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Carburanti

Frodi carburanti, la Lega chiede l’intervento del Governo

Arrigoni e Ripamonti: Operatori onesti stretti nella morsa tra concorrenza sleale e continui aggravi burocratici

“Tra i settori più colpiti dalle misure di contenimento del Coronavirus e dal crollo dei consumi c’è quello della distribuzione di carburante, per il quale si è registrata negli scorsi mesi la chiusura del 10% delle imprese e resta alto il rischio per i titolari di essere vittima di casi di usura e riciclaggio. Nel comparto i cambi di proprietà sono sempre più frequenti, soprattutto nelle regioni dove i fenomeni di infiltrazione mafiosa sono più comuni, e l’allerta su un incremento di frodi carburanti nel primo semestre del 2020 è stato segnalato dal rapporto della Direzione Investigativa Antimafia. Per contrastare questo fenomeno negli ultimi cinque anni nel settore dei carburanti è stata introdotta una mole di norme che non ha precedenti nella storia del diritto tributario, le aziende oneste se ne sono fatte totalmente carico, sia dal punto di vista economico che da quello operativo, anche se la percezione diffusa è che i risultati in termini di antifrode di queste misure siano modesti e che in tale contesto gli operatori continuino a lavorare in un mercato fortemente inquinato dall’illegalità, sempre più oppressi da una quantità spropositata di obblighi”.
Lo denunciano i senatori Paolo Arrigoni, responsabile del Dipartimento Energia della Lega, e Paolo Ripamonti, vicepresidente della Commissione Industria a Palazzo Madama, che hanno depositato un’interrogazione destinata ai ministri dell’economia e finanze Franco e della transizione ecologica Cingolani.
“Per queste ragioni la Lega chiede al Governo e ai ministri di competenza di promuovere un’efficiente attività di contrasto all’illegalità nel settore dei carburanti, attraverso l’istituzione di una “cabina di regia” che potenzi l’azione di controllo e repressione con iniziative congiunte e strettamente coordinate tra tutti gli organi dello stato, oltre a riconsiderare l’attuale modus operandi del legislatore affinché la strategia di contrasto alle frodi non gravi in modo sproporzionato sul sistema delle piccole e medie imprese della distribuzione che operano nella legalità ma che si vedono estromesse dal mercato, strette nella morsa tra concorrenza sleale di matrice criminale da un lato e continui aggravi burocratici dall’altro”, concludono Arrigoni e Ripamonti. “In ogni caso è necessario far precedere l’introduzione di nuove misure e adempimenti da una relazione che ne valuti l’impatto sul mercato e la correlata quantificazione dei costi, prevedendo forme di incentivo, compensazione e ammortamento”.

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