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Allarme Climatico OCSE: Emissioni a livelli record, l’azione globale rallenta pericolosamente

Mentre i rischi climatici si intensificano, gli impegni attuali per il 2030 sono disallineati con gli obiettivi a lungo termine. Solo il 17,7% delle emissioni globali è coperto da target a zero emissioni legalmente vincolanti.

Un quadro allarmante emerge dal nuovo rapporto “Climate Action Monitor 2025” pubblicato dall’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (OCSE). L’analisi evidenzia un’intensificazione dei rischi climatici a livello mondiale, con emissioni di gas serra che hanno raggiunto un nuovo picco storico nel 2023, mentre l’azione politica globale per contrastare il riscaldamento del pianeta segna un pericoloso rallentamento. Il mondo è fuori rotta per raggiungere gli obiettivi di temperatura di 1,5°C e 2°C, con un divario crescente tra gli impegni presi e la loro concreta attuazione.

RISCHI CLIMA SEMPRE PIÙ INTENSI E COSTOSI

Il 2025 ha messo a nudo la crescente vulnerabilità di società ed economie con ondate di calore da record, inondazioni, siccità e incendi devastanti. I segnali che gli ecosistemi si stiano avvicinando a punti di non ritorno climatici, come le alterazioni della circolazione oceanica e il declino dei ghiacci marini, si fanno sempre più evidenti. Nel frattempo, i disastri legati al clima stanno già causando costi sociali ed economici crescenti: nel 2024 i danni hanno superato i 328 miliardi di dollari, con oltre 16.000 decessi registrati a livello globale. Questi sviluppi sottolineano l’urgente necessità non solo di un’azione di mitigazione ambiziosa ed efficace, ma anche di misure di adattamento, in particolare nei paesi più vulnerabili.

EMISSIONI GLOBALI A UN LIVELLO MAI VISTO PRIMA

Le emissioni globali di gas serra (GHG) hanno toccato il livello record di 55 Gt di CO₂ equivalente nel 2023, allontanando ulteriormente il mondo dalla traiettoria necessaria per contenere il riscaldamento globale. Sebbene l’Accordo di Parigi sia stato fondamentale nel promuovere alcuni progressi, gli impegni attuali rimangono insufficienti e, soprattutto, i divari di attuazione persistono in modo critico.

UN DIVARIO TRA PROMESSE E REALTÀ

Gli attuali Contributi Nazionali Volontari (NDC) con scadenza al 2030 non sono allineati con gli obiettivi a lungo termine fissati per il 2050. Un dato sconcertante rivela che solo il 17,7% delle emissioni globali coperte da impegni nazionali di azzeramento netto è sancito da una legislazione legalmente vincolante. La prossima tornata di NDC per il 2035 rappresenta un’opportunità cruciale per aumentare l’ambizione e la credibilità degli impegni internazionali.

L’AZIONE PER IL CLIMA PERDE SLANCIO

Secondo il “Climate Actions and Policies Measurement Framework” (CAPMF) dell’OCSE, l’azione globale per il clima è cresciuta di appena l’1% nel 2024, confermando il rallentamento osservato a partire dal 2021. Questa perdita di slancio non può più essere attribuita esclusivamente alla pandemia di COVID-19 o alle successive crisi economiche: riflette una chiara mancanza di impeto nell’attuazione di risposte politiche efficaci, evidenziando un profondo divario di implementazione a livello globale.

PROGRESSI A MACCHIA DI LEOPARDO

I progressi registrati nel 2024 non sono stati uniformi tra paesi, settori e strumenti politici. Se da un lato si sono visti sviluppi positivi nei sistemi di scambio di emissioni, in alcune politiche per i trasporti (come i nuovi phase-out dei motori a combustione interna) e negli obiettivi di neutralità carbonica, dall’altro strumenti basati sul mercato come il “carbon pricing” rimangono poco utilizzati, coprendo meno della metà delle emissioni globali. Tra le note positive figurano anche l’aumento della spesa pubblica per la ricerca e lo sviluppo a basse emissioni di carbonio e l’aggiornamento dei codici edilizi.

SFIDE SETTORIALI E APPROCCI DIFFERENZIATI

Le sfide settoriali rimangono significative. L’uso di combustibili fossili nella produzione di elettricità, calore e nei trasporti continua a essere il principale motore delle emissioni, con progressi limitati nella transizione verso alternative più pulite. Nonostante l’aumento dei veicoli elettrici, le emissioni dei trasporti rimangono elevate e l’azione politica complessiva in questo settore è in ritardo rispetto ad altri. L’azione climatica nazionale richiede approcci su misura, che riflettano le diverse circostanze dei paesi, ma il disaccoppiamento delle emissioni dalla crescita economica e demografica rimane un obiettivo centrale per la mitigazione a lungo termine.

APPELLO URGENTE: SERVONO POLITICHE PIÙ FORTI E AZIONI IMMEDIATE

La risposta globale al cambiamento climatico rimane insufficiente. Sono urgentemente necessarie politiche più forti, un’attuazione più rapida e misure giuridicamente vincolanti per colmare i divari di ambizione e di implementazione. Il costo dell’inazione sta aumentando, traducendosi in crescenti perdite economiche, disuguaglianze sociali e danni ambientali.

IL REPORT OCSE

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