce nuovi termini per i dazi e apre le porte allo scambio di beni e tecnologie strategiche dal valore complessivo che si aggira intorno ai 790 miliardi di dollari fino al 2028. L’Ue si impegna ad acquistare 750 miliardi di dollari di GNL dagli Usa.

UE COMPRERÀ 750 MILIARDI DI DOLLARI DI GNL DA USA

Al centro dell’accordo c’è il gas. Bruxelles si impegna ad acquistare dagli Usa gas naturale liquefatto, petrolio e prodotti dell’energia nucleare per un ammontare di 750 miliardi di dollari nei prossimi cinque anni. A cui si aggiunge l’importazione di chip per l’intelligenza artificiale statunitensi, per un valore minimo garantito di 40 miliardi di dollari, una mossa chiave in un settore di frontiera fondamentale per l’innovazione e la competitività globale.

COSA CAMBIA SUI DAZI

Sul fronte dei dazi, il nuovo regime statunitense prevede un’aliquota massima e complessiva del 15% per la quasi totalità delle esportazioni europee. Questo include settori ad alto valore strategico per l’economia Ue come automotive, farmaceutica, semiconduttori e persino il legname, conferendo maggiore stabilità e prevedibilità ai rapporti commerciali transatlantici.

Maros Sefcovic, commissario europeo al Commercio, ha sottolineato come le trattative si siano volutamente concentrate sulle priorità condivise, lasciando fuori da questa fase temi caldi come il Digital Market Act e il Digital Service Act. «Abbiamo preferito focalizzarci su ciò che era chiaramente prioritario», ha spiegato, lasciando aperta la porta a future discussioni.

I NODI IRRISOLTI

Nonostante passi avanti importanti, restano ancora irrisolte alcune questioni spinose, come le tariffe su acciaio, alluminio, vino, alcolici e birra. Sefcovic ha comunque chiarito che queste aperture non sono precluse definitivamente: «Le porte non sono chiuse per sempre», ha rassicurato, lasciando spazio a ulteriori negoziati.

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