Prossime tappe previste, un voto nel CdA di Agsm, entro giugno, e poi il voto ‘vincolante’ del consiglio comunale che slitterà a settembre od ottobre
“Il dado è tratto, e adesso si guarda avanti. Dopo la presentazione dell’altro pomeriggio ai sindaci di Verona e Vicenza, il progetto di fusione Agsm-Aim-A2A è stato illustrato ieri da un dirigente dell’agenzia Roland Berger ad alcuni assessori della giunta comunale (Zavarise e Rando per la Lega, Polato e Bertacco per FdI ed il capogruppo di Forza Italia, Bianchini) alla presenza del presidente di Agsm, Daniele Finocchiaro, e di quello di Megareti, Alessandro Montagna”. È quanto riferisce il Corriere di Verona aggiungendo che al termine della riunione, il sindaco Federico Sboarina si è mostrato ottimista.
VOTO NEL CDA DI AGSM A GIUGNO
“Prossime tappe previste, un voto nel CdA di Agsm, entro giugno, e poi il voto ‘vincolante’ del consiglio comunale che slitterà a settembre od ottobre. Tra il voto in CdA e quello in consiglio, Agsm e Aim avranno colloqui con gli altri big del settore (Dolomiti, Alperia, Hera e Iren) per vedere se esistano eventuali proposte migliori di quella di A2A. Già mercoledì prossimo, peraltro, si terrà il consiglio comunale straordinario chiesto dalle minoranze, e potrebbe essere un appuntamento rivelatore delle reali intenzioni dei partiti”.
LA MAGGIORANZA È A RISCHIO
“Ricordiamo che al momento, la maggioranza è ‘a rischio’, viste le perplessità espresse sia dalla Lega che da Fratelli d’Italia e da Verona Domani. Dalle opposizioni, intanto, fioccano le critiche. Secondo Michele Bertucco (Sinistra in Comune) ‘l’impressione è che la conquista del veneto occidentale da parte dei lombardi sia non solo già iniziata, ma anche in fase avanzata mentre la Liga Veneta, autonomista soltanto a chiacchiere, deve farsi piacere questa parvenza di multiutility veneta che altro non è che una dependance non solo della Lega Lombarda, ma anche del centrosinistra che governa Milano e Brescia’. E Tommaso Ferrari (Traguardi) sostiene da parte sua che ‘più l’operazione procede, e maggiore è la sensazione che Verona, come territorio, ci guadagni poco, troppo poco’. Ferrari ripropone perciò una gara pubblica perché ‘serve una competizione reale e non solo di facciata tra le possibili opzioni strategiche’”, conclude il quotidiano.