Spinta dalla domanda globale di rinnovabili e da tecnologie come gli EGS, la geotermia è pronta a raddoppiare il proprio valore in dieci anni
La geotermia sta vivendo una nuova primavera, che culminerà nel 2034 con un mercato da 14,5 miliardi di dollari. È quanto emerge da una recente analisi di Allied Market Research (AMR), che rivela che il mercato geotermico globale, che nel 2024 valeva 7,4 miliardi di dollari raddoppierà nei prossimi 9 anni, crescendo del 7% all’anno.
La domanda internazionale di energia rinnovabile continua e stabile porterà la geotermia nell’Olimpo delle rinnovabili. Al tempo stesso, l’evoluzione tecnologica amplierà le possibilità di sfruttamento del calore terrestre. Le innovazioni nelle tecniche di perforazione e nelle attività esplorative stanno già riducendo rischi e costi, favorendo l’accesso a risorse geotermiche sempre più diversificate. La frontiera più promettente è rappresentata dai sistemi EGS (Enhanced Geothermal Systems): iniezioni controllate di fluidi in profondità permettono di fratturare rocce calde ma impermeabili, creando un circuito artificiale in cui il calore può essere estratto anche in assenza di risorse idrotermali naturali. Una tecnologia che potrebbe trasformare la geotermia in una soluzione virtualmente replicabile ovunque.
LA GEOTERMIA IN ITALIA
Sono tre i tipi di impianti geotermici attualmente sul mercato: dry steam, flash steam e binary cycle. Il primo utilizza vapore secco estratto direttamente dal sottosuolo. Il secondo, invece, si serve di acqua ad alta pressione trasformata in vapore. Il binary cycle, infine, sfrutta un fluido secondario con un punto di ebollizione più basso. L’ultima è la tecnologia dominante, perché riesce a valorizzare risorse a media o bassa temperatura, molto più diffuse a livello geografico rispetto ai campi ad alta entalpia. In Italia è sorto il primo impianto geotermico al mondo che produceva elettricità. Attualmente, il nostre Paese ha una delle maggiori capacità installate in Europa, con impianti concentrati soprattutto in Toscana.
Il vero potenziale della geotermia, però, è ancora inespresso. Diverse aree del Centro-Sud – tra Lazio, Campania e Sicilia – hanno risorse geotermiche compatibili con impianti binari a media entalpia, ideali per una produzione elettrica sostenibile senza impatti emissivi. Parallelamente, la geotermia potrebbe avere un ruolo chiave nel riscaldamento urbano, in un Paese che importa ancora la maggior parte dell’energia utilizzata per il clima domestico. Le reti di teleriscaldamento geotermico, già diffuse nel Nord Europa, rappresentano un’opportunità per città come Roma, Napoli o Firenze, situate in aree geologicamente favorevoli.
GEOTERMIA REGINA DEL CAPACITY FACTOR
In un momento in cui la sicurezza energetica è tornata al centro del dibattito, la geotermia si candida come una delle fonti green del futuro. Infatti, rappresenta l’unica fonte di energia pulita in grado di garantire un elevato capacity factor: una produzione costante e programmabile di energia, indipendente dalle condizioni climatiche, con una disponibilità che supera spesso il 90% del tempo operativo. Una caratteristica che, secondo gli analisti del settore, la rende una colonna portante dei futuri sistemi elettrici resilienti e a basse emissioni, in grado di bilanciare la variabilità di eolico e solare e garantire stabilità alle reti elettriche decarbonizzate.
GLI OSTACOLI
Il boom potenziale della geotermia, però, è condizionato da un ostacolo rilevante: gli alti costi iniziali. La fase di esplorazione – tra indagini geologiche, studi sismici e pozzi pilota – può raggiungere diversi milioni di dollari a perforazione, senza garanzia che l’esito sia produttivo. Di conseguenza, i tempi di ritorno si allungano.
A controbilanciare il rischio ci sono però gli investimenti globali nella transizione energetica: governi e istituzioni finanziarie stanno aumentando il sostegno ai progetti geotermici in quanto strumenti essenziali per la decarbonizzazione. Ad esempio, l’Unione Europea incentiva l’adozione attraverso le politiche comunitarie sulle rinnovabili. Negli Stati Uniti, invece, il Dipartimento dell’Energia considera la geotermia un pilastro dei programmi di efficienza e sostenibilità. Il futuro del settore dipenderà dalla capacità di mantenere gli attuali livelli di investimento e di applicare politiche di supporto che riducano l’incertezza dei progetti iniziali. Ma una cosa è certa: la corsa al calore della Terra è appena cominciata – e l’Italia può tornare a giocare un ruolo da protagonista.


