La crisi del Mar Rosso inizia ad impattare in maniera tangibile sulle case automobilistiche. L’anno prossimo rischia di essere più povero per i produttori di automobili. Ecco perché
La crisi del Mar Rosso si è ormai estesa anche al mondo automotive. I profitti delle cause automobilistiche saranno più bassi rispetto alle ultime stime a causa delle tensioni e dell’aumento dei costi lungo la catena di approvvigionamento, messa a dura prova dagli attacchi degli Houthi.
LE CASE AUTOMOBILISTICHE SI FERMANO
Blocco temporaneo della produzione, ritardi nelle consegne e aumenti dei prezzi dei veicoli elettrici. Sono i tre problemi principali che le case automobilistiche si trovano ad affrontare a causa della crisi del Mar Rosso.
Tesla sarà costretta a fermare per due settimane la produzione della fabbrica tedesca a causa dei ritardi nella spedizione dei componenti delle vetture. Lo stesso destino toccherà a Volvocar, che arresterà per tre giorni le attività del suo stabilimento belga.
Ma tali ritardi “possono rappresentare un nuovo rischio per la produzione di veicoli leggeri quest’anno”, secondo Morgan Stanley.
Tuttavia, la maggior parte degli analisti stima che l’industria non avrà gli stessi problemi avuti ai tempi del Covid- 19.
Gli attacchi degli Houthi nel Mar Rosso, snodo dove passa oltre il 12% del commercio marittimo globale, avrà un impatto tangibile anche sui consumatori. Infatti, i rivenditori britannici Tesco Plc, Marks & Spencer Group Plc e Next Plc hanno lanciato l’allarme per il rischio di un aumento dei prezzi.
MAR ROSSO, I PRODUTTORI DI AUTOMOBILI GUADAGNERANNO MENO?
La crisi del Mar Rosso fa sorgere dubbi riguardo i guadagni dei produttori di automobili.
Attualmente, circa 2.300 navi stanno facendo lunghe deviazioni per evitare potenziali attacchi degli Hiouthi. Questo sta provocando un aumento dei tempi di transito verso l’Europa, che fa lievitare le fatture e i costi di assicurazione. Per questa ragione, diversi analisti stanno ripensando le stime riguardo i guadagni delle aziende nel prossimo anno.
Come se non bastasse, l’inflazione potrebbe aumentare se la situazione conflittuale non si risolverà, secondo diversi banchieri.
Negli ultimi tre mesi, le previsioni sono state riviste in calo del 5%, secondo i dati di Bloomberg. Gli unici a guadagnarci sono gli spedizionieri, che vedranno profitti più alti del 7% rispetto alle stime di due settimane fa, secondo MSCI Europe. Infatti, i tassi di noleggio dei container sono in aumento del 300% su alcune rotte.