Ancora nessun passo significativo, secondo Giovanni Battista Zorzoli, da parte del nuovo governo che consenta al Paese di raggiungere gli obiettivi di decarbonizzazione al 2030
Giovanni Battista Zorzoli, esperto in energia nucleare e in fonti energetiche rinnovabili, sul mensile Il Pianeta Terra fa il punto sulla questione rinnovabili legata all’Italia, evidenziando come il rapporto IEA disegna “uno scenario preoccupante innanzitutto per le ombre gettate sulla possibilità di centrare il taglio al 2030 delle emissioni climalteranti e sulla perdita dei ritorni economici e occupazionali garantiti dagli investimenti che non si riuscirà a fare”.
ZORZOLI: SU RINNOVABILI SERVE CAMBIO DI PASSO
“Anche con il nuovo governo non si sono finora recepiti significativi segnali di un cambio di passo per mettere il paese in condizioni di realizzare gli obiettivi di decarbonizzazione al 2030. Questa sensazione è ancora più netta per le proposte contenute nel pacchetto RE-PowerEu. Sembrano interessare soltanto gli indirizzi che consentirebbero all’Italia di diventare un hub europeo del gas”, scrive Giovanni Battista Zorzoli, esperto in energia nucleare e in fonti energetiche rinnovabili, sul mensile Il Pianeta Terra.
IL RAPPORTO IEA
Con riferimento al rapporto IEA “Renewables 2022 – Analysis and forecast to 2027”, Zorzoli scrive: “(…) Nel triennio 2022-2025 il rapporto prevede l’installazione in Europa di 425GW di capacità rinnovabile addizionale; più del doppio di quella realizzata nel quinquennio precedente e per i tre quarti concentrati in Germania, Spagna Regno Unito, Turchia, Francia, Olanda, Polonia. dovrebbe far riflettere l’esclusione dell’Italia dal gruppo di testa soprattutto tenendo conto che ne fanno parte sia uno stato delle dimensioni dell’olanda, sia la Francia che punta ancora sul nucleare. (…) nel periodo 2021-2027 l’IEA prevede soltanto 25 GW addizionali di capacità rinnovabile. ne consegue che per centrare l’obiettivo attuale previsto a fine decennio, nei tre anni successivi occorrerebbe installare almeno 45 GW, con un incremento annuo 4,e volte quello mediamente realizzato nei 7 anni precedenti”.
“(…) in sintesi, il rapporto IEA disegna per l’Italia uno scenario preoccupante innanzitutto per le ombre gettate sulla possibilità di centrare il taglio al 2030 delle emissioni climalteranti e sulla perdita dei ritorni economici e occupazionali garantiti dagli investimenti che non si riuscirà a fare”, aggiunge Zorzoli.