Il volume globale delle vendite mensili, pari a 565.659, ha interessato per il 21,51% vetture nuove e per il 78,49% vetture usate. Associazioni chiedono interventi
Il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti ha comunicato che a settembre 2024 sono state immatricolate 121.666 autovetture a fronte delle 136.316 iscrizioni registrate nello stesso mese dell’anno precedente, pari ad una diminuzione del 10,75%.
AUTO USATE IN FORTE AUMENTO
I trasferimenti di proprietà sono stati 443.993 a fronte di 427.058 passaggi registrati a settembre 2023, con un aumento del 3,97%. Il volume globale delle vendite mensili, pari a 565.659, ha interessato per il 21,51% vetture nuove e per il 78,49% vetture usate.
CENTRO STUDI PROMOTOR: INCERTO IL FUTURO
In settembre sono state immatricolate in Italia 121.666 autovetture con un calo del 10,75% su settembre 2023. Il consuntivo dei primi nove mesi del 2024 chiude invece a quota 1.202.122 immatricolazioni, con una modesta crescita sullo stesso periodo del 2023 (+2,1%), ma con un calo di ben il 18,1% sullo stesso periodo del 2019, cioè dell’anno che ha preceduto la crisi innescata dalla pandemia. Mentre il prodotto interno lordo italiano ha recuperato già da tempo i livelli ante-crisi, il settore dell’auto continua dunque ad essere interessato da forti difficoltà. Proiettando i risultati dei primi nove mesi sull’intero anno, il 2024 dovrebbe chiudere con 1.603.000 immatricolazioni, un livello decisamente lontano dalla situazione ante-crisi. Le immatricolazioni nell’intero 2019 sono state infatti 1.916.951 e non conforta certo il fatto che la situazione dell’Unione Europea non differisca molto da quella italiana. È il commento del Centro studi promotor.
IL 42% DEI CONCESSIONARI DICHIARANO ALTI LIVELLI DI GIACENZE DI AUTO NUOVE INVENDUTE.
Tornando al nostro Paese, la previsione di un intero 2024 a quota 1.603.000 trova riscontro anche nell’inchiesta congiunturale mensile condotta dal Centro Studi Promotor a fine settembre su un campione rappresentativo di concessionari. Da questa inchiesta emerge che in settembre il 75% dei concessionari valuta basso il livello dell’acquisizione di ordini, che la carenza di prodotto (dovuta alle difficoltà di acquisizione di determinati componenti), che ha caratterizzato e penalizzato il mercato fino al 2023 e a buona parte del 2024, è stata superata e si sta delineando una situazione diametralmente opposta con il 42% dei concessionari che dichiarano alti livelli di giacenze di auto nuove invendute. Da segnalare poi che l’affluenza nelle show room di potenziali acquirenti in settembre è stata bassa per il 70% dei concessionari, mentre il livello dei prezzi si mantiene elevato, rileva il Centro studi promotor.
SI COMPRANO DECISAMENTE MENO AUTOVETTURE OGNI ANNO, MA IL PARCO CIRCOLANTE CONTINUA A CRESCERE
Non va inoltre trascurato il fatto che, rispetto alla situazione ante-crisi, si comprano decisamente meno autovetture ogni anno, ma il parco circolante continua a crescere. Nel 2019 in Italia circolavano 39.545.000 autovetture. Nel 2023 la cifra corrispondente è salita a 40.905.000 e questo risultato è stato ottenuto mantenendo in esercizio auto vecchie e vecchissime che in tempi normali sarebbero state da già tempo rottamate. Ovviamente le conseguenze sono pesanti per la sicurezza della circolazione e per le emissioni inquinanti.
QUAGLIANO: SI AFFRONTI LA CRISI DELL’AUTO A LIVELLO EUROPEO
In questo contesto si inseriscono poi le difficoltà dell’auto elettrica in Italia e nel resto dell’Unione Europea. “E’ del tutto evidente, sostiene Gian Primo Quagliano, presidente del Centro Studi Promotor, che la situazione del mercato e dell’industria dell’auto dell’Unione Europea richiede che al massimo livello istituzionale dell’Unione Europea, non sia sufficiente pensare (tra l’altro con resistenze) di anticipare di un anno il punto sulla transizione energetica prevista per il 2035, ma è assolutamente indispensabile che in ambito europeo si affronti la crisi dell’auto senza pregiudizi e con il realismo e il coraggio necessari”.
