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Italia in pole position nel biogas. E ora arrivano gli incentivi

L’avvio della procedura presso il Gse a partire dal mese prossimo ma le potenzialità del nostro paese sono grandi. Ecco tutti i dati

L’Italia potrebbe produrre biogas per un ammontare pari al 15% del consumo totale di gas naturale. Allo stesso tempo potrebbe abbattere le emissioni in atmosfera e dare una mano all’economia circolare, e quindi all’ambiente. Degli effetti benefici di questa fonte se ne è parlato di recente durante il convegno organizzato presso la sede del Gse dal titolo “Promozione del biometano nei trasporti: opportunità per il settore agricolo dei rifiuti”. Ma tutto è nato a marzo dal parere positivo della Commissione Europea al cosiddetto “decreto biometano” dell’Italia, documento che delinea il sistema di supporto alla filiera del biometano di origine agricola, per un ammontare indicativo di 4,7 miliardi di euro tra il 2018 e il 2022. In ballo ora ci sono soprattutto gli incentivi Gse ai produttori ed entro il 18 giugno, acquisito il parere positivo dal Comitato Tecnico Consultivo, il gestore dei servizi energetici pubblicherà le nuove procedure per le richieste.

COSA SONO I BIOCARBURANTI

biocarburantiIl regime italiano sostiene la produzione e la distribuzione di biocarburanti avanzati e di biometano avanzato, noti anche come biocarburanti di seconda e terza generazione, che saranno usati nel settore dei trasporti. I biocarburanti e il biometano avanzati sono i biocarburanti più sostenibili e rispettosi dell’ambiente, e sono ottenuti da materie prime la cui produzione non necessita di terreni agricoli, quali rifiuti, residui agricoli e alghe. Essi comportano pertanto un rischio significativamente più basso di emissioni indirette di CO2 causate dall’uso di ulteriori terreni per colture destinate alla produzione di biocarburanti anziché alimenti e mangimi. Tuttavia hanno costi di produzione molto più elevati rispetto ai combustibili fossili. Per questo riceveranno un “premio” che consentirà loro di compensare i maggiori costi di produzione e competere con i combustibili fossili nel settore dei trasporti. In base a queste premesse, la Commissione ha concluso che la misura aiuterà l’Italia a raggiungere il suo obiettivo 2020 per l’uso di energie rinnovabili nei trasporti, per la lotta ai cambiamenti climatici e per sostituire i combustibili fossili nel settore dei trasporti, limitando al contempo distorsioni della concorrenza, in linea con la disciplina della Commissione in materia di aiuti di Stato a favore dell’ambiente e dell’energia del 2014.

COSA DICONO LE DIRETTIVE UE

Nell’ambito della strategia UE 2020, la direttiva sulle energie rinnovabili obbliga tutti gli Stati membri a garantire che almeno il 10% di tutta l’energia consumata nei trasporti provenga da fonti rinnovabili entro il 2020. Insieme ai veicoli elettrici, i biocarburanti sostenibili sono una delle principali alternative a basse emissioni di carbonio ai combustibili fossili usati nei trasporti, poiché si applicano facilmente all’infrastruttura di trasporto esistente.

GATTONI, PRESIDENTE DEL CIB: PREMIATI GLI SFORZI DELL’INTERO SISTEMA PAESE UE

“E’ un risultato che premia gli sforzi dell’intero Sistema Paese e che la filiera del biogas/biometano agricolo italiano attendeva da lungo tempo – aveva dichiarato in un nota Piero Gattoni, presidente del CIB – Consorzio Italiano Biogas dopo il via libera europeo –.Per il CIB – concludeva il presidente Gattoni – si tratta di un momento di svolta dopo una lunga battaglia che ci ha visti impegnati in una vasta campagna di sensibilizzazione sulle caratteristiche di qualità e di sostenibilità del biometano agricolo italiano nei confronti di aziende agricole, industrie, decisori pubblici e cittadini”.

