A Enea vertici rinnovati, Arera alle prese con le nomine Csea e l’indagine sul mercato elettrico. Cnr nel caos dopo la fine del mandato del presidente lo scorso 27 maggio
Si avvicina l’estate e con essa l’avvio del valzer di nomine: sono ben 50 gli enti pubblici con 77 cariche scadute o in scadenza entro il 30 settembre 2025 secondo quanto emerge dal dossier a cura del Servizio per il Controllo Parlamentare della Camera dei deputati aggiornato a marzo 2025. Ma come sta procedendo la tornata di nomine?
A ENEA TUTTO FATTO, PRESIDENTE E CDA NOMINATI
Partiamo da Enea: il ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica ha infatti siglato il decreto di nomina del Consiglio di amministrazione. Secondo quanto riportato da Ansa accanto alla presidente Francesca Mariotti, che ha completato l’iter parlamentare di nomina, sono stati scelti i nuovi consiglieri Michele Ennas, Massimo Iannetta, Gian Piero Joime, più il componente elettivo Claudio Pioli.
IL RINNOVO DEI VERTICI DI ARERA: ANCORA RUMORS SUI NOMI
Una delle nomine più spinose, per l’importanza dell’incarico, riguarda invece Arera: mancano poche settimane alla scadenza dei sette anni di mandato dell’attuale Collegio di Arera, l’Autorità di Regolazione per Energia, Reti e Ambiente che “governa” il settore energetico (ma anche delle acque e dei rifiuti) italiano. La Relazione annuale che verrà presentata il 17 giugno dovrebbe rappresentare l’ultimo atto dell’attuale Collegio.
Arera è senza dubbio un’Authority molto ambita perché interviene in settori, come quello di energia, rifiuti e acqua, fondamentali non solo per la vita collettiva ma anche per le imprese. Si occupa di regolare tutte le procedure in questi settori comprese le incentivazioni e le remunerazioni per gli operatori mentre per il presidente lo stipendio elevato – 240mila euro annui che è il trattamento del primo presidente della Cassazione – e la visibilità che offre l’incarico ne fanno una meta molto ambita.
Tra i rumors in circolazione sui nomi di possibili candidati ad Arera risultano per il momento sia figure interne che esterne, tutte più o meno alla ricerca di sponsor per tentare la scalata al board dell’Autorità: tra queste Massimo Ricci, attuale direttore della divisione Energia di Arera e Lorenzo Bardelli direttore della divisione Ambiente sempre dell’Authority. Ma si fanno anche i nomi di Bernardo Pizzetti, direttore generale della Cassa per i servizi energetici e ambientali (Csea) fino al 23 ottobre 2025 e la capo segreteria tecnica del ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, Francesca Salvemini.
Un altro nome che circola tra i “papabili” è quello dell’attuale presidente del Gse Paolo Arrigoni che tuttavia è stato confermato alla presidenza del Gse nel luglio dello scorso anno e ha il mandato in scadenza con l’approvazione del bilancio di esercizio 2026.
ZUCCONI (FDI): PRESENTATA INTERROGAZIONE SU NOMINA DG CSEA, NO COLPI DI MANO DA PARTE DI ARERA
Qualche strascico l’attuale Collegio se lo sta portando dietro a cominciare dalla nomina del nuovo direttore generale di Csea: “Ho presentato un’interrogazione al ministro Giorgetti sul tentativo di Stefano Besseghini, presidente del Collegio di Arera, di nominare, con oltre sei mesi di anticipo, il direttore generale che guiderà la Cassa per i servizi energetici e ambientali (CSEA) per i prossimi tre anni, ente sottoposto alla vigilanza dell’ARERA e del Ministero dell’Economia e delle Finanze”, ha scritto in una nota il deputato di Fratelli d’Italia Riccardo Zucconi. “Purtroppo non è un’iniziativa isolata, visto che già a novembre vi fu un maldestro tentativo di nominare, sempre da parte di Besseghini, il nuovo direttore generale. Si tratta di una situazione alquanto singolare visto che lo stesso Besseghini è in scadenza di mandato, il prossimo 8 agosto. Attraverso questa nomina vorrebbe imporre, con un colpo di mano, al Collegio di prossima nomina da parte del Governo e Parlamento colui che dovrà dirigere l’unico ente strumentale di ARERA e il solo che preveda una delibera autonoma dell’Autorità per la nomina. A tutto ciò si aggiunge anche il fatto che l’operato di ARERA è sotto i riflettori, oggetto di una serie di atti di sindacato ispettivo che tendono a fare luce su importanti questioni che potrebbero evidenziare criticità sull’attuale gestione dell’attività di ARERA, che ricordiamo incassa 30 miliardi all’anno provenienti dalle bollette. Per questo ritengo che sia indispensabile fare chiarezza, evitando nomine che proprio per la tempistica destano numerose perplessità”.
L’INDAGINE ARERA SUL MERCATO ELETTRICO
Altro punto dolens, l’indagine sulle potenziali anomalie del mercato elettrico per determinare se i prezzi dell’elettricità, che sono più alti rispetto ai vicini paesi europei, siano causati dalla speculazione, come ha dichiarato anche la premier Giorgia Meloni. I risultati erano attesi per il 31 marzo ma al momento nulla di fatto, tanto che il Pd ha presentato un’interrogazione al ministro dell’Ambiente Gilberto Pichetto Fratin per chiarire la vicenda.
CNR NEL CAOS: PRESIDENTE SCADUTO IL 27 MAGGIO INSIEME A 3 MEMBRI DEL CDA SU 5 DECADUTI A MARZO
Capitolo Cnr: il mandato della presidente (Maria Chiara Carrozza) è scaduto il 27 maggio mentre 3 membri del CdA su 5 sono decaduti a marzo, riporta La Repubblica: “Il bilancio consuntivo del 2024 non è ancora stato approvato, e senza quello è impossibile sbloccare nuovi fondi. Il Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr), la nave ammiraglia della scienza italiana con 9.300 dipendenti, 5.400 dei quali ricercatori, 102 anni di vita e 1,7 miliardi di budget annuale, si ritrova a vagare senza un timoniere”.
“Il processo per rinnovare la direzione degli altri enti di ricerca italiani è iniziato alla fine dell’anno scorso ed è arrivato a buon fine. Per il Cnr no, e non sono mancate voci che ipotizzavano la volontà del governo di commissariare la più importante fra le istituzioni dedicate alla scienza in Italia”, ha proseguito La Repubblica aggiungendo che la ministra dell’università e della ricerca Anna Maria Bernini ha promesso nomine al più presto. Tuttavia, “tra pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, analisi dei curriculum e selezione, la scelta del presidente richiederà comunque mesi. Molto più rapida sarebbe la nomina dei tre membri decaduti del cda (il quarto è il presidente stesso). Uno di loro potrebbe accedere al ruolo di vicepresidente e prendere in mano il timone in tempi brevi”.