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Ilva

Addendum ambientale Ilva: il piano infinito

Il piano ambientale Ilva è un buco grande nelle politiche dell’attuale governo. Non solo è tuttora nei fatti ancora segreto, ma non vi è alcuna garanzia sulla sua applicazione.

Energia oltre vi aveva raccontato, un mese fa, di uno dei trannelli che si nascondevano dentro il contratto Ilva rispetto al piano ambientale che affidava il compito dei cosi detti poliziotti ambientali al ruolo dei Commissari di Amministrazione Straordinaria cui è affidata “la vigilanza circa la corretta esecuzione del piano ambientale mediante ispezioni e verifiche e sulla base delle relazioni informative dell’affittuario”.

Al poliziotto ambientale il contratto aggiunge la figura dell’arbitro ambientale: “nel caso in cui rilevino una non corretta esecuzione del Piano Ambientale gli stessi Commissari comunicheranno tale circostanza entro dieci giorni, dopo i quali se non dovessero trovare accordo ciascuna parte potrà rimettere la questione controversa alla determinazione di un arbitro unico, individuato sin d’ora dalle parti nel professor Maurizio Onofrio”.

Avevamo però scoperto, grazie alle segnalazioni del prof. Giorgio Assennato e di Antonello Cassano giornalista della redazione barese di Repubblica, che vi era un palese conflitto d’interesse dal momento che l’arbitro selezionato era, ed è tuttora, un consulente proprio dell’amministrazione straordinaria.

L’INTERROGAZIONE PARLAMENTARE

Da lì era intervenuta una interrogazione del Deputato Pd Ubaldo Pagano.

Mercoledì 21 novembre il Sottosegretario Cioffi ha risposto all’interrogante in Commissione Attività produttive: “Ai fini dell’espletamento del suo incarico, l’arbitro avrà i più ampi poteri di ispezione e di esibizione anche relativamente ai sistemi informatici ed ai documenti tecnici, contabili e societari nella disponibilità di ArcelorMittal, delle società in amministrazione straordinaria e dei Commissari Straordinari e potrà assumere informazioni presso i dipendenti ed i collaboratori delle parti. L’arbitro dovrà assicurare il contraddittorio tra le parti e deciderà – entro il termine di 30 giorni di calendario dalla data della accettazione dell’incarico – con un provvedimento sinteticamente motivato. Ebbene, nella prima versione del contratto, sottoscritta, come detto, in data 28 giugno 2017, veniva individuato quale arbitro unico il prof. Maurizio Onofrio, Professore Aggregato per l’anno accademico 2018/2019 presso il DIATI – Dipartimento di Ingegneria dell’Ambiente, del Territorio e delle Infrastrutture del Politecnico di Torino”, ha spiegato Cioffi.

“Tuttavia, dal momento che, come correttamente ricordato dall’On. Pagano, il prof. Onofrio ha, nel passato, prestato consulenze in favore delle società del gruppo Ilva in amministrazione straordinaria, è stato richiesto da ArcelorMittal che, per ragioni di indipendenza ed imparzialità, fosse sostituito. Per tale motivo, lo scorso settembre, nel più vasto programma di modifiche contrattuali che sono state apportate all’originario impianto negoziale, le parti hanno concordemente deciso di sostituire il prof. Onofrio, individuando quali arbitri che dovranno congiuntamente dirimere eventuali controversie relativamente alla corretta esecuzione del piano ambientale il prof. Gaspare Viviani e il prof. Michele Giugliano, entrambi esperti sui temi dell’ingegneria sanitaria-ambientale. In caso di disaccordo tra i due arbitri in relazione alla questione controversa, la medesima sarà rimessa ad altro arbitro unico nominato d’intesa tra le Parti o, in caso di mancato raggiungimento di un accordo tra le stesse, dal Presidente del Tribunale di Milano. Quindi oggi il contratto individua due arbitri, nelle persone dei professori Gaspare Viviani e Michele Giugliano, in sostituzione del prof. Onofrio, quali soggetti che dovranno dirimere potenziali controversie afferenti alla corretta esecuzione del piano ambientale. Ciò detto, non è intervenuta alcuna «nomina» dei due arbitri e, inoltre, ai due arbitri non è stata sinora rimessa alcuna questione controversa. Infine, per rispondere all’ultima delle domande, il contratto non prevede minimamente la facoltà dei commissari straordinari e/o degli arbitri di addivenire ad una intesa di compromesso che, di fatto, modifichi il piano ambientale, che, è bene ricordarlo, riposa sul dettato normativo (oltre che su quanto contrattualmente previsto). In conclusione, si ribadisce l’intenzione del Ministero dello sviluppo economico di monitorare con la massima attenzione che l’attuazione del Piano ambientale avvenga sulla base della normativa di riferimento”.

