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Fossili

Germania, import carbone giù del 40%

La VDKi ha richiesto una “valutazione imparziale”, soprattutto per quanto riguarda i moderni impianti a carbone nel loro processo di compensazione o di conversione durante il phase-out.

Le importazioni di carbone in Germania nel 2020 potrebbero diminuire fino al 40%, raggiungendo i minimi storici a causa della debole domanda di energia elettrica causata dalla pandemia di coronavirus e a una migliore performance degli impianti a gas dovuta ai bassi prezzi del combustibile e agli alti costi della Co2. A rivelarlo è stata l’associazione tedesca degli importatori di carbone VDKi.

TRA 17,5 E 22,5 MLN DI TONNELLATE DI IMPORT

“Stimiamo che le importazioni ammonteranno a 17,5-22,5 milioni di tonnellate”, ha detto l’amministratore delegato della VDKi Franz-Josef Wodopia durante la conferenza stampa semestrale. Le importazioni del combustibile sono già calate bruscamente dai 43 milioni di tonnellate del 2016, mentre la quota di carbon fossile nel mix energetico tedesco è diminuita.

DAL CARBONE IL 6,4% DELL’ELETTRICITÀ TEDESCA NEI PRIMI SEI MESI DEL 2020

Le centrali a carbone hanno fornito solo il 6,4% dell’elettricità tedesca nella prima metà del 2020, in calo rispetto al 9,9% dell’anno precedente, mentre la quota del gas è aumentata dal 14% al 16%, come mostrano i dati dell’associazione delle utility tedesca BDEW.

Le rinnovabili rappresentano il 50% dell’energia elettrica tedesca, mentre la restante parte proviene da lignite e nucleare. Il Parlamento tedesco ha approvato la legge sull’uscita del carbone a giugno con una prima chiusura con un’asta di compensazione per 4 GW prevista a settembre.

COSA DICE LA LEGGE SUL PHASE OUT

La legge sull’uscita del carbone limita la capacità di questa fonte a 15 GW entro il 2022 e 8 GW entro il 2030. Circa 8 GW delle centrali tedesche rientrano nella categoria di efficienza più alta del 45%, compreso il nuovo impianto a carbone Uniper, 1.1-GW Datteln 4, entrato in funzione a maggio.

La VDKi ha richiesto una “valutazione imparziale”, soprattutto per quanto riguarda i moderni impianti a carbone nel loro processo di compensazione o di conversione durante il phase-out.

PRODUZIONE MONDIALE AL TOP

La produzione mondiale di carbone nel frattempo ha raggiunto il livello record di 7,3 miliardi di tonnellate nel 2019, secondo le stime della VDKi.

“COVID-19 non sembra aver avuto un impatto significativo sull’equilibrio tra domanda e offerta nei mercati del carbone”, ha detto l’associazione aggiungendo che “il recupero dei livelli dei prezzi interni in Cina nel giugno 2020 dimostra come la Cina sia in testa alla ripresa economica”.

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