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Draghi positivo al Covid

Crisi ucraina, la road map energetica italiana tracciata da Draghi

Le parole del capo del governo nell’informativa urgente alla Camera sui fatti in Ucraina e le conseguenze energetiche per l’Italia

Un discorso molto chiaro e lungo quello appena affrontato dal premier Mario Draghi in una informativa urgente alla Camera sulla crisi ucraina. Tante le parole del capo dell’esecutivo sul settore energia.

“Dobbiamo impedire il trasferimento di tecnologie avanzate per la raffinazione di petrolio” alla Russia, ha detto in apertura. I rincari di questi mesi sono evidenti e “circa il 45% del gas viene dalla Russia, in aumento dal 27% di circa 10 anni fa”. Molte le preoccupazioni citate dal premier, che ha ammonito come solo ora sia emersa l’”imprudenza di non aver diversificato le fonti di energia, i nostri fornitori negli ultimi decenni”.

IL QUADRO TRA PASSATO E PRESENTE

“La produzione di gas si è ridotta in Italia dai 17mld mc del 2000 ai 3 mld mc di oggi” ha proseguito il premier nell’informativa urgente alla Camera sulla crisi ucraina. “Con un consumo nazionale tra 70 e 90 mld mc costante” ha detto il premier, ricordando la necessità di dover “procedere sulla diversificazione contro le vulnerabilità”.

“Il governo segue i flussi di gas con le istituzioni europee” ha proseguito il primo ministro, secondo cui serve “regolamentare” e valutare tutti gli “scenari”.

GLI STOCCAGGI: LA SITUAZIONE

“Gli stoccaggi italiani si trovano in una situazione migliore di altri partner europei per la qualità delle infrastrutture”. A fine ottobre “il riempimento era al 90% contro il 75% di quello di altri”.

Sugli stoccaggi, ancora, per Draghi “sono a pieno ritmo e già a febbraio avevano raggiunto i livelli attesi per inizio marzo”

Parlando di una “situazione simile a paesi come la Germania” il premier Draghi, nell’informativa urgente alla Camera sulla crisi ucraina, ha detto che “la fine dell’inverno ci permette di avere maggior fiducia per i prossimi mesi”.

“Ma serve migliorare la capacità degli stoccaggi” ha aggiunto Draghi, riflettendo sulla necessità, al momento ipotetica, “di uno stoccaggio comune europeo per fronteggiare i problemi di fornitura”. Per questo, “si attende una risposta positiva” e “il governo è attivo contro la crisi energetica per garantire una maggiore flessibilità dei consumi di gas e forniture alternative”. Secondo Draghi, occorre “incrementare carichi di Gnl da altre rotte come gli Usa. Biden ha offerto la disponibilità a sostenere gli alleati con più rifornimenti”.

IL FUTURO ENERGETICO

Le ultime parole di Draghi sono sul futuro energetico dell’Italia. In informativa urgente alla Camera, guardando in prosepttiva, il premier ha messo anche l’accento sulla necessità di “spingere sulle rinnovabili”. Qui, gli ostacoli “non sono tecnici o tecnologici ma soltanto burocratici”.

E ancora, “Il Governo intende poi lavorare per incrementare i flussi da gasdotti non a pieno carico – come il TAP dall’Azerbaijan, il TransMed dall’Algeria e dalla Tunisia, il GreenStream dalla Libia. Potrebbe essere necessaria la riapertura delle centrali a carbone, per colmare eventuali mancanze nell’immediato. Il Governo è pronto a intervenire per calmierare ulteriormente il prezzo dell’energia, ove questo fosse necessario”.

“Per il futuro, la crisi ci obbliga a prestare maggiore attenzione ai rischi geopolitici che pesano sulla nostra politica energetica, e a ridurre la vulnerabilità delle nostre forniture. Voglio ringraziare il Ministro Cingolani per il lavoro che svolge quotidianamente su questo tema così importante per il nostro futuro”.

“Dobbiamo rafforzare il corridoio sud, migliorare la nostra capacità di rigassificazione e aumentare la produzione nazionale a scapito delle importazioni. Perché il gas prodotto nel proprio Paese è più gestibile e può essere meno caro” ha concluso il capo del governo.

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