ARTUSI (FEDERAUTO): CONIUGARE PLURALITÀ TECNOLOGICA E CONDIZIONI ABILITANTI NEL GREEN EUROPEO SU AUTOMOTIVE
“Anche a settembre i volumi di autovetture restano in territorio negativo confermando la fase difficile e controversa che sta attraversando il mercato, in un contesto di generale crisi del settore automotive. La forte incertezza nel processo di elettrificazione allargata, con i veicoli a batteria ancora fuori dalla portata economica di gran parte dei clienti, unita ai ritardi accumulati dall’industria automobilistica italiana ed europea che ha effetti lungo tutta la filiera, sta evidenziando come gli ambiziosi obiettivi imposti con il Green Deal Europeo mettano a rischio la catena del valore e gli equilibri socio-economici e occupazionali del settore”, ha dichiarato Massimo Artusi, il Presidente di Federauto, la Federazione dei concessionari auto.
BASSA PENETRAZIONE AUTO ELETTRICHEFACCIA RIFLETTERE ATTENTAMENTE I DECISORI POLITICI A BRUXELLES
“La recente proposta di un European Automotive Act, avanzata dal ministro delle Imprese e del Made in Italy in occasione del Consiglio Competitività europeo, che prevede la possibilità di riesaminare nella prima parte del 2025, anziché attendere il 2026, il Regolamento in materia di emissioni di CO2 delle autovetture nuove e i veicoli commerciali leggeri e di adottare un approccio orientato alla pluralità tecnologica, è pienamente condivisa. L’auspicio – ha proseguito il presidente Artusi – è che l’evidenza della marcata e bassa penetrazione sul mercato dei veicoli a zero e basse emissioni faccia riflettere attentamente i decisori politici a Bruxelles sugli impatti del divieto di vendita dei veicoli endotermici a partire dal 2035 e dell’adozione frettolosa del solo elettrico per la mobilità di tutti. Serve un cambio di passo per arrivare preparati alla deadline del 2035 rivedendo le condizioni abilitanti alla transizione, con il riconoscimento di tutte le soluzioni carbon neutral, inclusi i carburanti sintetici e bio, affinché gli obiettivi di decarbonizzazione e delle emissioni zero siano concretamente realizzabili dal punto di vista economico ai fini della competitività e in piena convergenza con la sostenibilità sociale ed ambientale”.
L’ANALISI DELLA STRUTTURA DEL MERCATO MOSTRA TUTTI I CANALI DI VENDITA IN DISCESA
L’analisi della struttura del mercato mostra tutti i canali di vendita in discesa: i privati flettono del -3,8% al 64,5% di quota (57,5% da inizio anno, +2 p.p.); le flotte calano nel mese del -7,6%, con una quota al 5,8% e anche nel cumulato segnano un disavanzo del -2,2% (quota 5,1%). Le auto-immatricolazioni (incluso l’uso noleggio), secondo le elaborazioni Federauto su dati Dataforce, hanno rappresentato il 10,9% del mercato, con un decremento del -23,9% rispetto a settembre 2023. Il noleggio perde il -23,1% dei volumi riportando la quota di mercato a 19,6% (-3,1 p.p.) e 26,7% nel periodo gennaio-settembre (-3,4 p.p.).
Anche dal punto di vista delle alimentazioni, gli andamenti sono fiacchi: stabili le ibride elettriche (+0,2%) al 44,3% di quota, in flessione le auto a benzina (-23,3%), diesel (-24,9%), plug-in (-35,6%), rispettivamente con quote al 25,5%, 12,8% e 2,9%. Positivo il Gpl (+3,6%, quota 9,3%); metano sempre in forte declino (-91%, quota 0,1%). L’elettrico segna un recupero del +28,7% per effetto delle progressive consegne dei veicoli incentivati e la quota di mercato mensile raggiunge il 9,3%; da inizio anno la crescita complessiva è del +3,7% (quota stabile al 3,9%).
Negli ultimi tre giorni di settembre è stato immatricolato il 39% del totale mercato.