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rinnovabili

La Camera ‘punta’ sul nucleare: al via indagine conoscitiva

L’iniziativa di Luca Squeri (FI) servirà per capire costi, benefici e tecnologie legate al nucleare

Un’indagine conoscitiva sul nucleare per approfondire le tecnologie, i costi, le potenzialità industriali e tutto ciò che è legato a un possibile riavvio di questa fonte di energia in Italia. Il via libera ufficiale è arrivato ieri dalle Commissione Ambiente e Attività produttive della Camera.

SQUERI (FI): BENE AVVIO INDAGINE CONOSCITIVA PER QUADRO SENZA PREGIUDIZI

“Le Commissioni Ambiente e Attività Produttive della Camera hanno deliberato un’indagine conoscitiva sul nucleare. Grazie a questa iniziativa, che nasce da una mia richiesta – ha detto in una nota il deputato e responsabile del Dipartimento energia di Forza Italia, Luca Squeri-, sarà possibile approfondire le caratteristiche della tecnologia nucleare, partendo dai costi, dai benefici e dalle potenzialità industriali, nonché il ruolo strategico del nucleare ai fini dell’obiettivo della decarbonizzazione. In questo si potrà avere un quadro completo e ragionato su questa fonte, finalmente scevro da quelle pulsioni ideologiche e quei pregiudizi che per troppi anni hanno condizionato il dibattito sul nucleare”.

DALLA RINASCITA IN ITALIA 45 MILIARDI DI IMPATTO ECONOMICO E 500MILA POSTI DI LAVORO ENTRO IL 2050

Ma che impatto avrebbe in nucleare sul nostro paese? A fare i conti ci ha pensato uno studio pubblicato da Ey: “L’energia nucleare è sul punto di una rinascita” dal quale emerge che tra effetti diretti e indiretti, si generebbero 45 miliardi di euro di benefici economici con oltre mezzo milione di posti di lavori entro il 2050 e 52 mila a stretto giro. Ciò senza dimenticare il ruolo che questa fonte rivestirebbe a livello di decarbonizzazione e programmabilità, in connessione con le rinnovabili.

 PRESENTE IN 32 PAESI NEL MONDO

Attualmente l’energia nucleare è presente in 32 Paesi con una capacità totale di 413 GW: grazie ad essa è possibile evitare che 1,5 gigatonnellate (Gt) di emissioni globali finiscano in atmosfera, riducendo la domanda mondiale di gas di 180 miliardi di metri cubi, sempre secondo la ricerca Ey.

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