Trenta associazioni, tra cui le italiane ANFIA e UNEM, chiedono alla Commissione UE di includere anche i carburanti rinnovabili nel regolamento CO2. Sul tavolo cinque proposte concrete per accelerare la decarbonizzazione.
L’industria europea dell’auto e quella dei carburanti fanno fronte comune e lanciano un appello unitario a Bruxelles: la strada verso la decarbonizzazione non può essere a senso unico, ma deve essere aperta a tutte le tecnologie a basse emissioni, inclusi i carburanti rinnovabili. In un documento congiunto firmato da ben 30 associazioni di categoria di tutta Europa, tra cui le italiane ANFIA (filiera automobilistica) e UNEM (energie per la mobilità), si chiede alla Commissione Europea una revisione pragmatica e tecnologicamente neutrale del Regolamento sulle emissioni di CO₂ per auto e veicoli commerciali leggeri.
LA NEUTRALITÀ TECNOLOGICA COME CHIAVE DI VOLTA
Pur riconoscendo il ruolo centrale della mobilità elettrica, i firmatari sottolineano come il raggiungimento degli ambiziosi obiettivi climatici al 2050 richieda un approccio più flessibile e inclusivo. I carburanti rinnovabili, si legge nel documento, possono svolgere “un ruolo indispensabile” per ridurre le emissioni, agendo non solo sul parco auto di nuova immatricolazione, ma anche su quello, vastissimo, già circolante. “L’Europa non può permettersi di ignorare soluzioni già disponibili, efficaci e capaci di ridurre le emissioni già nell’immediato”, ha dichiarato Gianni Murano, presidente di UNEM. “Se si vuole davvero puntare alla decarbonizzazione, e non solo a un’unica tecnologia, è il momento di investire in vere politiche industriali”.
CINQUE PROPOSTE CONCRETE SUL TAVOLO DI BRUXELLES
L’appello non è una semplice dichiarazione di intenti, ma si articola in cinque richieste precise e operative per modificare l’attuale impianto normativo:
Parità di trattamento tra veicoli nuovi ed esistenti: estendere il riconoscimento dei benefici dei carburanti rinnovabili anche alle nuove auto, per incentivare gli investimenti lungo tutta la filiera.
Introduzione di un “Fattore di Correzione del Carbonio” (CCF): superare l’attuale finzione normativa che considera tutti i motori a combustione alimentati al 100% da fossili, per contabilizzare invece la quota reale e crescente di rinnovabili nel mix di carburanti europeo (già superiore al 5% nel 2022).
Riconoscere come “zero emissioni” i veicoli alimentati esclusivamente con carburanti rinnovabili: equiparare queste vetture a quelle elettriche a batteria e a celle a combustibile, accelerandone l’introduzione sul mercato ben prima del 2030.
Stabilire una definizione legale chiara e uniforme di “carburante rinnovabile” per dare certezza giuridica e favorire gli investimenti.
Aumentare gradualmente i requisiti di riduzione di CO₂ per i carburanti rinnovabili, stimolando l’innovazione e l’efficienza.
COSTRUIRE UN PERCORSO CONDIVISO
Secondo i firmatari, l’adozione di queste misure consentirebbe di sfruttare appieno il potenziale di tutte le tecnologie pulite, accelerando la decarbonizzazione del trasporto su strada in modo efficiente, economico e socialmente responsabile. “Mai come oggi è necessario condividere un percorso insieme”, ha concluso il presidente Murano, sottolineando come l’approccio “tutto elettrico” non soddisfi pienamente le esigenze del mercato e dei consumatori. L’appello è ora sul tavolo della Commissione, chiamata a decidere se intraprendere la via di una transizione più pragmatica e tecnologicamente aperta.


