In base a quanto previsto nel PNRR, le politiche sull’idrogeno potranno contare su 2,9 miliardi di euro di finanziamenti (di cui oltre 2,2 miliardi gestiti dal MASE) da ripartire su 6 linee di investimento
Tra i numerosi vettori energetici su cui l’Italia ha deciso di puntare nel percorso di transizione energetica un ruolo di primo piano dovrebbe svolgerlo l’idrogeno. Ad oggi i costi sono ancora alti, e il governo sta lavorando su più fronti per renderli competitivi e poter sfruttare quindi questo gas che viene considerato molto promettente nell’ottica della decarbonizzazione.
LA STRATEGIA NAZIONALE DELL’IDROGENO
Nei giorni scorsi il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin, ha presentato la Strategia nazionale dell’idrogeno, che illustra tre scenari di diffusione a seconda del grado di penetrazione del vettore. L’obiettivo della strategia è quello di attivare delle misure per agevolare la realizzazione dei primi progetti di produzione di idrogeno previsti dal PNRR, che dovranno essere operativi entro il 2026.
In base a quanto previsto nel PNRR, le politiche sull’idrogeno potranno contare su 2,9 miliardi di euro di finanziamenti (di cui oltre 2,2 miliardi gestiti dal MASE) da ripartire su 6 linee di investimento: ricerca e sviluppo, utilizzo dell’idrogeno nei settori hard to abate, elettrolizzatori, hydrogen valleys e sperimentazione dell’idrogeno nel trasporto ferroviario e stradale.
LE MISURE SULL’IDROGENO PREVISTE NEL PNRR
Se, guardando allo stato d’avanzamento delle singole misure, al momento non si registrano particolari ritardi, l’attuazione dei progetti non sembra essere immediata. Per quanto riguarda la misura sulla costruzione degli elettrolizzatori, le risorse sono distinte in 3 sottoambiti e, dopo vari passaggi, si è giunti ad una prima selezione di progetti che dovranno garantire una catena del valore dell’idrogeno.
I SETTORI HARD TO ABATE
Per quanto concerne invece la questione dei settori hard to abate – che prevede un miliardo di euro per sostituire almeno il 10% del metano e dei combustibili fossili utilizzati nei processi produttivi di questi settori produttivi -, finora sono stati concessi poco più di 10,1 milioni.
LE HYDROGEN VALLEYS
Sul fronte hydrogen valleys – che prevede di produrre idrogeno nelle aree industriali dismesse – la misura europea RepowerEu ha permesso di aggiungere ai 48 progetti finanziati finora altri 9, per un totale di 57. Questi progetti dovranno consentire di raggiungere i due target previsti: almeno 10 progetti di produzione con capacità media di 1-5 MW ciascuno il primo e 2 progetti aggiuntivi per il secondo, entrambi da completare entro il 30 giugno 2026.
LA RICERCA E SVILUPPO SULL’IDROGENO
Sul fronte ricerca e dello sviluppo, per quella data l’Italia dovrà aver svolto almeno 10 progetti, uno per ciascuno dei 4 filoni previsti (dalla produzione di idrogeno verde e pulito alle tecnologie innovative per lo stoccaggio e il trasporto del gas). Su questo, il Mase ha comunicato che sono stati già adottati i provvedimenti di concessione a favore dei titolari dei progetti giudicati ammissibili e che l’attività realizzativa è nella sua fase iniziale.
Sull’idrogeno, quindi, qualcosa si sta muovendo. Con una scadenza così stretta, però, il rischio che non tutto vada in porto è concreto.