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Rinnovabili

Decreto fer 2018, nella bozza spazio anche al fotovoltaico

Il provvedimenti licenziato dal Mise deve avere il via libera di ministero dell’Ambiente, Arera e Conferenza Unificata prima del semaforo verde definitivo di Bruxelles

Arriva la prima bozza di decreto sulle rinnovabili elettriche per il periodo 2018-2020 dove trovano spazio sette bandi a partire dal 30 novembre e incentivi anche per il fotovoltaico. È quanto si legge nel testo (Bozza decreto FER) inviato dal ministero dello Sviluppo economico al ministero dell’Ambiente, in attesa del via libera di ARERA e dalla Conferenza unificata, e dell’ok definitivo di Bruxelles. L’obiettivo del decreto è quello di sostenere la produzione delle rinnovabili elettriche nell’arco del triennio attraverso “la definizione di incentivi e modalità di accesso che promuovano l’efficacia, l’efficienza e la sostenibilità degli oneri di incentivazione in misura adeguata al perseguimento degli obiettivi nazionali e con modalità conformi agli aiuti di Stato Ue”.

CHI ACCEDE AGLI INCENTIVI

miseAccedono ai meccanismi di incentivazione “previa partecipazione a procedure pubbliche per la selezione dei progetti” gli impianti “di nuova costruzione e integralmente ricostruiti e riattivati di Potenza inferiore a 1 MW”, gli impianti oggetto di potenziamento purché la differenza tra prima e dopo sia inferiore sempre a 1 MW e gli impianti oggetto di rifacimento di potenza sempre inferiore a 1 MW. Per tutti gli impianti di potenza superiore il meccanismo previsto è quello delle aste al ribasso. “L’erogazione degli incentivi è sospesa nelle ore in cui si registrano prezzi finali orari pari a zero per un periodo superiore a 6 ore consecutive”. Lo stesso nel caso si “registrino prezzi negativi quando saranno introdotti nel regolamento del mercato elettrico italiano”, si legge nella bozza.

SETTE I BANDI IN TOTALE

La bozza predispone in totale sette bandi a partire dal 30 novembre di quest’anno, suddividendo ogni procedura di asta e registro in tre classi tecnologiche differenti. La prima classe riguarda fotovoltaico ed eolico: a gara ci sono, in totale, 580 MW per l’iscrizione ai registri e 4.800 MW per le aste al ribasso con priorità alle offerte ricevute da progetti su discariche, cave e miniere esaurite, o aree di pertinenza di discariche e siti contaminati. La seconda classe è aperta a impianti idroelettrici, geotermici, a gas derivati da processi depurativi o a gas da discarica per un totale di 140 MW per i registri e 245 MW per le aste. La terza classe, infine, comprende interventi di rifacimento totale o parziali di tutte le tecnologie precedenti “a patto che gli impianti siano in esercizio da almeno due terzi della loro vita utile” e non stiano ricevendo già degli incentivi al momento della domanda. Il bando mette all’asta un totale di 490 MW mentre 70 MW spettano agli impianti iscritti ai registri.

OBIETTIVO RAZIONALIZZAZIONE

Tower men climb a tower near a wind turbine in Elgin, Minnesota, U.S. Photographer: Ariana Lindquist/Bloomberg

Il decreto punta sulla razionalizzazione degli interventi visto che, si legge nel decreto, gli impianti non potranno essere realizzati in maniera indiscriminata in zone già sature di rinnovabili non programmabili connesse in rete. Per questo motivo, gli operatori dell’infrastruttura elettrica dovranno comunicare al Gse le zone critiche indicando l’ulteriore capacità produttiva massima che può essere aggiunta alla rete. Alle procedure d’asta, inoltre, potranno partecipare anche impianti esteri, a patto ovviamente che esportino la loro produzione elettrica in Italia. Per gli interventi di rifacimento totale o parziale sono ammessi alla procedura, infine, solo gli impianti “in esercizio da un periodo pari almeno ai due terzi della vita utile convenzionale dell’impianto”, che non beneficiano di incentivi e rispettino i requisiti del decreto 6 novembre 2014

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