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Il Paese dei veti. Quando la politica sblocca, la magistratura blocca

Tutte le ultime novità su Tap nell’articolo di Annarita Digiorgio

I carabinieri del Nucleo operativo ecologico di Lecce, Roma, Milano e Padova, e del comando provinciale della città pugliese, hanno eseguito un decreto di perquisizione e sequestro emesso dal procuratore capo della Repubblica di Lecce, Leonardo Leone De Castris e dal sostituto procuratore Valeria Farina Valaori.

Le perquisizioni sono state operate presso le sedi legali, operative, uffici e cantieri della società Tap a Roma, Lecce e Melendugno, mentre a Villafranca padovana, in provincia di Padova, è stata perquisita la sede del laboratorio di analisi ‘Sgs Italia Spa’ che è il centro di analisi utilizzato dalla multinazionale per le indagini ambientali su vari cantieri dell’opera.

Al termine di questa prima fase investigativa, risultano indagati, con l’accusa di carico abusivo di sostanze pericolose l’ex rappresentante legale di Tap, Clara Risso; il country manager per l’Italia Michele Mario Elia, e il project director per l’Italia Gabriele Paolo Lanza.

Durante i blitz dei militari, è stata rinvenuta e posta sotto sequestro una corposa mole di documenti e dati a partire dal mese di novembre dello scorso anno, ora al vaglio dell’Arma. Le informazioni, registrate anche su supporti informatici, sono quelle relative ai campionamenti eseguiti sulle false acquifere sottostanti il cantiere di San Basilio. Un punto in cui, stando alle indagini eseguite dal Noe leccese, coordinato dal maggiore Dario Campanella e da Arpa Puglia, è stato riscontrato un superamento della soglia di contaminazione da parte di alcune sostanze, tra le quali il cromo esavalente. Tutti gli atti a disposizione degli uomini del Noe, sin dalle prossime ore saranno consegnati ai magistrati del capoluogo salentino, per la successiva analisi.

Proprio ieri il Tar laziale, confermando il blocco del cantiere di San Basilio, aveva chiesto ad Arpa Puglia una relazione sugli accertamenti già effettuati in merito alla soglia di contaminazione.

L’indagine è partita a seguito di un esposto presentato in Procura dai tecnici del Comune di Melendugno, in occasione della prima Conferenza dei servizi in Provincia, sul tema dei superamenti dei metalli pesanti nella falda. A cui il sindaco di Melendugno aveva risposto il 24 luglio con un’ordinanza sindacale per bloccare lavori ed emungimento delle acque dal cantiere di San Basilio. Che restano bloccati almeno fino al prossimo 5 dicembre data del rinvio al tar.

L’ipotesi di reato é scarico abusivo contenente elementi inquinanti. Secondo le indagini condotte dal Noe e dall’Arpa Puglia, è stato riscontrato il superamento della concentrazione della soglia di contaminazione (Csc) di alcuni parametri tra cui il cromo esavalente.

Negli scorsi mesi avevano riscontrato il superamento della concentrazione di soglia di contaminazione di diversi metalli pesanti, tra i quali il cromo esavalente, stando alle analisi dello scorso luglio svolte da Arpa, era presente con un valore di 2,8 volte superiore ai limiti. Tap aveva risposto che i superamenti degli inquinanti si erano “riscontrati anche prima dell’inizio dei lavori” e confermato che “tutti i materiali utilizzati in cantiere” erano “conformi alle normative vigenti”.

In particolare, si ipotizza che a causare il temuto inquinamento possa essere stato il cemento adoperato per costruire il pozzo di spinta nel quale sarà calata la “talpa”. Si tratta del mezzo meccanico che dovrà costruire il microtunnel verso il mare (15 metri sotto la spiaggia e 20 sotto i fondali), parte essenziale del gasdotto.

Proseguono invece i lavori nell’unico cantiere sbloccato dalle inchieste, ma zona rossa con 68 metri di new jersey militarizzata per le proteste che non si placano dei No Tap: quello di Masseria del Capitano. Nell’area del terminale di ricezione si sta installando la protezione di sicurezza e realizzando le strade di cantiere. In mare, invece, una nave sta posando il palancolato, la paratia che deve proteggere l’habitat marino dai lavori per il microtunnel.

Come proseguono i lavori in Albania. Tap è completo ormai all’80 percento. Manca l’approdo.
Il governo 5 stelle lo aveva sbloccato. La magistratura lo riblocca.

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