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Petrolio E Gas

Investitori criticano Ue su combustibili fossili

Secondo l’eurodeputato Paul Tang l’esclusione del petrolio dalla definizione di combustibili fossili apre la porta al greenwashingL’esclusione del petrolio dalla definizione di combustibili fossili apre la porta al greenwashing. È quanto sostiene il Financial Times che in un articolo dà conto delle critiche che investitori, politici e attivisti hanno lanciato contro quella che definiscono una esclusione “ridicola” del petrolio e del gas dalla definizione di combustibili fossili da parte delle autorità di regolamentazione dell’Ue, sostenendo che porterà i gestori patrimoniali a sottovalutare i loro rischi ambientali.

RISCHIO GREENWASHING

Secondo le proposte Ue, prosegue Ft, “le autorità responsabili dei mercati bancari, assicurativi e dei valori mobiliari definiscono i combustibili fossili come applicabili solo alle fonti energetiche ‘solide’ come il carbone e la lignite. Ciò significa che gli asset manager e gli altri gruppi finanziari dovrebbero seguire requisiti di divulgazione più severi per le partecipazioni nei produttori di carbone rispetto all’esposizione delle compagnie petrolifere e del gas. L’enorme aumento di popolarità degli investimenti ambientali, sociali e di governance nell’ultimo decennio ha spinto le autorità di regolamentazione ad adottare misure per fronteggiare il rischio del greenwashing. Le ultime proposte dell’Ue rappresentano un significativo indebolimento delle ambiziose regole di divulgazione sostenibile, che mirano a fornire agli investitori finali informazioni chiare sui rischi ESG dei loro fondi”.

SI RISCHIA DI MINARE L’IMPEGNO UE

“Ma i critici sostengono che esse rischiano anche di minare l’impegno dell’Ue a diventare leader mondiale nella finanza sostenibile, una priorità chiave in quanto cerca di legare la ripresa del coronavirus alla creazione di un’economia più verde – si legge ancora su Ft -. Sébastien ThevouxChabuel, analista ESG di Comgest, ha detto che fare una distinzione tra combustibili fossili liquidi e solidi è ‘abbastanza ridicola’ e non ‘rifletterebbe bene’ sul settore dei fondi. Paul Tang, uno degli eurodeputati che ha redatto la legge originale, ha detto che le proposte andavano contro l’obiettivo delle regole di fornire informazioni di facile comprensione agli investitori. Ha aggiunto: ‘Escludere il petrolio dalla definizione di combustibili fossili è tutto fuorché semplice. E’ destinata a confondere il mercato e ad aprire la porta al greenwashing’.

COSA DICONO GLI ANALISTI

“L’Autorità Europea per i Titoli e i Mercati, uno dei tre rami degli organi di vigilanza finanziaria dell’Ue, ha detto che i gestori patrimoniali non sono completamente esenti dall’obbligo di rivelare le loro partecipazioni nel petrolio. (…) Tuttavia, i manager saranno soggetti a maggiori obblighi di divulgazione per le loro partecipazioni nel settore del carbone. (…) Questo stabilisce che i combustibili fossili solidi non possono mai essere considerati “verdi”. (…)Rick Stathers, analista senior ESG presso Aviva Investors, ha detto: “Mentre alcuni combustibili fossili hanno un ruolo da svolgere nella transizione verso un’economia netta a zero emissioni di carbonio, altri gas serra o combustione”. Durante la transizione verso l’energia pulita, gli investitori “vorranno conoscere la loro esposizione a tutti i combustibili fossili, in modo da poter comprendere il rischio di carbonio nei loro portafogli e come esso contribuisca al cambiamento climatico”, ha precisato Stathers”.

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