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Agsm-Aim: Verona vuole A2A. Ecco perché Vicenza è scettica

Nel cda di Agsm di venerdì si attende l’esito delle mosse vicentine. Verona però vuol fare valere il suo peso maggiore. E Vicenza chiede verifiche. Così il braccio di ferro Agsm-Aim s’infiamma

I veronesi di Agsm vorrebbero A2A come partner industriali ma Vicenza è scettica, specialmente sul peso che avrà nella futura fusione e chiede delle verifiche. La partita tra Agsm e Aim è tutta qui e si gioca non solo a livello economico ma anche politico.

VICENZA VUOLE CONTARE COME VERONA

“Vicenza vuole contare come Verona, nella futura maxiazienda di servizi con Agsm e con un partner industriale – si legge su L’Arena -. E Agsm sempre di più, si dice, punta al partner A2A Milano. Verona però vuol fare valere il suo peso maggiore. E Vicenza chiede verifiche. Così il braccio di ferro s’infiamma e ieri è saltato, slittando a venerdì, il Consiglio di amministrazione di Agsm che avrebbe dovuto dare il via libera alla ‘esplorazione’ del partner industriale da parte di Agsm e Aim”.

A2A RIMANE L’IPOTESI PIU’ PROBABILE

“Il mandato di Agsm, presieduta da Daniele Finocchiaro, è sondare un partner tra A2A, Hera, Eon, Acea e altre grandi aziende che, in uno dei tre scenari prospettati dall’advisor Roland Berger, entrerebbe con il 30 per cento della futura grande azienda. Il nome che sempre di più sta circolando per la partnership, e a Verona va bene, è come detto di A2A. Che avrebbe il 30% della futura società, mente Agsm e Aim, aggregate, avrebbero a testa il 35. Questa struttura va bene a Vicenza e anche ad A2A. Non sta bene però ad Agsm, che vuole di più”.

SI GUARDA AL CDA DI AGSM DI VENERDÌ PER SAPERE LE MOSSE VICENTINE

“Nel cda di Agsm di venerdì, dunque, si attende l’esito delle mosse vicentine. Intanto, dopo una accesa conferenza dei capigruppo, non è andata al voto del Consiglio comunale ieri sera la delibera di revoca del project financing per la gestione della raccolta e dello smaltimento dei rifiuti, che contiene anche una verifica della possibilità di affidare ancora ‘in house’ il servizio, com’è ora con Amia. I consiglieri Massimo Paci (Vrd), Mauro Bonato (Pv), Marta Vanzetto (M5S), Michele Bertucco e Flavio Tosi, di opposizione, ma anche Leonardo Ferrari di FdI, in maggioranza come Paci, hanno ricordato che la mozione già approvata in Consiglio dice di andare subito in house. Il motivo addotto per non revocare il project subito è che se dalle verifiche dell’Anac dovesse emergere che poi non si può andare in house, il servizio verrebbe messo a gara secca. Invece, se entro fine dicembre si ottiene la proroga del servizio ad Arnia – e questa deve darla l’autorità di bacino – poi si può in quattro mesi organizzare l’affidamento ‘in house’ e quindi far decadere il project”.

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