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Acciaio Emissioni

ArcelorMittal punta a contratti più alti per i coils laminati

ArcelorMittal spinge per contratti più alti sui coils laminati a caldo. Il mercato è vivace, ma anche molto volatile

ArcelorMittal, il più grande produttore di acciaio in Europa, sta puntando ad un prezzo di 550 euro a tonnellata per i prossimi contratti trimestrali, semestrali ed annuali di coils laminati a caldo con i centri di servizi siderurgici dell’Europa nordoccidentale.

Lo riporta Argus, che specifica che si tratta di un aumento di oltre 100 euro a tonnellata rispetto ai contratti del 2020: quelli da luglio a dicembre, per esempio, hanno un valore di circa 410-440 euro a tonnellata. I negoziati sui nuovi contratti già si immaginano lunghi e complicati.

LA SITUAZIONE NEL MERCATO

Le acciaierie stanno spingendo per ottenere livelli più alti, considerati sia gli accordi molto bassi raggiunti per il 2020, sia lo slancio vissuto dal mercato spot negli scorsi mesi. L’offerta spot è stata fortemente limitata a causa del calo della produzione, al quale tuttavia si è contrapposta una domanda “vivace”, scrive Argus.

Le acciaierie hanno negoziato gli accordi per il 2020 alla fine del 2019, quando la situazione nel mercato spot era diversa, molto più fiacca, dato che il momento di debolezza del settore automobilistico aveva creato un eccesso di tonnellate di coils laminati a caldo invendute, facendone abbassare i prezzi sul mercato.

L’ANDAMENTO DEGLI INDICI GIORNALIERI

Quest’anno il mercato dei coils laminati a caldo è stato caratterizzato da un’estrema volatilità. Il 15 novembre 2019 il benchmark giornaliero per l’Europa nordoccidentale era di circa 412 euro a tonnellata, un minimo; il 27 febbraio era salito a 484,7 €/t, prima però che la pandemia di coronavirus sconvolgesse le catene di approvvigionamento, a marzo.

L’indice giornaliero ha raggiunto un nuovo minimo di 384,5 €/t il 25 giugno; ieri però è schizzato fino a 493,5 €/t: è questo, nota Argus, ad aver “giustificato” la richiesta di prezzi molto più alti da parte di ArcelorMittal.

ARCELORMITTAL: LA SITUAZIONE IN ITALIA

L’altroieri ArcelorMittal ha annunciato che dal 16 novembre verranno prorogati gli ammortizzatori sociali per un massimo di 8140 dipendenti dello stabilimento di Taranto attraverso la cassa integrazione per altre tredici settimane circa.

“A causa dell’emergenza epidemiologica COVID-19 ancora in atto in tutto il territorio nazionale ed internazionale” – questa la nota inviata da ArcelorMittal ai sindacati – “i cui effetti continuano ad avere riflessi in termini di calo di commesse e ritiro degli ordini prodotti; considerato altresì il parziale blocco di parte delle attività produttive, manifatturiere, distributive e commerciali che hanno reso difficilissimo, per altro, anche la chiusura degli ordini e delle fatturazioni; visto il drastico calo registrato in questi mesi dei volumi e di conseguenza delle attività produttive per le motivazioni sopra accennate; nonostante gli sforzi profusi per reperire nuove ed alternative occasioni di lavoro, tutt’ora in corso, [ArcelorMittal, ndr] si trova nella condizione di dover procedere ad una riduzione della propria attività produttiva”.

Il Corriere di Taranto scrive che dal governo non arrivano comunicazioni sulla trattativa in corso per l’ingresso dello Stato nel capitale sociale di ArcelorMittal.

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