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Leviathan

Come e perché Egitto e Israele brindano all’intesa sul gas

Si profila un nuovo corso per i rapporti tra i due Paesi dopo le tensioni degli anni precedenti. L’articolo sull’accordo che lega Israele ed Egitto

Via libera al patto sul gas tra Israele ed Egitto. La Israel Delek Drilling con il suo partner statunitense Noble Energy e la società egiziana Dolphinus Holdings Ltd hanno infatti firmato due accordi del valore di 15 miliardi di dollari per esportare gas israeliano dei giacimenti di Leviathan e Tamar per 64 miliardi di metri cubi in 10 anni. Il gas verrà fornito all’Egitto quando saranno state create le infrastrutture adeguate per garantire il suo passaggio nel paese arabo.

ACCORDO DI PORTATA STORICA

Ma nel frattempo è evidente la portata storica dell’intesa, salutata con particolare favore dal premier israeliano Benjamin Netanyahu: “Garantirà miliardi allo Stato che ne beneficerà assicurando educazione, salute e benessere sociale ai cittadini. Questo è un giorno gioioso”, ha sottolineato Netanyahu in un video secondo quanto riferisce il sito Jerusalem online. “Questo è un giorno storico – ha dichiarato il Ceo di Delek Drilling, Yossi Abu -. Le operazioni di esportazione si basano sull’Egitto come centro energetico regionale che consentirà la fornitura di gas sia al mercato nazionale egiziano sia agli impianti di esportazione, garantendo lo sviluppo di entrambe le economie”. Secondo il ministro israeliano dell’Energia Yuval Steinitz, gli accordi rafforzeranno i legami bilaterali tra Gerusalemme e Il Cairo: “Questa è la prima volta dalla firma dei trattati di pace in Medio Oriente che sono stati firmati importanti accordi sulle esportazioni tra i paesi”, ha ammesso il ministro.

PER GLI EGIZIANI LE CONTROVERSIE IN SOSPESO DOVREBBERO RISOLVERSI

Entusiastici in commenti anche da parte egiziana con il ministro del petrolio Tarek El Molla che ha sottolineato al canale televisivo egiziano privato ON E come tutte le controversie in sospeso dovrebbero essere risolte grazie l’accordo, secondo quanto riferisce Reuters. Molla si riferisce in particolare alla disputa in corso tra i due paesi a causa di una decisione del 2015 della Camera di commercio internazionale che ha ordinato all’Egitto di pagare 2 miliardi di dollari di risarcimento per un gasdotto crollato nel 2012 a causa di mesi di attacchi da parte degli insorti nella penisola del Sinai in Egitto, frutto di un precedente accordo per l’esportazione di gas in Israele.

IL PROBLEMA DI COME EFFETTUARE LE FORNITURE

Il giacimento Leviathan è situato a circa 130 chilometri a ovest di Haifa, ed è stato scoperto nel dicembre 2010 e dovrebbe iniziare a produrre entro la fine del 2019. Le esportazioni da Tamar sono iniziate nel 2013, e dovrebbero proseguire per rifornire l’Egitto, secondo i termini dell’accordo, tra la seconda metà del 2020 e la fine del 2021. Proprio la scorsa settimana l’Egitto ha modificato i propri regolamenti interni per consentire ai gruppi privati di importare gas. Le due aziende non hanno specificato quanto cominceranno le prime forniture, a causa del fatto che va risolto innanzitutto il problema legato al metodo di consegna. Una delle opzioni sul tavolo, ha ammesso la Delek, secondo quanto riferisce sempre Reuters, è quella di utilizzare il gasdotto costruito da East Mediterranean Gas (EMG) per inviare gas nella direzione opposta e poi distrutto dagli insorti in Sinai. Un’altra opzione sarebbe quella di utilizzare una pipeline appositamente costruita come parte di un accordo separato per vendere gas prodotto da Leviathan alla Giordania.

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