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australia metalli critici

L’Australia Occidentale vuole essere il nuovo polo globale del litio

Lo stato dell’Australia Occidentale punta ad un output di 150mila tonnellate all’anno di idrossido di litio entro la fine del 2024

Lo stato dell’Australia Occidentale, già il principale produttore di litio estratto da rocce, vuole diventare un attore di primo piano anche nella realizzazione di composti chimici a base di litio, utilizzati nelle batterie per i veicoli elettrici e per lo stoccaggio energetico.

150MILA TONNELLATE ENTRO FINE 2024

Lo stato punta a raggiungere un output di 150mila tonnellate all’anno di idrossido di litio entro la fine del 2024. Ad incentivare tale crescita è l’ottimismo sull’aumento della domanda del metallo, visto il suo ruolo chiave nelle cosiddette “tecnologie pulite” per la transizione energetica.

LA JOINT VENTURE SQM-WESTFARMERS

La settimana scorsa la società mineraria cilena Sociedad Química y Minera de Chile (SQM) e il gruppo australiano Westfarmers – che opera anche nel settore chimico – hanno deciso di procedere con un investimento di 1,5 miliardi di dollari nel progetto Mt Holland, che comprende una miniera a cielo aperto di litio, un impianto di lavorazione del metallo e uno stabilimento di raffinazione (quest’ultimo nella cittadina di Kwinana). L’operatore del progetto sarà Covalent Lithium, joint venture tra SQM e Westfarmers. L’obiettivo è raggiungere una produzione di 50mila tonnellate di idrossido di litio all’anno per la seconda metà del 2024.

Argus ricorda altre importanti joint venture tra aziende minerarie-chimiche australiane e straniere: ad esempio quella tra IGO e la cinese Tianqi Lithium, oppure quella tra Mineral Resources e la statunitense Albemarle.

GLI INVESTIMENTI DI TIANQI

Tianqi ha già investito 958 milioni di dollari australiani in un impianto per il litio da 24mila tonnellate all’anno a Kwinana, nell’Australia Occidentale; altri 30 milioni verranno investititi insieme a IGO nei prossimi mesi per l’avviamento della struttura, che raggiungerà la piena operatività verso la fine del 2022. Le due aziende hanno anche intenzione di effettuare un ulteriore investimento da 190 milioni di dollari per portare – forse nel 2024 – la capacità produttiva dell’impianto a 48mila tonnellate all’anno.

LE MOSSE DI ALBEMARLE

Entro la fine del 2021 dovrebbe venire ultimato l’impianto per l’idrossido di litio (dalla capacità di 50mila tonnellate all’anno) sviluppato da Albemarle a Kemerton, nell’Australia Occidentale. L’impianto è costituito da due unità dalla capacità di 25mila tonnellate all’anno che produrranno anche solfato di sodio come sottoprodotto.

Nel 2020 Albemarle ha acquisito per 1,3 miliardi di dollari una quota del 60 per cento nel progetto Wodgina di Mineral Resources, che comprende operazioni di estrazione e lavorazione del litio. Come parte della transazione, Mineral Resources ha ottenuto una quota del 40 per cento nell’impianto di idrossido di litio di Kemerton, la cui capacità potrebbe venire raddoppiata e portata così a 100mila tonnellate all’anno.

LE ALTRE AZIENDE

Secondo Argus, c’è la possibilità che nei prossimi anni vengano realizzate ulteriori infrastrutture per la lavorazione del litio in Australia Occidentale da parte di aziende come Neometals, Core Lithium e Liontown Resources.

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