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Accise

Calano i sussidi ai combustibili fossili ma si attende un rimbalzo

La maggiore quota del calo è stata un effetto puramente meccanico di prezzi e consumi globali più bassi, che hanno ridotto il divario tra prezzi regolamentati e prezzi di mercato

Secondo un’analisi dell’Agenzia internazionale per l’energia, i sussidi per l’uso da parte dei consumatori di benzina, diesel e altri combustibili sono diminuiti drasticamente lo scorso anno, ma sono diretti verso un rimbalzo.

LIVELLO SUSSIDI A 180 MLD DI DOLLARI, -40% RISPETTO AL 2019

Più precisamente nel 2020, il calo della domanda e dei prezzi dei combustibili fossili ha portato il valore di questi sussidi al consumo di combustibili fossili a un minimo storico: la stima Aie raggiunge poco più di 180 miliardi di dollari ed è inferiore di circa il 40% rispetto ai livelli del 2019 nonché la cifra annuale più bassa da quando è cominciato il monitoraggio dei sussidi nel 2007.

SI PREVEDE UN RIMBALZO DEI PREZZI

“Tuttavia, il rimbalzo dei prezzi del carburante e il consumo di energia, insieme ai progressi esitanti sulle riforme dei prezzi, potrebbero spingere nuovamente il valore di questi sussidi al consumo nel 2021. Questa è una tendenza preoccupante in un momento in cui i paesi hanno bisogno raddoppiare gli sforzi per accelerare le transizioni energetiche”, sottolinea l’Agenzia internazionale per l’energia.

SUSSIDI COME STRUMENTO PER COMBATTERE I CAMBIAMENTI CLIMATICI O PER AIUTARE I CONSUMATORI PIU’ POVERI?

Non si tratta di un aspetto di poco conto: l’Aie e molti politici affermano infatti che l’eliminazione graduale dei sussidi è uno strumento per combattere il cambiamento climatico.

Ma è difficile. Sebbene i sussidi spesso affluiscano a persone che non ne hanno bisogno, aiutano anche i consumatori più poveri a ottenere l’energia necessaria.

I PRIMI CINQUE PAESI AL MONDO PER SUSSIDI

A livello complessivo i primi cinque paesi al mondo per livello di sussidi sono Iran, Cina, India, Arabia Saudita e Russia.

“Il calo dei sussidi al consumo nel 2020 è stato sostenuto da iniziative di alcuni governi per allineare i prezzi interni a quelli internazionali. Tuttavia, una quota molto maggiore del calo è stata un effetto puramente meccanico di prezzi e consumi globali più bassi, che hanno ridotto il divario tra prezzi regolamentati e prezzi di mercato”.

LO ZAMPINO DEL COVID

“La complessità della riforma dei prezzi del carburante è stata chiara durante gli sconvolgimenti sociali ed economici causati dalla pandemia. Il calo dei prezzi globali del petrolio ha aperto un’opportunità per le riforme, poiché il divario più stretto con i prezzi di mercato ha ridotto il rischio di contraccolpi politici o sociali o una scossa all’inflazione. Nei principali paesi produttori di petrolio e gas, le minori entrate derivanti dagli idrocarburi hanno creato gravi tensioni fiscali, aumentando la pressione per eliminare i sussidi impliciti al carburante – ha evidenziato Aie -. Tuttavia, mentre le riforme dei prezzi hanno fatto progressi in alcuni paesi, la grave crisi economica e della salute pubblica causata dal Covid-19 ha portato alcuni governi a mantenere o addirittura rafforzare i sussidi ai consumatori come mezzo per sostenere le finanze delle famiglie e delle imprese; tali iniziative tendevano a concentrarsi nel settore elettrico”.

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