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Cambiamenti Climatico

Il virus cinese mette paura al petrolio e ai mercati

Goldman Sachs ha affermato che se imitasse l’ultimo shock di approvvigionamento indotto da virus, il mercato petrolifero potrebbe vedere un calo di 260.000 barili al giorno

Danneggia la respirazione, provoca estrema stanchezza e febbri. Uccide. E oltre a ciò, sta mantenendo bassi i prezzi del petrolio minacciando di soffocare la domanda petrolifera in uno dei mercati petroliferi più grandi del mondo, quello cinese. Il Coronavirus della Sars potrebbe preannunciarsi come una delle più grandi nemesi del mercato petrolifero mondiale nel 2020 proprio a causa della sua contagiosità.

LA PAURA DOMINA

Per capirlo, scrive OilPrice.com, basta vedere come ci si sta comportando: “La paura domina la giornata e il risultato è che le persone smetteranno di viaggiare”. E “anche la paura che le persone possano smettere di viaggiare è sufficiente per provocare una crisi economica. Che si tratti di catturare il virus o meno è irrilevante dal punto di vista economico: la semplice percezione che sia una possibilità crea increspature nell’economia mondiale quando le persone cambiano i modelli di viaggio, acquisto e commercio”.

L’OSSESSIONE CINA PER IL MERCATO PETROLIFERO

Non solo. “I mercati petroliferi sono ossessionati dalla Cina, in particolare dalla domanda cinese di petrolio – ricorda OilPrice -. La domanda di petrolio è stata in prima linea in tutte le mosse dei prezzi nel corso del 2019. Il pensiero di una domanda attenuata da parte del secondo maggiore consumatore di petrolio al mondo supera anche il rischio geopolitico, interruzioni della produzione di petrolio tangibili come gli attacchi alle strutture petrolifere saudite di Aramco a settembre e l’attuale stop di forniture della Libia di oltre 1 milione di barili al giorno”.

“Si potrebbe considerare il consumo di petrolio della Cina, a 13,5 milioni di barili nel 2018 , molto inferiore a quello degli Stati Uniti, che hanno consumato 20,5 milioni di barili nello stesso anno. Quindi, perché tutta questa confusione?”, si domanda OilPrice. Semplice: “È la crescita della domanda di petrolio che sposta i prezzi e la crescita della domanda di petrolio della Cina (e anche quella dell’India) è di gran lunga maggiore di quella degli Stati Uniti. In effetti, la domanda di petrolio della Cina è cresciuta ad un tasso annuo del 5,5%, mentre la domanda di petrolio degli Stati Uniti è cresciuta dello 0,5%. E la maggior parte di ciò che la Cina usa e importa influenza il mercato”.

BRUSCO CALO DEI PREZZI

I primi effetti si sono registrati ieri, come evidenzia Mf-Milano Finanza: “I timori che l’epidemia cinese possa portare a un rallentamento dell’economa globale, e quindi a un calo della domanda di petrolio, ha fatto segnare una brusca flessione al prezzo del greggio, con il Wti che è sceso del 3,15% a 54,95 dollari al barile mentre il Brent, il benchmark di riferimento europeo, è scivolato a 61,43 dollari (-2,8%)”.

Non è tutto. “Il sentiment degli investitori si sta indebolendo perché il ‘coronavirus in Cina si sta rivelando peggiore del previsto’, afferma Peter Garnry, responsabile della strategia azionaria di Saxo Bank. A suo parere ‘il mercato sta faticosamente cercando di valutare l’impatto economico dell’epidemia’”.

QUESTO È CIÒ CHE MUOVE I MERCATI

“Neanche l’Opec con la sua abilità nel taglio della produzione di petrolio può eclissare le notizie negative sul rallentamento della crescita della domanda cinese – ha aggiunto Oilprice -. E di tutte le minacce all’industria petrolifera che la gente si poteva aspettare nel 2020, nessuno aveva previsto il virus”. “Contro questo impatto percepito e reale della domanda, l’Opec sarà per lo più impotente, anche con la perdita di milioni di barili al giorno in Libia e la sovrapproduzione dell’Arabia Saudita”.

LA STORIA SI RIPETE – O PEGGIO

“Il SARS CoV potrebbe avere lo stesso effetto sul mercato petrolifero dell’epidemia di SARS nel 2002, che ha visto il prezzo del petrolio scendere del 20% – ha aggiunto Oilprice -. Goldman Sachs ha affermato che se imitasse l’ultimo shock di approvvigionamento indotto da virus, il mercato petrolifero potrebbe vedere un calo di 260.000 barili al giorno nel mercato globale della domanda di petrolio, di cui 170.000 bpd sarebbero sotto forma di carburante per jet.
Questa perdita, ha predetto Goldman all’inizio di questa settimana, potrebbe far calare i prezzi del petrolio di 2,90 dollari al barile, ma i prezzi del petrolio sono già scesi di oltre 4,50 dollari al barile solo negli ultimi giorni (…). E questo nonostante le gravi interruzioni della produzione di petrolio in Libia”.

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