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Gas

Calano le forniture di gas dalla Russia e l’Italia che fa? Revoca i permessi ai giacimenti

L’Emilia Romagna chiede di riattivare i canali di estrazione in Adriatico ma l’effetto Pitesai per il momento blocca tutto

Il produttore di gas statale russo Gazprom sta continuando a fornire gas naturale all’Europa attraverso l’Ucraina in linea con le richieste dei consumatori europei. Ma secondo quanto ha precisato la stessa azienda in una nota, le richieste si sono attestate oggi a 91,3 milioni di metri cubi, in calo rispetto ai 105,4 milioni di metri cubi richiesti il giorno prima.

LO STOP ALL’ENERGIA RUSSA DELL’EUROPARLAMENTO. L’EMILIA ROMAGNA CHIEDE DI RIATTIVARE LE ESTRAZIONI IN ADRIATICO

In questo quadro, ieri il Parlamento europeo ha deciso in una risoluzione di dire stop all’import di gas, petrolio e carbone dalla Russia. In attesa che Bruxelles prenda provvedimenti (il carbone ad esempio verrà escluso a partire da settembre), in Emilia Romagna è arrivata nelle ultime ore un’altra risoluzione – non solo di maggioranza – affinché la Giunta si impegni in tutte le sedi a sollecitare il governo a riattivare i canali di estrazione in Adriatico, adeguando i piani strategici al Pitesai, il Piano per la transizione energetica sostenibile della aree idonee. A votare per il sì sono stati Fratelli d’Italia, Lega, Forza Italia, Rete Civica, Partito democratico, Lista Bonaccini. Mentre il voto contrario è arrivato da Emilia-Romagna Coraggiosa, Europa Verde e M5s.

INTANTO VALAGA DI REVOCHE SUI NUOVI PERMESSI

Il paradosso è che nonostante tutta l’Europa stia cercando gas per sostituire quello russo, l’Italia chiude i suoi giacimenti. Come si legge sul Sole 24 Ore di questa mattina “il ministero della Transizione ecologica nei giorni scorso ha rigettato una carriolata di nuovi giacimenti di gas e petrolio. Sono state respinte 37 richieste di poter indagare il sottosuolo presentate fra il 2004 e il 2009 da compagnie come Eni, Shell, Total, Nothern Petroleum, Rockhopper, Aleanna Mac Oil, Apennine e Canoel”

L’EFFETTO PITESAI.

La ragione? Il quotidiano di Confindustria la chiama “effetto Pitesai” e rivela uno studio di Assorisorse secondo cui il piano “porterà al blocco e alla revoca di 42 su 45 permessi” e i tre in questione sono “uno dell’Eni e uno della piccola compagnia emiliana Gas Plus”.

Non solo. “Dei 108 giacimenti di gas oggi attivi (con il petrolio 123 concessioni in tutto) 20 concessioni saranno revocate, 36 saranno soggette a verifica per stabilire se possono continuare a estrarre, 31 saranno soggette a limiti che congelano ogni investimento. Consolazione; 21 giacimenti su 108 non avranno problemi”.

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