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Ex Ilva, il 20/12 il vertice del governo. I sindacati: “la gestione di Acciaierie d’Italia deve cambiare”

Secondo i sindacati il governo, “con un provvedimento d’urgenza, dovrebbe acquisire il controllo dell’azienda, rimuovere gli ostacoli, garantire la produzione, la sicurezza e la ripresa degli investimenti, individuando nuovi partner e soluzioni industriali” per l’ex Ilva
La data da segnare in rosso è il prossimo 20 dicembre. È quello, infatti, il giorno in cui il governo ha convocato un vertice sull’ex Ilva, con l’Italia che preme sul colosso franco-indiano Arcelor Mittal affinché apporti capitali al polo siderurgico di Taranto. ArcelorMittal detiene il 62% delle quote di Acciaierie d’Italia, Invitalia il restante 38%.

Nel frattempo, prosegue l’azione dei sindacati. Ieri, 11 dicembre, sotto Palazzo Chigi i leader nazionali di FIM, FIOM e UILM, Roberto Benaglia, Michele De Palma e Rocco Palombella, hanno tenuto una conferenza stampa, annunciando che “è giunto il tempo di cambiare la gestione di Acciaierie d’Italia”.

EX ILVA: L’ASSEMBLEA DEGLI AZIONISTI RINVIATA AL 22/12

Dopo tre incontri andati a vuoto, l’assemblea degli azionisti di Acciaierie d’Italia è stata aggiornata al prossimo 22 dicembre. Come ha spiegato in un recente cda l’amministratore delegato, Lucia Morselli, la grave crisi finanziaria richiede una ricapitalizzazione di almeno 320 milioni di euro, indispensabili per pagare la fornitura di gas e fronteggiare le esigenze più immediate della società.

Secondo i sindacati il governo, “con un provvedimento d’urgenza, dovrebbe acquisire il controllo dell’azienda, rimuovere gli ostacoli, garantire la produzione, la sicurezza e la ripresa degli investimenti, individuando nuovi partner e soluzioni industriali”.

EX ILVA: LA POSIZIONE DI ARCELORMITTAL

Nell’ultima riunione ArcelorMittal ha presentato una memoria di 12 pagine in cui, oltre a sottolineare gli investimenti garantiti durante la gestione dell’ex Ilva, parla di una presunta inadempienza da parte del partner pubblico rispetto agli impegni sottoscritti tramite i patti parasociali.

Dell’Ex Ilva “il governo se ne sta assolutamente occupando”, è stato l’unico commento del ministro per gli Affari europei e il Sud, Raffaele Fitto, che ha parlato alla trasmissione di RaiTre “In mezz’ora”.

I POSSIBILI SCENARI SU ACCIAIERIE D’ITALIA

Tra i possibili scenari c’è anche quello di seguire le indicazioni del protocollo d’intesa firmato lo scorso 11 settembre e fondato, secondo alcune fonti, su un piano industriale di 4,6 miliardi di euro di investimenti, di cui 2,27 miliardi arriverebbero dal RepowerEu, senza impegni per la multinazionale.

Per i sindacati FIM, FIOM e UILM “la più grande azienda siderurgica italiana, vitale per molte altre filiere produttive, rischia il tracollo produttivo e il disastro occupazionale, e il sindacato dei metalmeccanici vuole continuare a battersi per evitarlo”. Secondo l’USB, il vertice del 20 dicembre “deve rappresentare una svolta, non possono esserci altri rinvii. Il futuro dell’Italia si gioca ora: il governo deve cacciare ArcelorMittal e nazionalizzare l’ex Ilva”.

UIL: LA PRODUTTIVITÀ AUMENTA DOVE C’È RIDUZIONE ORARIO

Il segretario generale della UIL, Pierpaolo Bombardieri, intervenendo alla trasmissione “Agorà” su RaiTre, ha spiegato che “sulla produttività bisognerebbe guardare i numeri: i casi in cui si è sperimentata la riduzione dell’orario di lavoro e in cui si è discussa l’organizzazione del lavoro, la produttività è aumentata. È un dato oggettivo, non è un sogno”.

UILM: IL GOVERNO SI ASSUMA LE SUE RESPONSABILITÀ

“Il 20 dicembre verremo qui e il governo ci dovrà dire la proposta che ha elaborato per salvaguardare 20.000 posti di lavoro, la produzione di acciaio e l’ambiente. Non si può continuare a prendere tempo. I lavoratori sono persone con una grande dignità, chi fa politica deve assumersi i problemi e fare proposte”. Così ieri il leader della UILM, Rocco Palombella, nella conferenza stampa organizzata dai sindacati dei metalmeccanici sotto Palazzo Chigi. L’affidamento a Mittal dura da 4 anni, e per Palombella “il bilancio è sotto gli occhi di tutti: è stato fallimentare fin dal primo momento, non c’è stato un anno senza l’utilizzo della cassa integrazione o con un livello produttivo minimo. Non hanno speso un euro, e ora chiedono il conto. Chiederemo chiarezza e decisione e, se il 20 ci daranno notizie negative, noi non staremo fermi”.

FIOM: LA SITUAZIONE NON È PIU’ PROCRASTINABILE

“Il 20 dicembre dobbiamo avere dal governo le risposte definitive sulla situazione” e, se le risposte non arriveranno, resteremo qui”. Così il leader della FIOM, Michele De Palma, che ha aggiunto: “così, magari, il dossier sarà affrontato. La situazione non è più procrastinabile, Mittal non vuole mettere le risorse”.

FIM-CISL SULL’EX ILVA: GOVERNO NON PUÒ CONTINUARE AD ESSERE SOCIO DI MINORANZA

Infine, per Valerio D’Alò, della FIM-CISL nazionale, “il governo non può continuare da socio di minoranza a mettere soldi che fa gestire a qualcun altro. Deve riprendere la governance, ripensare i manager e mettere in quello stabilimento delle persone che sappiano fare l’acciaio. È arrivato il momento in cui il governo conduca la partita e decida cosa deve fare dell’ex Ilva, se rilanciare gli impianti oppure no”.

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