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Caro-energia

Cosa dicono le risoluzioni di De Toma e Benamati per fronteggiare il caro-energia

I due provvedimenti sono stati presentati nei giorni scorsi in Commissione Ambiente alla Camera

Sono due le risoluzioni presentate da Massimiliano De Toma (FdI) e Gianluca Benamati (Pd) presentate nei giorni scorsi in Commissione Ambiente alla Camera per coinvolgere Governo e Parlamento in una serie di soluzioni per fronteggiare l’aumento delle bollette di luce e gas e a favorire la produzione nazionale di energia da fonti rinnovabili.

LA RISOLUZIONE DI DE TOMA

Illustrando la sua risoluzione in commissione, De Toma ha osservato che il Paese sta affrontando una crisi energetica che, “senza esagerare e pur con dei distinguo, forse è paragonabile a quella indotta dalla crisi del petrolio negli anni ’70 del secolo scorso i cui effetti generarono una crisi economica senza eguali dal dopoguerra”. Il problema, ha aggiunto, è che quella crisi “non sembra aver insegnato nulla a chi ha governato allora e chi governa oggi” visto che il paese “si trova nelle condizioni di essere energeticamente vulnerabile, dipendente dall’estero, mentre si dovrebbe fare ogni sforzo possibile per renderlo indipendente”.

Secondo De Toma la produzione italiana potrebbe essere di almeno 10 miliardi di metri cubi all’anno maggiore dell’attuale che, “ai prezzi correnti, di fatto significa avere rinunciato a 8 miliardi di euro di valore di gas italiano, lasciato sottoterra, gas che deve essere invece importato con l’ulteriore conseguenza che si tratta di un pezzo di PIL, che viene trasferito all’estero”.

Per questo ritiene necessario che l’Italia riveda rapidamente la propria politica energetica dotandosi degli strumenti più appropriati per garantirsi l’indipendenza energetica attraverso un mix che sia il più equilibrato possibile, a partire dalle fonti rinnovabili.

Nel frattempo, ha ricordato l’esponente di Fratelli d’Italia è “passato più di un mese da quando il Presidente del Consiglio dei ministri, il 10 gennaio, dichiarò che sull’emergenza bollette di luce e gas sarebbero stati presi provvedimenti”. “Purtroppo, a quelle dichiarazioni non sono seguiti i fatti e quindi Fratelli d’Italia ha sentito il forte dovere di delineare alcune possibili risposte a favore del Paese” nella consapevolezza che occorra “agire in fretta perché il Paese rischia di fermarsi”.

Per De Toma occorre dare una risposta alle famiglie a basso reddito o, in particolare, quelle famiglie obbligate a consumi energetici elevati per via dei macchinari salvavita. Per questo “è di fondamentale importanza per le famiglie italiane e per le imprese” “adottare misure urgenti per ridurre subito il peso fiscale, e dunque il costo finale, dei prodotti energetici, almeno per un certo periodo di tempo; occorre favorire e sostenere i processi e i progetti di transizione ecologica per lo sviluppo, il potenziamento, la ristrutturazione, l’accessibilità, l’efficientamento e la riconversione degli asset produttivi e commerciali dell’impresa; occorrerebbe poi promuovere iniziative di partenariato, tra il Ministero della transizione ecologica e il sistema nazionale della ricerca universitaria, nei settori delle energie rinnovabili, inclusa la ricerca scientifica per la produzione e lo sviluppo competitivo di tecnologie e prodotti energetici per uso civile e industriale, così da valorizzare anche le infrastrutture presenti sull’intero territorio nazionale”.

Per quanto l’attuale contesto sia difficile, riferendosi in particolare a quanto sta avvenendo nell’Europa dell’est, De Toma ha concluso che l’Italia non può permettersi il lusso di dipendere solo da quanto accade fuori dei propri confini ma “deve tornare a considerarsi centrale e mettere in campo una strategia e quindi scegliere cosa fare e con chi farlo” attraverso il Parlamento che può dare “precisi e decisivi input al Governo contribuendo alle opportune azioni idonee a perseguire una vera transizione”.

LA RISOLUZIONE DI BENAMATI

Di tenore simile anche la risoluzione presentata dall’esponente del Pd che ha ricordato come l’incremento dei prezzi dell’energia trovi origine in situazioni di carattere strutturale oltre che dipendere da ragioni di tipo congiunturale. Ma anche che “soprattutto dopo il 2035, ci sarà bisogno di puntare decisamente su altre fonti rinnovabili, determinando un cambiamento del mix energetico e una progressiva riduzione del peso del gas in esso”. Nonostante “l’attuale mix energetico ponga l’Italia tra quei Paesi che molto hanno fatto per avviarsi decisamente verso la decarbonizzazione ed evidenzia che l’utilizzo del gas deve essere considerato un elemento di sostegno al complesso delle esigenze energetiche”.

Benamati ha sottolineato l’opportunità dell’intervento del Governo a sostegno delle famiglie e delle imprese di fronte all’emergenza causata dall’aumento dei costi dell’energia, ma visto il trend di rincorsa ha evidenziato come siano necessarie misure “che vadano oltre, in modo diverso, rispetto a quanto finora fatto. Innanzitutto, si tratta di modificare, o almeno cercare di farlo con decisione, il meccanismo di formazione dei prezzi dell’energia nel mercato italiano, considerando altresì le diverse strutture dei costi delle differenti componenti”.

In questo senso, ha proseguito Benamati “si impone una riflessione sulla tematica riguardante l’estrazione di gas dai giacimenti nazionali nonché sull’uso delle scorte di gas in stoccaggio, e ciò per gli effetti che tali elementi potrebbero comportare in materia di formazione e contenimento dei prezzi dell’energia”. La risoluzione punta poi a ridefinire le quote di rifornimento di carburante ed energia da altri Paesi, esortando ad una maggiore diversificazione delle fonti di approvvigionamento e, pur rafforzando le attuali importazioni, accrescerle da altri contesti geopolitici utilizzando anche le possibilità fornite da un più massiccio impiego del TAP.

L’esponente democratico ha poi invitato a velocizzare la penetrazione della produzione energetica da fonti rinnovabili, coinvolgendo le imprese e identificando con celerità le aree idonee per l’installazione degli impianti. Senza dimenticare di fornire gli opportuni sostegni a tutela delle fasce più deboli della popolazione e delle amministrazioni pubbliche “che stanno affrontando serie difficoltà a gestire alcuni servizi, come ad esempio il servizio di pubblica illuminazione delle strade”. E tenendo a mente che “il costo maggiorato dell’energia comporta la perdita di competitività” per imprese.

“Bisogna quindi fare presto e, la risoluzione in discussione rappresenta una buona occasione anche per riaffermare il ruolo che il Parlamento può svolgere per concorrere a cercare soluzioni adeguate” invitando quindi il Governo “ad assumere gli impegni indicati nella risoluzione, auspicando una fattiva collaborazione da parte delle forze politiche e della maggioranza”.

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