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Eolico, al 2030 coprirà il 29,6% dei consumi UE

L’eolico ha un grande potenziale, ma l’Italia resterà il fanalino di coda se non si faranno nuove aste in tempi rapidi
Al 2020, l’eolico coprirà il 16,5% della domanda elettrica europea (superando così l’idroelettrico e divenendo la prima fonte rinnovabile), mentre al 2030 gli 888 TWh generati dal vento copriranno il 29,6% dei consumi UE. Lo sostiene l’Associazione europea dell’eolico WindEurope, che ha pubblicato i due report “Outlook to 2020” e “Scenarios for 2030”, elaborati insieme all’ANEV, Associazione Nazionale Energia del Vento.
I due studi evidenziano che l’energia del vento, in Europa, registrerà una crescita notevole, dove nel quadriennio 2017-2020, grazie a una media di 12,6 GW installati ogni anno, verranno realizzati più di 50 nuovi GW, che porteranno la capacità cumulata a 204 GW. La crescita continuerà anche nel decennio successivo, portando la potenza a 323 GW (253 GW onshore e 70 GW offshore) nel 2030, più del doppio di quella registrata a fine 2016 (160 GW).
E ancora: l’eolico potrà arrivare a soddisfare nel 2020 il 16,5% della domanda elettrica europea (superando così l’idroelettrico e divenendo la prima fonte rinnovabile), mentre al 2030 gli 888 TWh generati dal vento copriranno il 29,6% dei consumi UE.
E in Italia?
Le prospettive in Italia sono meno rosee rispetto alla media europea: secondo lo studio, non verranno istallati più di 1,6 GW al 2020. WindEurope assegna all’Italia un “policy outlook” al 2020 negativo, dovuto al ritardo nell’adozione della SEN e del Decreto per le nuove aste.
L’ANEV denuncia da tempo i gravi ritardi normativi che bloccano il settore eolico italiano, da sempre sottoposto a ingiuste penalizzazioni e a periodi di stallo dovuti a vuoti normativi. Tali ritardi si ripercuotono negativamente sul sistema industriale dell’eolico nazionale, aumentando le inefficienze dovute all’incertezza e alla mancata programmazione.
Oltre a mettere in pericolo un intero comparto, questi ritardi da parte delle Istituzioni nell’elaborazione di norme che regolino il settore, contribuiscono al mancato raggiungimento degli obiettivi che il Paese si è posto, sia al 2020 che al 2030.
L’eolico italiano ha tutto il potenziale per raggiungere e superare gli obiettivi fissati al 2020, è necessario però che i pubblici decisori, anche a fronte del triste dato emerso dai report WindEurope, siano più incisivi nell’impegno preso alla lotta ai cambiamenti climatici e a sostegno del settore eolico e delle rinnovabili, iniziando ad accelerare i tempi per la pubblicazione dei provvedimenti attuativi previsti e già in colpevole ritardo. Il DM che definisce contingenti e procedure di aggiudicazione per le nuove aste, che il settore attende ormai dalla fine del 2016, deve essere emanato quanto prima.