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Eolico

Eolico offshore e agrivoltaico, le due promesse delle rinnovabili

Eolico offshore e agrivoltaico, le due Cenerentola dell’energia guideranno la crescita delle rinnovabili? Il webinar di Elettricità Futura

L’eolico offshore e l’agrivoltaico guadagnano sempre più l’attenzione del mondo dell’energia grazie all’innovazione tecnologica. Cruciali saranno le partite che si giocheranno nei prossimi mesi: l’aggiornamento del Pniec e i tre schemi  di decreto su Fer II, comunità energetiche e agrivoltaico. Il Governo italiano punta su flessibilità, sicurezza del sistema energetico, diversificazione delle fonti e neutralità tecnologica per aumentare la penetrazione delle rinnovabili nel mix. L’incognita rimangono però le autorizzazioni. Di questo e tanto altro si è parlato durante il webinar organizzato da Elettricità Futura, intitolato “L’innovazione tecnologica nell’eolico e nel solare”.

REBAUDENGO: “GRAZIE AL MASE PER L’IMPEGNO SUL CONTESTO NORMATIVO”

“Eolico e fotovoltaico sono le due tecnologie che sono destinate a realizzare la maggior parte dei nuovi GW che dovremo installare da qui 2030 nel nostro Paese. E ormai al 2030 mancano solo 8 anni”, ha sottolineato Agostino Re Rebaudengo, Presidente di Elettricità Futura. Un salto importante che permetterà di creare oltre mezzo milione di nuovi posti di lavoro in 8 anni, secondo Rebaudengo.

Il percorso verso la transizione ha tre snodi principali, secondo il Presidente di Elettricità Futura. “Il primo è cosa dovremmo fare nei prossimi anni 8 anni come mix, il secondo quello che l’industria deve fare. Il terzo è l’importante rapporto tra le Istituzioni. Penso al rapporto con il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, ma anche alle Regioni e i Comuni dove poi gli impianti effettivamente li costruiamo”.

Il Presidente di Elettricità Futura ha tenuto a sottolineare “l’attenzione che il Mase sta mettendo per far sì che ci sia un contesto normativo adatto a raggiungere questo importante obiettivo”.

IL 2023 È L’ANNO DELL’EOLICO?

L’eolico avanza, trainato dall’offshore. Sono diversi gli operatori che guardano con interesse alla tecnologia dell’eolico flottante, una delle innovazioni che potrebbe vedere l’Italia protagonista nel panorama mondiale. Le caratteristiche del Mar Mediterraneo lo rendono l’habitat ideale per la tecnologia galleggiante, al contrario dei freddi e tempestosi mari del Nord.

“Stiamo guardando con molta attenzione al floating, sia per quanto riguarda gli aspetti dell’evoluzione del quadro normativo, anche insieme ad Elettricità Futura, sia per quanto riguarda la maturità della tecnologia stessa”, ha spiegato Durante Schiavone, Head of Engineering Innovation di Erg.

Non solo offshore però, l’energia del vento crescerà anche sulla terraferma.

“Abbiamo avviato un programma di repowering che prevede per quest’anno le nuove istallazioni per un progetto in Sicilia. Al momento nel piano industriale Erg al 2026 ci sono circa 270 MW di nuove installazioni derivanti dal repowering. Accanto a questo, abbiamo avviato anche un programma di Reblading. È stato completato su 3 impianti e sarà completato su un altro impianto quest’anno. L’intervento prevede la sostituzione del solo rotore dell’aerogeneratore con uno di nuova generazione sia per quanto riguarda i materiali, sia quanto riguarda la parte aria dinamica”, ha aggiunto Schiavone.

EOLICO E SOLARE, IL NUOVO PNIEC

Flessibilità, sicurezza del sistema energetico, diversificazione delle fonti, neutralità tecnologica e finanza sostenibile sono i pilastri dell’aggiornamento del Piano Nazionale Integrato Energia e Clima proposto dal Governo.

“Nelle scorse settimane abbiamo iniziato anche il lavoro importante di aggiornamento del Pniec. C’è una differenza sostanziale rispetto alla fine del 2019. Quello che è cambiato è l’orizzonte. All’inizio il presidente Re Rebaudengo ha citato un obiettivo in termini di GB e un orizzonte temporale di 8 anni. In realtà prevediamo di chiudere i lavori entro questa estate, per arrivare all’approvazione del testo definitivo non prima dell’anno prossimo”, ha affermato Luca Venturino, membro della Segreteria Tecnica del Dipartimento Energia del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica.

Pniec che aggiornerà gli obiettivi italiani sulla base del pacchetto Fitfor55, ma anche del Repower EU e del Net Zero Industry Act. Una sfida non semplice, ma anche un’opportunità importante per lo sviluppo delle infrastrutture e dei meccanismi di mercato connessi.

“I meccanismi di flessibilità e partecipazione al mercato etc. sono strumenti che noi riteniamo fondamentali per cercare di mitigare gli impatti che questi GW di nuova capacità rinnovabile possono determinare sulla rete e quindi sugli utenti finali”, ha aggiunto Venturino.

