La decisione del panel della Banca Mondiale consentirà di accelerare la ripresa delle esportazioni di Gnl dal paese
Con le tensioni in Libia che tornano di nuovo a spaventare i mercati di petrolio e gas, l’Eni e la spagnola Naturgy con cui l’azienda italiana ha stretto una joint venture (Unión Fenosa Gas) in Egitto ha messo a segno una vittoria che potrebbe accelerare la ripresa delle esportazioni di gas naturale liquefatto dal maxigiacimento Zohr e da altri pozzi egiziani.
ESITO POSITIVO DALL’ARBITRATO INTERNAZIONALE SU DAMIETTA LNG
A spianare la strada a quella che finora sembrava un’ipotesi remota è l’esito di un arbitrato internazionale della Banca Mondiale, che promette di riportare in attività Damietta Lng. L’impianto di liquefazione, fermo dal 2013, potrebbe servire per forniture aggiuntive non solo dall’Egitto, ma anche da Israele e in un futuro più lontano da Cipro.
LO STOP DOPO LA PRIMAVERA ARABA
La decisione del Centro Internazionale per la Risoluzione delle Controversie sugli Investimenti della Banca mondiale è arrivata al termine di un’istruttoria cominciata dopo l’interruzione delle forniture di gas di Damietta – dove opera joint venture Unión Fenosa Gas – da parte dell’Egitto per affrontare carenze interne di energia a seguito delle turbolenze politiche scatenate dalla primavera araba. Unión Fenosa Gas ha portato il suo caso all’ICSID nel 2014. L’organo arbitrale ha statuito che, interrompendo la fornitura di gas, l’Egitto non è riuscito a concedere all’Unión Fenosa Gas “un trattamento giusto ed equo”, contravvenendo al trattato bilaterale di protezione degli investimenti del paese con la Spagna, ha sottolineato Naturgy in una nota. Per questo al Cairo è stata anche condannata a risarcire le due aziende con un 1,7 miliardi di euro che probabilmente saranno pagate sotto forma di rifornimenti gas.
IL RUOLO DELL’EGITTO COME FORNITORE DI GNL È DESTINATO AD AUMENTARE NEI PROSSIMI ANNI GRAZIE A ZOHR
Il ruolo dell’Egitto come fornitore di Gnl è destinato ad aumentare nei prossimi anni, con Zohr destinata ad aggiungere volumi considerevoli al mercato. Il sito ha iniziato la produzione a dicembre e ha riserve stimate in 30 trilioni di piedi cubi, il che lo rende una delle più grandi scoperte degli ultimi due decenni. La produzione dovrebbe salire a 2,7 bcf al giorno entro il 2019.