No di Greenpeace. Cgil si prepara alla mobilitazione a Pisa il prossimo 20 febbraio. Lupi: Interverremo ma serve puntare su nucleare e rinnovabili
Sospensione della tassa sulle emissioni di CO2 oppure riduzione fino all’azzeramento delle differenze di prezzo che si registrano sul mercato del gas all’ingrosso italiano rispetto a quello del Ttf di Amsterdam. Sono queste alcune delle soluzioni a cui il governo starebbe pensando per abbassare i prezzi delle bollette per famiglie e imprese, secondo quanto riferito oggi da La Repubblica. Con la seconda ipotesi caldeggiata da Confindustria e una terza, quella dello sblocco del gas release (cioè l’acquisto del combustibile da parte del Gse per rivenderlo a prezzo calmierato) che invece pare aver perso terreno.
Sulla scelta pesano senza dubbio questioni legate alle risorse. Come ricorda il quotidiano romano, azzerare la tassa sulla CO2 “ha costi importanti”, così come sono importanti i costi legati a una riedizione delle misure Draghi legate all’azzeramento degli oneri di sistema e alla riduzione dell’Iva.
GREENPEACE: SOSPENDERE TASSA SU EMISSIONI CO2 GRAVE ERRORE, BOLLETTE PIÙ CARE PER NOSTRA DIPENDENZA DAL GAS
Non sono chiaramente mancate critiche alle intenzioni del Governo a partire da Greenpeace:” Se dovessero risultare veritieri i rumors su una eventuale sospensione della cosiddetta ‘tassa sulle emissioni di CO2’, ci troveremmo davanti all’ennesima decisione del governo Meloni dannosa per il clima del pianeta, nonché inefficace per calmierare il prezzo delle bollette energetiche che sta tornando a gravare pesantemente su famiglie e imprese. Per affrontare davvero il problema alla radice e alleggerire le bollette di cittadine e cittadini, bisognerebbe invece investire nelle rinnovabili, disaccoppiare il prezzo dell’energia da quello del gas, incentivare l’efficienza energetica e tassare gli extraprofitti sui combustibili fossili”, ha commentato Simona Abbate di Greenpeace.
“I cittadini spagnoli pagano il 40% in meno rispetto a noi italiani perché il 60% della loro energia arriva da fonti rinnovabili – ha continuato Abbate -. L’Italia invece continua a voler investire in gas e petrolio, per poi affannarsi a trovare soluzioni inefficaci per domare prezzi fuori controllo. Dobbiamo invece puntare su eolico e solare, risorse abbondanti nel nostro Paese, non solo per abbassare le bollette, ma anche per garantirci sicurezza energetica e rispettare gli impegni dell’Accordo sul clima di Parigi”.
CGIL, DOPO MESI DI INERZIA GOVERNO SI ACCORGE DI CARO BOLLETTE, ORA INTERVENGA
Secondo il segretario confederale della Cgil Pino Gesmundo “fa piacere che il Governo si sia finalmente reso conto, dopo mesi e mesi di inerzia e allarmi inascoltati, del caro bollette. La Cgil chiede da tempo misure specifiche per combattere l’aumento dei costi dell’energia e per tutelare i cittadini e le cittadine da rincari e speculazioni, e per questo, con Spi, Filctem e Federconsumatori, ha avviato nel 2024 una campagna con incontri e centinaia di assemblee in tutta Italia per informare e assistere lavoratrici, lavoratori, pensionati e pensionate. Ora attendiamo che all’annuncio seguano fatti, possibilmente all’altezza dell’emergenza, e ci prepariamo ad una nuova tappa della mobilitazione, con un’iniziativa nazionale a Pisa il prossimo 20 febbraio”.
“Gas ed energia elettrica sono beni primari – ha ricordato Gesmundo – ma senza interventi di regolazione dei mercati e protezione degli utenti, cittadini ed imprese sono abbandonati a un sistema privo di regole e controlli. Le pratiche commerciali scorrette peggiorano la situazione, sia per gli utenti, con contratti fatti sottoscrivere con tecniche aggressive e ingannevoli, sia per i lavoratori, poiché la filiera promozionale troppo spesso, nella catena di appalti e subappalti, alimenta un lavoro povero, precario, svilente”.
LUPI (NM): INTERVERREMO SU RINCARI, PUNTARE SU NUCLEARE E RINNOVABILI
“Sul caro bollette interverremo nei prossimi giorni, per aiutare famiglie e imprese, come abbiamo sempre fatto”, ha commentato oggi Maurizio Lupi, presidente di Noi Moderati. “I rincari dipendono soprattutto dall’aumento del prezzo del gas, dovuto spesso fattori internazionali: è successo anche in passato, con altri Governi, inutile perciò fare polemiche strumentali. Ma la sfida vera- ha sottolineato Lupi- sarà quella di attuare un nuovo piano energetico nazionale, accelerando sul nucleare pulito, con centrali di terza e quarta generazione, e portando avanti una seria sburocratizzazione e semplificazione delle procedure che incentivi le fonti rinnovabili, dal solare all’eolico all’idroelettrico. Serve il giusto mix energetico, che garantisca diversificazione e sicurezza di approvvigionamento. Confrontiamoci su questo, senza ideologie”, ha concluso Lupi.
PROBABILE INTERVENTO DEL GOVERNO IN CDM LUNEDI’. ASSOUTENTI: RIPRISTINATE SCONTI E CREDITO DI IMPOSTA
Il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, ha annunciato che lunedì il ministro Giancarlo Giorgetti porterà, forse, in Consiglio dei ministri il decreto sul caro bollette. “Bene, non possiamo che essere contenti che il Governo si stia ravvedendo, anche se con un anno e 11 mesi di ritardo, visto che ha cominciato a togliere gli sconti dall’aprile 2023. Meglio tardi che mai! Ora, però, servono atti seri e concreti visto che il gas lo stiamo pagando il 78,7% in più rispetto ai tempi pre-crisi, ossia confrontando i prezzi del Servizio di tutela della vulnerabilità di gennaio 2025 con quelli di gennaio 2021” afferma Marco Vignola, vicepresidente dell’Unione Nazionale Consumatori. “Bisogna ripristinare i crediti di importa per le imprese, per evitare che l’inflazione torni a decollare, mentre per le famiglie bisogna abbassare l’Iva sul gas, se non al 5% come ha fatto Draghi, almeno al 10 per cento. Quanto alle famiglie in condizioni economicamente svantaggiate vanno ripristinate le soglie Isee introdotte da Draghi, ossia 15.000 euro contro i 9.530 euro attuali” conclude Vignola.