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Trader Di Gnl In Crisi

Sicuri che i trader di Gnl stanno guadagnando sui prezzi del gas?

Fatti, numeri e scenari sulla situazione del gas naturale liquefatto tra prezzi alti e difficoltà di produzione e logistica

Una delle difficoltà maggiori nell’orientarsi in questa crisi energetica parallela (e inserita) alla crisi pandemica, bellica e quinto socio-economica è quella di capire la reale correlazione tra i vari elementi. Per esempio, tra prezzi del gas e stato dei commerci internazionali. I quali, se pian piano hanno ripreso ritmi importanti dopo le chiusure del 2020 e di parte del 2021, riscontrano ancora problemi tra logistica e produzione.

LA SITUAZIONE DEL GAS NATURALE LIQUEFATTO: PREZZI TOP, PRODUZIONE FLOP

Protagonisti di questo quadro sono i trader di Gnl, che stanno soffrendo i ritardi e le restrizioni alla produzione. Per esempio, a giugno, nel Gnl Freeport statunitense. Un hub importante, che copre il 20% della capacità di export del paese a stelle e strisce e che si piazza al secondo posto degli impianti maggiori in Usa e al settimo nella classifica mondiale.

“Solo su Freeport, non stiamo fornendo un numero. Ma quello che stiamo dicendo è che la migliore stima del management del pieno impatto dell’interruzione di Freeport è nei conti di oggi. Quindi, pieno impatto, il nostro miglior giudizio è nei resoconti di oggi”, ha detto l’amministratore delegato di Bp.

Non solo America: anche un’operazione industriale presso la piattaforma galleggiante Prelude di Shell al largo dell’Australia e una minore offerta dal NLNG della Nigeria per motivi di sicurezza hanno contribuito alle restrizioni. In proposito, si legge da un report di Oilprice, Shell ha affermato che i suoi volumi di vendita di GNL sono scesi da 18,29 milioni di tonnellate nel primo trimestre a 15,21 milioni di tonnellate nel secondo trimestre e ha avvertito che l’azione industriale al Prelude australiano rende le prospettive del terzo trimestre più incerte.

Anche da TotalEnergies hanno parlato sulla situazione, esprimendo simili preoccupazioni per le difficoltà del Freeport americano.

IL REPORT DELL’AIE

Intanto, allargando lo sguardo, le ultime rilevazioni dell’Agenzia Internazionale dell’Energia hanno confermato che i livelli alti del prezzo del gas spingeranno verso il petrolio le mire degli addetti ai lavori. “Questi guadagni straordinari, concentrati in modo schiacciante in Medio Oriente e in Europa, mascherano una relativa debolezza in altri settori, ma spingeranno la domanda al rialzo di 2,1 milioni di barili al giorno a 99,7 milioni di barili al giorno nel 2022 e di ulteriori 2,1 milioni di barili al giorno a 101,8 milioni di barili al giorno nel 2023″, si legge nel rapporto mensile.

L’Unione europea, che continua il percorso di distacco dal gas (russo in primis), porterà le sue richieste a 380 mila barili quotidiani per i prossimi diciotto mesi.

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