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Putin Russia Gas

Ecco i Paesi che non vogliono abbandonare l’energia russa

Cina, India e molti altri Stati stanno incrementando le loro relazioni commerciali con la Russia, nel tentativo di acquisire energia a basso costo

Dopo mesi di conflitto in Ucraina e un crescente allontanamento dall’energia russa da parte di diverse potenze mondiali, alcuni Paesi hanno chiarito che non sono disposti a tagliare i legami con Putin quando si tratta di energia.

Con l’Europa e il Nord America che si stanno allontanando dal petrolio e dal gas russo, i prezzi dell’energia russa sono diventati altissimi, in ​​un momento in cui il mondo sta combattendo con l’aumento dei consumi e dei costi energetici. Ciò ha portato Cina, India e molte altre potenze a sviluppare ulteriormente le loro relazioni commerciali con la Russia, nel tentativo di acquisire energia a basso costo.

I RAPPORTI POLITICO-ENERGETICI TRA CINA E RUSSIA

La Cina negli ultimi mesi ha acquistato quantità maggiori di forniture energetiche a basso costo dalla Russia, poiché beneficia del calo dei prezzi verificatosi a causa delle sanzioni occidentali sul petrolio e sul gas russi. L’incontro di questo mese in Uzbekistan tra il presidente cinese Xi Jinping e il presidente russo Vladimir Putin ha dimostrato l’impegno dei due leader nell’intensificare i loro legami commerciali. È una situazione vantaggiosa per tutti, con la Cina che ha accesso all’energia a basso costo quando ne ha più bisogno e la Russia che trova dei mercati alternativi all’Europa. I due Paesi hanno iniziato anche ad utilizzare le proprie valute, lo yuan e il rublo, diminuendo la loro dipendenza dal dollaro americano.

La Cina ha importato circa il 17% in più di energia russa tra aprile e luglio 2022 rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Le sue importazioni di GNL dalla Russia sono aumentate del 50%, il carbone del 6% e l’elettricità, attraverso una linea di trasmissione trasversale, del 39%. In totale la Cina nel 2022 ha speso 43,68 miliardi di dollari per le importazioni di energia russa.

La decisione di approfondire i legami con la Russia non è semplicemente un dispetto all’Occidente. La Russia sta notevolmente sottoquotando la concorrenza con i suoi prezzi dell’energia. Si ritiene che la Cina abbia risparmiato circa 3 miliardi di dollari acquistando greggio russo, pagando circa 708 dollari per tonnellata, anziché acquistare importazioni alternative, che costano circa 816 dollari per tonnellata.

E la Cina non è l’unico Paese ad aver notato i bassi prezzi dell’energia in Russia, in particolare perché gran parte del mondo sta combattendo contro la scarsità di energia e l’aumento dei prezzi del petrolio e del gas.

LE STRATEGIE DELL’INDIA

In India, il primo ministro Narendra Modi ha mostrato interesse a favorire le relazioni commerciali del Paese con la Russia per acquisire forniture energetiche a basso costo. In una dichiarazione all’Eastern Economic Forum di Vladivostok, in Russia, Modi ha proposto che tra le due potenze nasca un “partenariato speciale”, dimostrando interesse a rafforzare la cooperazione. L’India negli ultimi mesi ha già aumentato le sue importazioni di petrolio dalla Russia, nonostante abbia chiesto “diplomazia e dialogo” sulla guerra in Ucraina. E ha fatto ben poco per rispondere alla pressione occidentale su queste importazioni.

Il ministro del petrolio indiano, Shri Hardeep Singh Puri, ha dichiarato la sua fedeltà all’India e a garantire la sicurezza energetica. Puri ha spiegato che “no, non c’è conflitto. Ho un dovere morale nei confronti dei miei consumatori”.

Modi ha chiesto a più riprese maggiore assistenza dall’Occidente per migliorare la sicurezza energetica dell’India e aiutare il Paese nella transizione verso un futuro basato sulle energie rinnovabili. Al vertice sul clima COP26 dello scorso anno il premier ha dichiarato che l’India ha un potenziale significativo nelle energie rinnovabili, tra cui l’energia eolica e solare e l’idrogeno verde, ma avrà bisogno di un maggiore sostegno e investimenti esteri per liberare le sue capacità.

Se gli investimenti esteri nel settore energetico indiano sono in aumento e il governo ha iniziato a stabilire politiche significative per l’energia verde, a causa della sua popolazione in crescita e dei timori per la scarsità di petrolio e gas, l’energia del Paese è tutt’altro che sicura.

LA SITUAZIONE IN ARABIA SAUDITA E IN IRAN

In Medio Oriente, sia l’Arabia Saudita che l’Iran hanno rafforzato i loro legami con la Russia sulla scia del conflitto in Ucraina. L’Arabia Saudita ha più che raddoppiato la quantità di olio combustibile russo importato nel secondo trimestre del 2022, il che le ha permesso di esportare livelli più elevati del greggio che produce. Il combustibile russo scontato è diventato sempre più attraente per gli acquirenti stranieri, che non supportano le sanzioni sull’energia russa.

Nel frattempo, l’Iran – anch’esso sanzionato – sta cercando di rafforzare i legami con la Russia mantenendo le sue relazioni instabili con l’Occidente. L’Iran e la Russia si sono spesso trattati come partner di convenienza, un rapporto che è continuato dalla guerra. L’Iran è stato il primo Paese non ex sovietico visitato da Putin dopo l’invasione, segnalando la sua intenzione di promuovere una partnership con Teheran. E c’è un potenziale significativo per la Russia sul rientro dell’Iran nel mercato petrolifero internazionale, se con gli Stati Uniti venisse concordato un nuovo accordo sul nucleare (il JCPOA, ndr), poiché l’Iran potrebbe importare petrolio e gas russi per soddisfare le esigenze nazionali, consentendogli di esportare greggio iraniano o re- esportare petrolio russo ai consumatori non europei.

Mentre Europa e Nord America continuano a voltare le spalle all’energia russa, Cina, India e molti altri Paesi stanno sfruttando l’opportunità per aumentare le importazioni di petrolio e gas a basso costo per migliorare la loro sicurezza energetica. Nonostante le crescenti pressioni da parte dell’Occidente per condannare le azioni della Russia rifiutando la sua energia, per molte potenze mondiali l’appeal di forniture energetiche a basso costo si sta rivelando qualcosa di troppo grande da rifiutare.

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