L’iter del decreto Fer X prevede ora il parere della Conferenza Unificata e la notifica alla Commissione europea
È arrivato il parere di Arera – 220/2024/I/efr – il sul cosiddetto decreto Fer X, trasmesso dal ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica (Mase) ad aprile. L’Authority lo ha esaminato nella riunione del collegio di ieri, come aveva anticipato il sottosegretario al Mase Claudio Barbaro nel corso della risposta a un’interrogazione in Commissione Attività produttive alla Camera.
COME PROSEGUE L’ITER DEL PROVVEDIMENTO
L’iter prevede ora il necessario parere della Conferenza Unificata, a valle del quale sarà possibile procedere poi con la notifica formale del provvedimento in Commissione europea per la verifica dei profili di compatibilità con la disciplina in materia di aiuti di Stato.
In realtà i colloqui con Bruxelles sono già cominciato, come ha evidenziato il sottosegretario proprio nel corso dell’intervento in Commissione “per accelerare l’ultimo passaggio”.
COSA PREVEDE IL DECRETO FER X IN BREVE
Il Decreto FER X “ha la finalità di sostenere la produzione di energia elettrica di impianti a fonti rinnovabili con costi di generazione vicini alla competitività di mercato, attraverso la definizione di un meccanismo di supporto che ne promuova l’efficacia, l’efficienza e la sostenibilità in misura adeguata al perseguimento degli obiettivi di decarbonizzazione al 2030, coerentemente con gli obiettivi di sicurezza e adeguatezza del sistema elettrico”. Oltre che di impianti solari fotovoltaici si occupa anche di impianti eolici, idroelettrici e di trattamento di gas residuati dai processi di depurazione.
Dal punto di vista delle tempistiche, il decreto “cessa di applicarsi il 31 dicembre 2028 ovvero, per gli impianti di potenza inferiore o uguale al MW, fino alla data in cui è raggiunto un contingente di potenza finanziata pari a 10GW (e non 5 come il precedente testo, ndr), qualora tale data risulti anteriore rispetto al termine del 31 dicembre 2028”.
Due le modalità di accesso: diretto, riservato ai soli impianti di taglia uguale o inferiore ad 1 MW e che abbiano avviato i lavori subito dopo la data di entrata in vigore del Decreto. E tramite asta, previsto per impianti di potenza superiore a 1 MW e con contingenti differenziati per tecnologia.
LE NOVITA’ DELL’ULTIMA VERSIONE. LE PRIME ASTE ENTRO FINE ANNO
Tra le innovazioni rispetto al disegno attuale il nuovo schema prevede “che il sistema si faccia carico del rischio dovuto alle dinamiche inflattive particolarmente accentuate nell’ultimo anno, in modo tale da rendere i corrispettivi riconosciuti più adeguati alle strutture di costo e alla sua evoluzione riducendo i rischi degli operatori – aveva spiegato Barbaro nel corso del suo intervento alla Camera –. Inoltre, si è provveduto a ridisegnare la struttura dei pagamenti dei contratti con la finalità di disincentivare l’offerta della capacità contrattualizzata a prezzi inferiori ai propri costi marginali e al tempo stesso di ridurre il rischio volume sostenuto dai titolari della stessa capacità. Si stima che le prime aste potranno essere bandite entro la fine dell’anno”.