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Il Dpfp traccia la road map per la transizione verde: la doppia sfida del PNRR e del Piano Mattei

Scendono le emissioni di CO2, ma il consumo di suolo tocca un nuovo record. I dati del BES, allegati al Documento di finanza pubblica, svelano le luci e le ombre della svolta ecologica del Paese.

Investimenti massicci per accelerare sulle rinnovabili, la centralità della sicurezza energetica attraverso il Piano Mattei per l’Africa, e un quadro di riforme per affrontare le sfide climatiche, dal rischio idrogeologico alla qualità dell’aria. È questa la strategia per la transizione verde e la protezione dell’ambiente delineata dal governo nel Documento Programmatico di Finanza Pubblica 2025 (DPFP), il testo chiave per la programmazione economica del Paese presentato al Parlamento. Il documento, che sostituisce la vecchia Nota di aggiornamento al DEF, traccia una road map dettagliata che poggia sui fondi del PNRR e su una nuova visione geopolitica dell’energia.

PNRR E PIANO MATTEI: I MOTORI DELLA SVOLTA ENERGETICA

Al centro della strategia energetica nazionale ci sono due pilastri fondamentali. Da un lato, l’attuazione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) e del capitolo dedicato RePowerEU, che prevedono la semplificazione delle procedure autorizzative per le energie rinnovabili e la realizzazione di infrastrutture strategiche. Dall’altro, il Piano Mattei per l’Africa, che consolida la sua operatività con l’obiettivo di rafforzare la collaborazione con il continente africano su sei direttrici strategiche, a partire dall’energia. Il DPFP conferma che nel 2025 sono stati approvati interventi a supporto del Piano Mattei per oltre 485 milioni di euro, destinati a progetti prioritari in infrastrutture, energia e agricoltura.

RINNOVABILI, IDROGENO E NUCLEARE: LA STRATEGIA SULLA PRODUZIONE

Per accelerare la produzione da fonti pulite, il documento illustra i recenti progressi, come l’aggiornamento del decreto FER-X Transitorio e la pubblicazione da parte del GSE della Piattaforma delle aree idonee, strumento digitale a supporto delle Regioni. Ma lo sguardo è proiettato anche al futuro: il testo evidenzia l’avvio del percorso legislativo per disciplinare settori strategici per la decarbonizzazione come il Carbon Capture Storage (CCS) e l’idrogeno. Sul fronte nucleare, il documento non fa riferimento a piani per la costruzione di nuove centrali in Italia, ma cita, nel contesto del nuovo patto commerciale “Patto di Turnberry” con gli Stati Uniti, l’impegno dell’Unione Europea a importare entro il 2028 anche “tecnologia nucleare” statunitense.

LUCI E OMBRE DAL BES: EMISSIONI GIÙ, CONSUMO DI SUOLO RECORD

A fare da cartina di tornasole dello stato della transizione ecologica sono gli Indicatori di Benessere Equo e Sostenibile (BES), allegati al DPFP. Dal rapporto emerge un quadro a due facce. La buona notizia è la riduzione delle emissioni di CO2 e altri gas climalteranti, che scendono a 6,7 tonnellate equivalenti pro capite, con una previsione di ulteriore calo a 6,3 milioni di tonnellate entro il 2028. A sostegno di questa tendenza, nel corso del 2025 sono stati emessi quasi 13,3 miliardi di BTP Green. La nota dolente, però, riguarda il consumo di suolo, che nel 2024 segna il valore più elevato dal 2016, con un incremento dello 0,37%. Una tendenza crescente che, come sottolinea il documento, vede valori particolarmente elevati nelle fasce costiere e nelle aree urbane.

AMBIENTE E TERRITORIO: LA SFIDA CONTRO RISCHIO IDROGEOLOGICO E INQUINAMENTO

Il DPFP ribadisce l’impegno sul fronte della tutela del territorio. Viene segnalato il raggiungimento dell’obiettivo PNRR relativo al sistema integrato di monitoraggio (SIM) dei rischi idrogeologici, che ora copre il 100% del territorio delle regioni meridionali. Si evidenziano inoltre i progressi per il ripristino dei fondali e degli habitat marini e per la modernizzazione della gestione dei rifiuti. Resta però aperto il complesso contenzioso con la Commissione Europea sulla qualità dell’aria: il documento cita l’approvazione del Piano di Azione Nazionale (PANQUA) per accelerarne la risoluzione, con risorse per circa 2,4 miliardi destinate principalmente a settori come agricoltura, trasporti e riscaldamento civile.

LA DIFESA AL CENTRO DELLA SICUREZZA ENERGETICA

In un quadro geopolitico mutato, la sicurezza energetica si lega indissolubilmente alla capacità di difesa. Il DPFP recepisce i nuovi e ambiziosi obiettivi fissati in ambito NATO, che prevedono di portare la spesa per la difesa al 5% del PIL entro il 2035. Per rafforzare l’industria della difesa europea, il governo ha espresso interesse a ricorrere ai prestiti del nuovo fondo europeo Security Action For Europe (SAFE). Secondo una dotazione provvisoria definita dalla Commissione Europea, all’Italia potrebbero essere assegnati 14,9 miliardi di euro. Il governo chiarisce che l’incremento delle spese per la difesa non dovrà realizzarsi riducendo voci di spesa come il sostegno alle famiglie e la sanità.

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