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Energia Ue

Bruxelles decide per un doppio price cap

Cosa c’è nel nuovo pacchetto energetico europeo per sbloccare la pratica del tetto al prezzo del gas. Spinta al fotovoltaico

Se la guerra in Ucraina sembra registrare pochi avanzamenti dal punto di vista militare e diplomatico, analogamente la posizione europea per porre fine alla dipendenza energetica dalla Russia fatica ad affermarsi.

Sono settimane che l’Italia, guidata dal premier Draghi e dai ministri Di Maio e Cingolani, prova a imporre una linea mediterranea di distacco dalle forniture russe. Tra nuove estrazioni sul territorio nazionale e paesi fornitori diversi da Mosca.

COSA SERVE ALL’UE PER UNA STRATEGIA EFFICIENTE

Ma la strada va tracciata su scala europea, continentale. Serve un coordinamento per gestire le mosse sul petrolio, che avvicini gli attori del mercato e i decisori politici del Vecchio Continente. Le questioni tecniche, commerciali e politiche che spesso bloccano il sistema verrebbero risolte più facilmente. In sostanza, serve un approccio continentale che superi le logiche nazionali. Ma servono anche dati trasparenti.

LA BOZZA EUROPEA SUL TETTO AL PREZZO DEL GAS

A livello energetico, giovedì scorso era trapelata la bozza del testo che Bruxelles discuterà domani. “La Commissione apre al tetto al prezzo del gas, ma soltanto in caso di un’interruzione improvvisa, su larga scala o addirittura totale, delle forniture di gas russo”, appunto. I prezzi devono scendere, a dette del blocco dei paesi mediterranei. Eppure, le stime dicono che rimarranno alti.

DOPPIO PRICE CAP E SPINTA SUI PANNELLI SOLARI

Oggi è il giorno di vigilia per la discussione della strategia sul price cap. Come scrive il Messaggero, “nel nuovo pacchetto europeo arriva un doppio tetto al prezzo del gas. Uno nazionale, ma con dei limiti alle quantità di metano con tariffe bloccate”.

Ma non solo. Ne arriva anche “uno europeo, ma che scatterebbe soltanto nel caso in cui le forniture russe si dovessero interrompere. In ogni caso ognuno dei due tetti sarebbe “a tempo”, non potrebbe durare oltre il mese di maggio del 2023”. Bruxelles punta a soddisfare la linea italiana ma senza ignorare le perplessità dei nordici. Quello che conta, però, è l’orizzonte. E cioè dare il meno possibile a Mosca, in termini di forza negoziale e in termini economici. Ecco perché quella appena iniziata sarà un’altra settimana decisiva per le strategie energetiche europee.

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