Nei giorni scorsi il Financial Times ha dato una notizia importante: la Germania non si opporrà più all’energia atomica nelle sedi europee, quindi non ostacolerà più le spinte della Francia per ottenere parità di trattamento tra il nucleare e le rinnovabili nei regolamenti comunitari.
Infatti, nonostante il nucleare sia una fonte a emissioni zero tanto quanto l’eolico e il solare, non ha accesso agli stessi incentivi, non viene conteggiato allo stesso modo negli obblighi di installazione di capacità energetica pulita e non viene considerato una fonte “verde” per la produzione dell’idrogeno.
Si tratta di una svolta grande, anche considerato che la Germania e la Francia sono i due paesi più influenti nei processi decisionali dell’Unione europea.
Dalla ricostruzione del Financial Times pare che la decisione tedesca sia legata alla volontà di entrare nell’ombrello nucleare francese per la deterrenza nei confronti della Russia. Quindi all’origine della svolta ci sarebbe un calcolo di natura militare, ma non c’è dubbio che la decisione avrà grandi effetti sulla politica energetica europea: adesso l’unico paese membro rimasto a opporsi dichiaratamente al nucleare è l’Austria.
Il nuovo cancelliere tedesco Merz, peraltro, ha criticato la decisione del suo predecessore, Scholz, di chiudere gli ultimi tre reattori nucleari della Germania in un momento critico per il paese, alle prese sia con i prezzi alti dell’energia che con gli impegni di decarbonizzazione. Ciononostante, Merz non sembra avere intenzione di riaprire le centrali tedesche, ma ha detto di voler investire nelle nuove tecnologie nucleari, come i piccoli reattori modulari sui quali si sta concentrando anche l’Italia.