Var Energi AS controllata da Eni spera di vendere la nave galleggiante di produzione, stoccaggio e scarico (FPSO) Jotun mentre in Congo, si collabora con i consulenti per la vendita di un pacchetto di asset gestiti
Eni sta cercando di vendere gli asset di sua proprietà in Norvegia e nella Repubblica del Congo al pari di quanto stanno facendo anche altre aziende del settore per cercare di arginare la crisi innescata dal coronavirus. Lo rivela Bloomberg evidenziando che in Norvegia Var Energi AS, controllata da Eni, spera di vendere la nave galleggiante di produzione, stoccaggio e scarico (FPSO) Jotun mentre in Congo, si collabora con i consulenti per la vendita di un pacchetto di asset gestiti.
COSA ACCADE IN NORVEGIA
“Con i prezzi del greggio scesi di un terzo quest’anno, i produttori di energia hanno fatto tagli drastici ai costi, ridotto il personale e scaricato le attività (…) Lazard Ltd. sta fornendo consulenza alla società sulla vendita dell’FPSO, che ha un valore di circa 1 miliardo di dollari. La nave è stata portata a terra il mese scorso per il potenziamento e sarà utilizzata per prolungare la durata del campo di Balder nel Mare del Nord”.
COSA ACCADE IN CONGO
“In Congo, Eni ha una produzione lorda di oltre 90.000 barili di petrolio equivalente al giorno da giacimenti gestiti e altri 56.000 barili da beni non gestiti, secondo il suo sito web. Eni sta inoltre sviluppando il giacimento di Nene Marine, che prevede di raggiungere la produzione di plateau di oltre 120.000 barili al giorno in più fasi”, ha concluso Bloomberg.