LE POTENZIALITÀ DEL BIOMETANO IN ITALIA E IN EUROPA

Secondo il  CIB, l’Italia sarebbe nelle condizioni di raggiungere una produzione di 10 miliardi di m3 di biometano al 2030, di cui almeno 8 da matrici agricole pari a circa il 15% dell’attuale fabbisogno annuo di gas naturale e ai due terzi della potenzialità di stoccaggio della rete nazionale. Uno studio presentato a Biogas Italy dalla società di consulenza ambientale Althesys parte da questa stima per definire uno scenario al 2050, dove un potenziamento della produzione di biometano potrebbe evitare emissioni di CO2 per 197 milioni di tonnellate. Lo sviluppo della filiera consentirebbe, inoltre, già entro il 2030, di creare oltre 21mila posti di lavoro e di generare un gettito tributario di 16 miliardi di euro tra imposte sulle imprese e fiscalità di salari e stipendi. Le ricadute economiche complessive al 2030 si misurerebbero in 85,8 miliardi di euro di cui 17,7 miliardi di euro nell’uso elettrico, 15 miliardi euro nel settore dei trasporti e 53,1 miliardi di euro grazie all’immissione nella rete.

LO STUDIO ECOFYS

Il Consorzio Gas For Climate, che riunisce sette aziende europee di primo piano nel trasporto di gas naturale (Snam, Enagás, Fluxys, Gasunie, GRTgaz, Open Grid Europe e TIGF) e due associazioni attive nel settore del gas rinnovabile (Consorzio Italiano Biogas e European Biogas Association), ha sottolineato a sua volta come sia possibile aumentare la produzione di gas rinnovabile in Europa a più di 120 miliardi di metri cubi annui entro il 2050, includendo sia l’idrogeno rinnovabile sia il biometano. L’utilizzo di questo biometano potrebbe generare risparmi annui intorno ai 140 miliardi di euro entro il 2050.

biomasse“Il gas rinnovabile utilizzato nelle infrastrutture esistenti può dare un contributo importante ad abbattere le emissioni in Europa entro il 2050 per raggiungere gli obiettivi dell’accordo di Parigi – sottolinearono qualche mese fa i Ceo dei nove membri di Gas for Climate, tra cui Marco Alverà di Snam -. Siamo impegnati a favorire una crescita significativa della produzione europea di idrogeno rinnovabile e biometano, che possono essere trasportati, stoccati e distribuiti attraverso le infrastrutture del gas e combinati in modo efficiente con l’elettricità rinnovabile. Ciò consentirà all’Europa di centrare i target di Parigi al costo più contenuto possibile, rafforzando al tempo stesso la propria sicurezza energetica”.

IN ITALIA 1.300 IMPIANTI SECONDO DATI TERNA 2015

Anche l’Italia si affida al biogas e secondo i dati Terna del 2015 è terza dopo Germania e Cina. Si contano circa 1.300 impianti di cui una netta percentuale nella sola provincia di Cremona (10%).

FRANCIA, È RECORD BIOGAS. IN PROGETTO 297 NUOVI IMPIANTI

Tanto per fare un esempio con l’estero, i primi 6 mesi del 2017 hanno fatto registrare un più 30% in immissioni di biogas da parte della Francia. Un risultato ottenuto grazie all’avvio di 9 nuovi impianti di iniezione di biometano. Per i prossimi sei è prevista la realizzazione di 297 ulteriori impianti che dovrebbero portare la Francia ad un 28% in più rispetto ai numeri del primo semestre.

A TORINO IL PRIMO IMPIANTO DI DEPURAZIONE A BIOGAS D’EUROPA

L’impianto della Società Metropolitana Acque di Torino è il primo impianto di depurazione, in Europa, a dotarsi di un sistema innovativo a celle a combustibile, che permette di produrre elettricità e calore utilizzando biogas. L’impianto tratta le acque reflue di 180 mila persone e sarà in grado adesso di generare il 30% dell’energia elettrica utile al funzionamento dell’impianto stesso. Enea, che si è impegnata per la realizzazione della nuova dotazione, assieme alle principali imprese europee del settore, dice che il risparmio in bolletta per l’azienda sarà di circa 200mila euro annui.

ENTRO IL 18 GIUGNO LA PROCEDURA PER CHIEDERE INCENTIVI

Come detto dal 18 giugno sarà possibile avviare la procedura presso il Gse per gli incentivi. Per il biometano immesso al consumo nei trasporti o attraverso i distributori è previsto il rilascio dei Certificati di immissione in consumo (Cic), calcolati secondo le procedure del Gse; per i produttori di biometano avanzato il riconoscimento è di 375 euro per ogni Cic (un incentivo che ha una durata massima di 10 anni), a cui si aggiungono maggiorazioni legate agli impianti; c’è anche la possibilità del ‘ritiro’ da parte del Gse, anche per una parte della quantità, del biometano avanzato.

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