ARBITRO DOPPIO

Quindi l’arbitro unico diventa doppio, e in caso di disaccordo tra i due arbitri, la medesima viene rimessa ad un terzo arbitro unico nominato d’intesa tra le Parti o, in caso di mancato raggiungimento di un accordo tra le stesse, dal Presidente del Tribunale di Milano.

Questi i curricula degli arbitri prescelti: il prof. Viviani ordinario presso la facoltà di Ingegneria dell’università di Palermo, autore di oltre 250 pubblicazioni su temi dell’ingegneria sanitaria-ambientale, è docente di «Ingegneria Sanitaria-Ambientale» nel Corso di Laurea di primo livello in Ingegneria per l’Ambiente e il Territorio e di «Bonifica dei siti contaminati» nel Corso di Laurea magistrale in Ingegneria per l’Ambiente e il Territorio della stessa Facoltà.

Il prof. Giugliano, professore ordinario di «Inquinamento atmosferico e trattamento delle emissioni» al Politecnico di Milano. Si occupa in prevalenza di problemi di inquinamento atmosferico di aree urbane, per ciò che riguarda in particolare la fenomenologia delle polveri fini. Ha sviluppato anche una serie di lavori nell’ambito di tematiche ambientali connesse allo smaltimento di rifiuti, e più specificamente sul tema dell’impiantistica e delle emissioni da attività di incenerimento, del rischio per la salute ad esse associato e dell’analisi energetica ed ambientale di filiere di recupero energetico.

LA RISPOSTA DI UBALDO PAGANO

La risposta non ha comunque soddisfatto l’onorevole Pagano che ha così replicato: “reputo la risposta pleonastica nella forma e nel contenuto. Al netto della premessa che giudica propagandistica in quanto la soluzione adottata dall’Esecutivo sull’Ilva non risponde a quanto promesso agli elettori in campagna elettorale, sono evidenti, infatti altre contraddizioni. L’individuazione di due nuovi arbitri, peraltro neppure nota al professor Onofrio, arbitro unico incaricato ai sensi della clausola 19.7 del contratto del 2017, costituisce una vera e propria novazione contrattuale secondo il nostro ordinamento civilistico. Non condivido, poi, la scelta di nominare due nuovi arbitri con la possibilità di ricorrere a un terzo in caso di disaccordo degli stessi in quanto si viene a creare un rimpallo di responsabilità.
Sottolineo, infine, che tale procedura testimonia che il piano ambientale è suscettibile di subire variazioni ad opera degli arbitri in caso di contraddittorio tra le parti”.

“Con questo atto – commenta l’on. Pagano – hanno acclarato la volontà politica di procedere all’assegnazione dell’Ilva a Mittal. E in più ora non ci sono certezze sul rispetto del piano ambientale, visto che sono spuntate cosi tante possibilità di derogare”.

Non è più indulgente il prof. Assennato: “Rimane il problema della violazione delle norme sull’A.I.A. Si riteneva che il Piano Ambientale contenesse il Piano di Monitoraggio e Controllo che la normativa sulle A.I.A. attribuisce ad ISPRA col supporto delle ARPA. Con questo addendum si conferma la totale estromissione delle istituzioni pubbliche dalla vigilanza su Ilva: un vulnus grave data la presente situazione di un’azienda con un custode giudiziario oggetto di un sistema di vigilanza privatistico”.

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