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Nord Stream 2

Danesi ago della bilancia di Nord Stream 2 (e di Kiev)

Potrebbe subire dei ritardi il progetto russo che Mosca contava di portare a termine entro fine anno. Ciò costringerebbe Russia e Ucraina a sedere allo stesso tavolo per ridiscutere i diritti di transito 2020

Da un lato la realizzazione di Nord Stream 2, il gasdotto di Gazprom che rifornirà la Germania e l’Europa centrale di combustibile russo, procede spedita. Come testimonia l’annuncio di qualche ora fa da parte dell’amministratore delegato del colosso energetico Alexei Miller di aver completato un terzo dell’opera. In totale 818 chilometri di condotte “posate nel Mar Baltico” ha chiarito durante un incontro con l’omologo della compagnia austriaca Omv, Rainer Seele. Malgrado ciò, l’opera rischia però di arrivare in ritardo all’appuntamento di fine 2019 cerchiato in neretto sul calendario russo, a causa dell’incertezza sui permessi in Danimarca.

RITARDO DANESE NEI PERMESSI RISCHIA DI COSTRINGERE MOSCA A UTILIZZARE LA ROTTA UCRAINA ANCHE IL PROSSIMO ANNO

norLe richieste di permesso “sono ancora in corso” e al momento non c’è “nessuna data finale per la decisione”, ha chiarito il portavoce dell’agenzia per l’energia danese Ture Falbe-Hansen secondo quanto riportato da Platts. Questo, naturalmente, sta creando incertezza sul fatto che Gazprom sia in grado di completare i due gasdotti del collegamento da 27,5 miliardi di metri cubi entro la fine dell’anno, quando scadrà il contratto di transito con l’Ucraina. Se la data di inizio sarà ritardata, come è probabile a causa del permesso tardivo danese, la Russia potrebbe avere l’esigenza di continuare ad utilizzare la rotta ucraina per soddisfare i suoi obblighi contrattuali di fornitura ai clienti europei. Almeno fino a quando Nord Stream 2 non sarà disponibile. Ciò richiederebbe però a Mosca l’intesa su nuove condizioni di transito con l’Ucraina per il 2020, con Kiev che insiste sul fatto che tali condizioni dovrebbero essere in linea con le regole del mercato dell’Ue. Cosa che fino ad oggi non è stata.

SCOMMESSA “COPERTA” DAI RUSSI CON UNA NUOVA RICHIESTA E UNA ROTTA ALTERNATIVA

La società Nord Stream 2 AG ha già “coperto la scommessa” presentando una richiesta di autorizzazione per una rotta alternativa nell’agosto 2018, dopo che l’istanza originale presentata nell’aprile 2017 per la rotta che attraversava le acque territoriali danesi è stata subordinata al rispetto di nuovi criteri di sicurezza nazionale. Questa rotta alternativa richiede, infatti, un dibattito nell’ambito della convenzione di Espoo, in cui le “parti interessate” accanto alla rotta principale – vale a dire Estonia, Lettonia, Lituania e Polonia – possono formulare osservazioni sugli impatti transfrontalieri dell’opera. Tutti e quattro i paesi hanno fatto tali osservazioni, ha ammesso Falbe-Hansen, e l’Agenzia danese per l’energia le sta esaminando vagliando i risultati della valutazione d’impatto ambientale, e la richiesta di autorizzazione. “Attualmente non è possibile dire quanto tempo richiederà questo processo, dipende, tra l’altro, dalla procedura con i paesi in relazione alla Convenzione di Espoo”, ha detto Falbe-Hansen.

LA PROCEDURA DANESE VA AVANTI MA SENZA TEMPI CERTI

Il portavoce dell’agenzia per l’energia danese ha aggiunto che il lavoro sulla prima richiesta di permesso “è in fase avanzata”. Secondo la modifica alla legge danese in vigore dal gennaio 2018, i progetti che attraversano le acque territoriali danesi come Nord Stream 2 devono essere valutati dal ministero degli affari Esteri per vagliare la compatibilità con la politica estera, di sicurezza e di difesa della Danimarca. Se il dicastero degli Esteri dirà a quello dell’energia che Nord Stream 2 non è compatibile, il permesso verrà rifiutato. In caso contrario l’Agenzia danese per l’energia verificherà la conformità ai criteri ambientali e di sicurezza richiesti e, in caso di esito positivo, il ministero dell’energia rilascerà il permesso. Nordstream 2

SULLA SECONDA RICHIESTA GAZPROM POTREBBE DOVER ATTENDERE FINO AD AGOSTO

La seconda richiesta di autorizzazione riguarda, invece, un percorso alternativo che evita le acque territoriali danesi e quindi non deve passare per le strettoie della procedura. Il progetto quindi, può essere valutato dall’Agenzia danese per l’energia solo sulla base di criteri ambientali e di sicurezza. Falbe-Hansen ha dichiarato lo scorso agosto che normalmente occorrono circa 12 mesi per elaborare una domanda di autorizzazione, a seconda della sua complessità, dei risultati della valutazione di impatto ambientale in Danimarca e dei potenziali impatti transfrontalieri nei paesi interessati. Ciò significa che Nord Stream 2 potrebbe dover attendere fino ad agosto di quest’anno per una decisione, se il primo itinerario dovesse essere respinto.

L’UCRAINA PRONTA ALLO SCENARIO “ZERO GAS” DALLA RUSSIA

L’Ucraina nel frattempo si sta preparando a uno scenario “zero flussi” di transito del gas russo nel 2020. Nonostante l’ipotesi sia concreta con l’avvio del Nord Stream 2, la sicurezza dell’approvvigionamento di gas europeo non sarà interrotta, ha detto un dirigente di Naftogaz secondo quanto riporta Platts. Questo perché la Russia potrebbe coprire i picchi della domanda invernale con il gas immagazzinato nelle strutture europee, piuttosto che fornire piccoli volumi attraverso l’Ucraina, ha ammesso Yuriy Vitrenko, direttore esecutivo di Naftogaz che si occupa delle controversie con la Russia e Gazprom, durante un evento a Bruxelles.

Nord Stream RussiaLA RUSSIA HA FORNITO ALL’EUROPA 87 MILIARDI DI METRI CUBI ATTRAVERSO L’UCRAINA NEL 2018

La Russia ha fornito all’Europa 87 miliardi di metri cubi attraverso l’Ucraina nel 2018, e probabilmente la quota scenderà a 10-15 quando il Nord Stream 2 sarà funzionante. La Commissione europea è comunque ansiosa di mantenere la via di transito ucraina praticabile, nell’ambito degli sforzi europei di integrare Kiev nel mercato europeo dell’energia. Malgrado si siano tenute una serie di riunioni tra Russia e Ucraina sotto l’egida di Bruxelles per discutere un nuovo contratto di transito post 2019, Vitrenko dubita che si possa raggiungere un accordo di questo tipo entro la fine del 2019. Ciò è dovuto principalmente al perdurare della controversia arbitrale tra Gazprom e Naftogaz, sul contratto in corso e sulla quale gli ucraini si aspettano una decisione finale nell’estate 2020.

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