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Carbone Italia

Come e perché l’Italia (e non solo) torna al carbone

Ieri, il Comitato tecnico di emergenza gas ha deciso di adottare una misura per il target di riempimento degli stoccaggi per giugno. Novità anche sul carbone

La questione energetica è all’ordine del giorno, ogni giorno. Domani e venerdì si riunirà il Consiglio europeo a Bruxelles che non avrà in primo piano temi di questo settore ma non per questo ignorerà la discussione ad esempio sulla fissazione del price-cap al gas russo. Una questione, una delle tante, aperta da tempo e su cui il premier italiano Draghi non ha mai smesso di spingere con insistenza. E Cingolani, ministro per la Transizione ecologica, ha ricordato ieri al convegno di Elettricità Futura che qualche risultato, in questo senso, arriverà.

IERI IL COMITATO TECNICO SUGLI STOCCAGGI DI GAS

Ma ieri è anche stato, tra l’altro, il giorno della riunione del Comitato tecnico di emergenza e monitoraggio. La questione del riempimento degli stoccaggi per garantirsi un inverno sicuro è dirimente in Italia e non solo. La quota attuale è ferma attorno al 55% e serve toccare il 90% entro l’autunno: per questo, il piano parla di 5 miliardi di metri cubi da aggiungere quanto prima. È vero: rispetto agli anni scorsi la percentuale di accumulazione di scorte è simile. Ma a preoccupare è il trend giornaliero che non accenna ad impennare.

LA QUESTIONE DEL CARBONE EMERGE ANCHE IN ITALIA

Intanto, come spesso ricordato su Energia Oltre, sono diverse le vie su cui il governo italiano sta lavorando per affrancarsi definitivamente dal gas russo. Una è quella tampone delle centrali a carbone. E anche su questo ha discusso lo stesso Ctem, il comitato sul gas. Che ha condiviso la proposta di una misura per programmare, con il coordinamento di Terna, acquisti di carbone in misura sufficiente all’eventuale piano di massimizzazione delle centrali a carbone. Una misura prudenziale, in vista dell’embargo su quello di provenienza russa stabilito dall’Unione Europea a partire dal mese di agosto. Inoltre, lo stesso Comitato non ha ritenuto necessario il passaggio al livello di allerta, stante l’attuale livello della domanda e la possibilità di adottare comunque le misure preventive necessarie, in base al decreto-legge n. 17 del 2022.

Gli aggiornamenti sulla questione sono continui. Come riporta il Messaggero, sono Enel e Eph, le società proprietarie delle quattro principali centrali ancora in funzione nella Penisola (altre due sono in Sardegna), le destinatarie del messaggio di acquisto di carbone. Oggi, Cingolani incontrerà le aziende energetiche per informarle su quanto deciso ieri e confermare la strategia. “Mandare al massimo le centrali ancora in funzione farà risparmiare 5 miliardi di metri cubi di metano”, riporta ancora il quotidiano romano. “Ma per trovare il carbone necessario bisognerà battere la concorrenza di Germania e Austria, altri due Paesi che hanno deciso di tornare a bruciare il fossile come non mai per compensare la mancanza di gas”. La decarbonizzazione, insomma, può attendere.

QUELLA PAX ENERGETICA CHIESTA DALLA POLITICA

C’è di più. Sempre rimanendo in tema di alternative all’energia russa, al convegno di Elettricità Futura sono intervenuti Matteo Renzi, Enrico Letta e Antonio Tajani. Il leader di Italia Viva ha proposto una tregua fino a fine anno sulle politiche energetiche, Letta un patto per la prossima legislatura, Tajani un ritorno al nucleare. Un mix di idee che fanno dimenticare i litigi frequenti su tutto il resto. Basterà?

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