FER II E COMUNITÀ ENERGETICHE

I tre schemi di decreto riguardanti la Fer II, le comunità energetiche e l’agrivoltaico proposti dal Governo sono allo studio dell’Europa. I testi non dovrebbero subire grandi cambiamenti, a meno di obiezioni dell’Ue.

“Gli schemi di decreto su Fer II, comunità energetiche e agrivoltaico hanno testi consolidati. Nell’ultimo caso ci sono contingenti legate a impianti di piccola taglia e media. Siamo in una fase di negoziato con la Commissione Europea, non è una cosa che richiederà pochissimi giorni, ancora serve qualche settimana per avere la definizione e la certezza dei contributi”, ha affermato Luca Venturino, membro della Segreteria Tecnica del Dipartimento Energia del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica.

“La Red II e le altre norme precedenti hanno portato benefici in termini di semplificazioni normative e certezza del quadro regolatorio, anche se c’è ancora da fare”, ha aggiunto Venturino.

IL POTENZIALE DI SOLE E AGRICOLTURA

Le innovazioni tecnologiche proiettano il fotovoltaico verso un futuro che si prospetta roseo. Moduli bifacciali e integrazione con l’agricoltura rappresentano la nuova frontiera dell’energia del sole. Enel Green Power investirà 600 milioni di euro per aumentare di 15 volte la capacità di produzione della 3Sun, la più grande fabbrica europea di produzione di moduli fotovoltaici bifacciali ad alte prestazioni. La tecnologia bifacciale HJT offre alte performance e un basso degrado dei moduli, permettendo di produrre pannelli più competitivi e efficienti, ha spiegato Massimiliano Tarantino, Head of Business Development Repowering di Enel Green Power.

“L’hub avrà una capacità produttiva massima di 200 MW all’anno. Quest’anno c’è un ulteriore espansione della fabbrica, attualmente in corso, che comporta un investimento di 600 milioni di euro e un aumento della sua capacità di produzione di 15 volte. Quindi, passeremo degli attuali 200 MW fino a 3 GW all’anno di moduli fotovoltaici prodotti. Questo aumenterà anche l’occupazione locale diretta e indiretta, creando circa 1.000 posti di lavoro entro il 2024. Un catalizzatore anche per il rilancio della catena del valore del fotovoltaico in Europa. Inoltre, contribuirà alla riduzione della dipendenza e sicurezza energetica del Paese, accelerando la transizione energetica”, ha affermato Massimiliano Tarantino.

“Questo impianto dovrebbe essere completamente commissionato a luglio 2024. A settembre di quest’anno partiremo con i primi 400 MW. Almeno il 60% di questa produzione sarà destinato al mercato europeo, quindi un contributo molto importante al mercato Ue del fotovoltaico. Saranno prodotti due tipi di moduli: uno bifacciale destinato al settore utility e scale. L’altro sarà monofacciale per i settori industriale, commerciale e residenziale con dimensioni inferiori”, ha aggiunto Tarantino.

L’AGRIVOLTAICO AVANZA

L’agrivoltaico guadagna terreno, rendendo più stretta la connessione tra energia e agricoltura. Il lavoro sinergico con le aziende agricole offre vantaggi in termini di impronta idrica della coltivazione, con l’utilizzo di acqua che scende del 70%, proprietà organolettiche delle coltivazioni e applicazione di tecniche agronomiche avanzate. Il rovescio della medaglia rispetto al fotovoltaico in serra è legato ai rilevanti costi dell’installazione, sia in termini di Capex che di mantenimento, che sono piuttosto elevati. Inoltre, l’occupazione del suolo non è reversibile perché le strutture hanno bisogno di costruzioni in calcestruzzo e cemento. Tuttavia, secondo Ef Solare Italia, esiste una soluzione per mitigare i lati negativi: integrare l’agrivoltaico in altezza.

“In Italia siamo il primo operatore del settore per capacità installata con oltre 850 MW e vogliamo raddoppiarla nei prossimi anni grazie a un ambizioso piano di sviluppo. In Spagna c’è ancora un’immaturità del tema, quindi la pipeline è tradizionale. Invece, in Italia la nostra ambizione è sviluppare fortemente l’agrivoltaico, intesa come la massima integrazione possibile tra l’azienda agricola e l’impresa che produce energia da fonti rinnovabili”, ha affermato Gianluca Teodori, Head of Operation Ef Solare Italia.

“Esistono innovazioni che nel giro di due anni hanno cambiato completamente la la loro dimensione. Un esempio è l’agrivoltaico, di cui non si parlava cioè un esempio anche l’agricoltura due anni fa, non se ne parlava nemmeno di installare impianti fotovoltaici nel settore agricolo. Oggi queste infrastrutture sono diventate un elemento di equilibrio sia per le imprese del settore sia per il comparto energetico. Questa integrazione dei sistemi è qualcosa su cui noi stiamo buttando e che cercheremo di sviluppare in futuro”, ha spiegato Venturino.

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