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Idrogeno, ecco il piano Ue per stimolare la produzione

Garanzie di origine e obiettivi di domanda sono due punti fermi della bozza di progetto non ancora ufficiale della Commissione europea sulla strategia dell’Ue per l’idrogeno

Le garanzie di origine e gli obiettivi di domanda sono alcuni dei modi in cui l’Ue potrebbe stimolare la crescita dell’idrogeno verde per ridurre le emissioni di Co2, secondo una bozza di progetto non ancora ufficiale della Commissione europea sulla strategia dell’Ue per l’idrogeno.

UN MERCATO APERTO E COMPETITIVO

L’obiettivo, si legge su S&P Global Platts che cita Euroacrive, è quello di progettare un “mercato dell’idrogeno verde aperto e competitivo” con quantità “simili alle materie prime” disponibili per l’industria, come parte degli sforzi europei per essere neutrali dal punto di vista climatico entro il 2050.

STRATEGIA PRONTA L’8 LUGLIO

La strategia dovrebbe essere presentata ufficialmente l’8 luglio, insieme a una strategia di integrazione del sistema energetico Ue: le azioni politiche europee mirerebbero ad aiutare l’idrogeno “verde” rinnovabile a raggiungere “livelli di prezzi competitivi” grazie a fabbriche di idrogeno verde su scala gigawatt in grado di produrre utilizzando energia rinnovabile.

PIU’ RINNOVABILI

Ciò significa che l’Ue dovrebbe potenziare l’energia rinnovabile disponibile per produrre idrogeno e il progetto implica che la strategia finale quantifichi la quantità di energia rinnovabile necessaria per questo entro il 2030, 2040 e 2050.
Nel frattempo il progetto prevede anche che la produzione pulita di idrogeno “blu” sia aumentata per far scendere il prezzo a 1-2 euro / kg “il più rapidamente possibile”.

COSA DICE LA BOZZA

La bozza di strategia suggerisce di utilizzare garanzie di origine “solide” o certificati simili per consentire la negoziazione dell’elemento “rinnovabile” dell’idrogeno verde. Ciò richiederebbe anche una classificazione o tassonomia comune dell’Ue per l’idrogeno pulito, con standard minimi di riduzione delle emissioni di carbonio e criteri di sostenibilità.

La bozza suggerisce anche modi per promuovere la domanda di idrogeno verde, anche stabilendo obiettivi per determinati settori di uso finale e “sostenendo selettivamente” l’offerta di idrogeno verde.

L’attenzione si concentrerebbe su settori che sono costosi da decarbonizzare, come l’industria pesante, compresi fertilizzanti, acciaio, prodotti chimici e cemento e trasporti, compresi l’aviazione e il trasporto marittimo.

La strategia suggerisce anche di utilizzare un programma di contratti per differenza per supportare la produzione di idrogeno pulito su scala gigawatt, nonché la produzione di acciaio a basso tenore di carbonio e circolare, cemento e prodotti chimici di base.

AGGIORNAMENTO DELLE NORME UE

La Commissione Ue prevede già di rivedere la legislazione europea il prossimo anno per sostenere un obiettivo più ambizioso di riduzione delle emissioni 2030 del 50-55% al ​​di sotto dei livelli del 1990 e la strategia finale sull’idrogeno influenzerà tali proposte.
Bruxelles sta pensando infatti che i progetti di idrogeno e le infrastrutture di energia elettrica debbano essere ammissibili al progetto strategico Ue di status di interesse comune, dando loro accesso ai finanziamenti europei e autorizzazioni semplificate.

INFRASTRUTTURE

Anche le infrastrutture legate all’idrogeno sono un elemento chiave del progetto di strategia, in particolare il fatto che i costi di trasporto sono molto elevati rispetto ai costi di produzione. La bozza individua una “probabile prima fase” di riqualificazione delle infrastrutture del gas naturale per creare sistemi locali per rifornire l’industria, collegati a una rete “backbone” di idrogeno dedicata.
Dovrebbe inoltre esistere una strategia specifica per soddisfare la domanda del settore dei trasporti attraverso una rete di stazioni di rifornimento per veicoli pesanti, tra cui il collegamento di reti elettriche e del gas per le opzioni energia-gas.

COMMERCIO INTERNAZIONALE

La bozza di strategia comprende infine anche misure per aiutare l’Ue a sviluppare la propria capacità di produzione di idrogeno verde, ma esamina anche il potenziale delle importazioni. Suggerisce di incoraggiare gli attuali paesi fornitori dell’Ue di combustibili fossili a passare gradualmente alla fornitura di idrogeno verde. E indica in particolare di aver collaborato al riguardo con Algeria, Egitto, Marocco, Norvegia e Ucraina, ma non menziona la Russia, che è il principale fornitore di gas dell’Ue. Infine, rileva che il passaggio all’idrogeno potrebbe influire sulle relazioni con i paesi con gasdotti verso l’Ue o contratti di fornitura di Gnl a lungo termine.

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