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Gas

Ecco di chi è la colpa dei prezzi del gas in aumento in Europa

Carenza di carbone in Asia, prezzi della CO2 sul banco degli imputati per gli aumenti del gas. Intanto in Italia bollette +29,8% per elettricità e +14,4% per gas

Ieri i future sul gas al TTF olandese, dove si forma il prezzo per il mercato europeo, sono aumentati dell’11% con un controvalore pari a 85 euro per megawattora, ben più dei 20 a cui eravamo abituati ad aprile.

LA PAROLA AGLI ESPERTI

Secondo Tom Price, capo della strategia sulle materie prime di Liberum Capital, la colpa è da attribuire non al gas in sé ma alla carenza di offerta di carbone in Asia, secondo quanto si legge su MarketWatch.

È COLPA DEL CARBONE IN ASIA?

Price afferma infatti che anche se l’Europa e il Regno Unito hanno ridotto la propria capacità di generazione di energia dal carbone negli ultimi 30 anni, sono ancora molto legati ai mercati del carbone in tutto il mondo, perché i generatori di energia a livello globale passano dal gas e carbone.

Quando l’economia cinese è uscita dal blocco, c’è stato un aumento del 10% della domanda di energia, con conseguente fabbisogno energetico ben al di sopra dei livelli pre-virus. Un successivo aumento dei prezzi del carbone marittimo asiatico ha spinto i generatori di energia a passare al gas.

Allo stesso tempo, i governi provinciali in Cina stanno costringendo i minatori di carbone ad aderire a nuove procedure di sicurezza, che stanno limitando la produzione, sostiene Price, a cui si aggiunge il divieto cinese sulle importazioni di carbone australiano. Altri problemi di approvvigionamento includono le precipitazioni insolitamente elevate dell’Indonesia e le questioni ferroviarie e portuali del Sudafrica.

In Europa, non mancano solo le alternative a base di carbone, ma anche il nucleare, a causa della graduale eliminazione di tale fonte da parte di Germania e Belgio. Ciò rende l’Europa continentale dipendente dalle importazioni dalla Russia e il Regno Unito dalle importazioni norvegesi, ha evidenziato Price.

LE TASSE SULLA CO2 SONO LA CAUSA DELLA CRISI ENERGETICA?

“L’agenda europea per la decarbonizzazione richiede di rendere più costoso l’uso dell’energia fossile. Ora che i prezzi più alti sono arrivati improvvisamente, sarà ancora più difficile”, ha sottolineato Martin Sandbu, commentatore di economia europea di FT, in un recente articolo.

“In effetti, l’aspetto del prezzo della transizione energetica è stato tenuto fuori dai radar del pubblico da funzionari governativi e organizzazioni ambientaliste che hanno lavorato duramente per martellare l’idea di un calo dei costi per le turbine eoliche e i pannelli solari. Come mostra l’attuale crisi energetica, non si tratta solo della diminuzione dei costi di turbine o pannelli: anche se tali costi scendono a zero, senza sole o vento non possono generare elettricità”, si legge su Oilprice.

LA DURA VERITÀ SULLA TRANSIZIONE ENERGETICA GLOBALE

“Solo poche voci hanno osato avvertire che la transizione energetica sarebbe stata tutt’altro che economica. Una delle ragioni risiede proprio la strategia di rendere la produzione e l’uso di combustibili fossili più costosi – ha evidenziato ancora Oilprice -. L’idea nobile alla base di questa strategia è scoraggiare l’uso di combustibili fossili, che abbasserebbe automaticamente le emissioni. Non c’è da meravigliarsi se le tasse sul carbonio sono una misura popolare per controllare le emissioni. Sono semplici e dirette, e il loro effetto è immediato. Tuttavia, ci sono anche effetti collaterali; questi includono bollette elettriche più elevate e, infine, prezzi più alti per tutto”.

“Non ci sarà più quel volo di andata e ritorno Londra-Mallorca da 19 sterline su Ryanair”, ha scritto Simon Kuper del FT in un articolo sulle “vere tasse sul carbonio”. “I nostri vestiti, la benzina, la carne e il caffè diventeranno tutti più costosi. Dovremo mandare un esercito di lavoratori in giro per le case del mondo ricco a eliminare le caldaie, installare pompe di calore e isolare gli attici”.

Secondo Kuper, le attuali tasse sul carbonio in Europa sono più un segnale di virtù che un’azione per il clima. Il carbonio, ha scritto, deve diventare molto più costoso per fare la differenza nelle emissioni. Ma con esso, tutto il resto diventerà cpiù ostoso. I politici ne sono consapevoli, ed è il motivo per cui non hanno spinto per tasse molto più alte, soprattutto dopo che le imprese europee hanno iniziato a lamentarsi degli attuali prezzi della CO2 sul mercato europeo delle emissioni.

LE BOLLETTE IN ITALIA

Nel frattempo è arrivato l’aggiornamento trimestrale di Arera delle bollette italiane. Grazie al provvedimento del governo che ha contenuto i rincari per 3,5 miliardi di euro, l’aumento per la famiglia tipo in tutela sarà infatti ridotto a +29,8% per la bolletta dell’elettricità e a +14,4% per quella del gas (grazie anche alla riduzione dell’Iva contenuta nel decreto). Secondo l’Authority “La straordinaria dinamica dei prezzi delle materie prime verso i massimi storici – ancora in forte crescita per la ripresa delle economie dopo i ribassi dovuti alla pandemia e le difficoltà nelle filiere di approvvigionamento – e le alte quotazioni dei permessi di emissione di CO2, avrebbero portato ad un aumento superiore al 45% della bolletta dell’elettricità e di oltre il 30% di quella del gas”.

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