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Auto, la Lega chiede incentivi nel 2021 per acquistare veicoli a motore termico

Purché le auto siano di ultima generazione, con l’obiettivo di abbattere le emissioni e raggiungere i target fissati per il 2030, senza tuttavia penalizzare uno dei settori produttivi più strategici per il Paese

Se e quali sono le iniziative che il governo intende adottare per introdurre incentivi anche per le auto a motore termico “e consentire in questo modo al settore automotive di ripartire, smaltendo lo stock di vetture invendute e dando nuovo slancio alla domanda da parte del mercato interno”. È quanto chiede al ministro dello Sviluppo economico Stefano Patuanelli, Anna Rita Tateo della Lega in una interrogazione a risposta scritta alla Camera.

VEICOLI IBRIDI PLUG-IN E IMPOSSIBILITA’ DI RICARICA OBBLIGA AUTOMOBILISTI A USARE MOTORE TERMICO

Secondo la Tateo “il veicolo elettrico ibrido plug-in è un tipo di veicolo le cui batterie possono essere ricaricate collegandole a una fonte esterna di energia elettrica, anche senza l’ausilio del relativo motore a combustione interna; in funzione dei ridotti costi del carburante questo tipo di veicolo è molto utilizzato dai gestori di leasing aziendali che riescono a mantenere contenuto il canone di locazione mensile dell’auto, ma in realtà, i costi del carburante delle ibride plug-in sono in media da due a tre volte superiori a quanto stimato – ha evidenziato -. L’impossibilità di una costante ricarica nelle lunghe distanze obbliga, infatti, gli automobilisti all’utilizzo del motore a benzina, con la conseguenza che il peso delle batterie rende il veicolo inutilmente più pesante”.

MALGRADO GLI INCENTIVI IL MERCATO AUTO È IN CRISI

“La necessità di accoglimento dell’istanza di contenimento delle emissioni liberate in atmosfera dai veicoli a motore ha condotto alla previsione di vari meccanismi incentivanti per l’acquisto di automobili a basso impatto ambientale; l’articolo 44 del decreto-legge n. 34 del 2020 convertito dalla legge 17 luglio 2020 n. 77, ha disciplinato l’incremento del fondo per l’acquisto di autoveicoli a basse emissioni di CO2 g/km, prevedendo specificamente 100 milioni di euro per l’anno 2020 e 200 milioni di euro per l’anno 2021 – ha spiegato la deputata del Carroccio -; il fondo automotive è stato poi rifinanziato con ulteriori 400 milioni di euro dal decreto-legge n. 104 del 2020; nei primi otto mesi del 2020, a causa dell’emergenza sanitaria in corso, il crollo del mercato dell’auto è stato pesantissimo con un calo del 38,9 per cento delle immatricolazioni (809.655 unità contro 1.325.704), registrando un consuntivo di 516.000 unità in meno”.

IN GIACENZA 500 MILA AUTO

“Dall’inchiesta congiunturale condotta dal Centro Studi Promotor a fine giugno 2020 emerge che il 70 per cento dei concessionari dichiara bassi livelli di acquisizione di ordini. Le auto invendute in giacenza sono circa 500.000 e la situazione finanziaria di molte concessionarie è altamente critica: nei primi sei mesi dell’anno il settore ha avuto una perdita di fatturato di circa 9 miliardi di euro con un danno diretto anche per l’Erario, che ha registrato una perdita di quasi 2 miliardi di gettito solo per l’Iva – ha osservato Tateo -. Il comparto auto nel 2019 ha fatturato circa 93 miliardi di euro, pari al 5,6 per cento del prodotto interno lordo con 5.700 imprese e 250 mila occupati che sono il 7 per cento dell’intera forza lavoro dell’industria manifatturiera italiana, mentre il numero dei lavoratori dell’indotto del settore auto è decisamente elevato in quanto per ogni addetto diretto al settore auto ve ne sono 3,2 nell’indotto, indotto che ha un giro d’affari, che, sommato a quello diretto del settore auto, nel 2019 ha raggiunto l’11,2 per cento del prodotto interno lordo nazionale”.

SERVONO INCENTIVI ANCHE PER AUTO A MOTORE TERMICO

Per questo, conclude la deputata del Carroccio “sarebbe utile introdurre degli incentivi per il 2021, estendendo l’applicazione dell”ecobonus’ anche alle auto a motore termico — sia a benzina che diesel — purché di ultima generazione, con l’obiettivo di abbattere le emissioni e raggiungere i target fissati per il 2030, senza tuttavia penalizzare uno dei settori produttivi più strategici per il Paese”.

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