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L’agrivoltaico è un’opportunità: la posizione di Patuanelli e degli stakeholder

Patuanelli: Non sono così certo che si torni ai costi dell’energia pre-aumento, dobbiamo puntare sul risparmio

“La complessità che affrontiamo oggi è calare nelle aziende” la produzione di energia elettrica da rinnovabili. “La realtà aziendale è molto diversa e frammentata, ci sono poche grandi aziende e molte piccole aziende ognuna con prodotti e realtà produttive diverse. Gestire questo con un impianto normativo unico è quindi molto complicato”. Lo ha detto il ministro delle Politiche agricole Stefano Patuanelli concludendo questa mattina nella sala Zuccari di Palazzo Giustiniani il convegno sull’Agrivoltaico “sfide ed opportunità” organizzato dalla senatrice M5s Gisella Naturale. “Un dovere da parte di tutti e una necessità anche per superare la crisi energetica di questo periodo”, ha detto in apertura Naturale. “Non nascondo di essere stata scettica sull’agrivoltaico ma bisogna essere aperti e bisogna dare parola a chi è del settore e studia, sempre con un occhio alle frodi”.

AGRIVOLTAICO UN’OPPORTUNITA’

Proseguendo, il ministro ha sottolineato che l’agrivoltaico “è oggettivamente un’opportunità” e “la nostra capacità dev’essere dare certezze e esserci un’integrazione o non una sostituzione”. “il rischio è che più che una diversificazione di reddito che consenta al settore primario di essere più produttivo ci sia una sostituzione di reddito”.

IL MINISTRO: NON SONO CERTO SI TORNI AI LIVELLI DI PREZZO ENERGETICI PRE-AUMENTO

“Non sono così certo che si torni ai costi dell’energia pre-aumento. Negli alberghi esiste una tesserina per staccare la luce quando si esce, perché l’elettricità costa. Il vero focus va fatto sul risparmio energetico e credo ci sia una tensione tale che ci porta a dire che l’energia non tornerà più ai prezzi molto bassi di una volta”, ha ammesso il ministro. “Credo che quindi questo sia il momento giusto per fare degli investimenti”, ha aggiunto Patuanelli sottolineando che l’agricoltura “deve dare un contributo alla produzione di energia attraverso diversi strumenti” di cui il fotovoltaico “è uno ma va messo a sistema”, ha concluso.

AMADUCCI: ECCO BENEFICI E LIMITI DELL’AGRIVOLTAICO

Stefano Amaducci, Università Cattolica Sacro Cuore dopo aver illustrato le definizioni di agrivoltaico e le varie tipologie esistenti di impianti, ha evidenziato alcune tematiche della ricerca presentata in occasione dell’incontro. “I benefici e i limiti sono legati all’uso acqua e all’ombreggiamento del suolo”, ha evidenziato Amaducci spiegando come questi impianti consentano un efficiente uso dell’acqua e del suolo che hanno anche un effetto sinergico delle coltivazioni sul fotovoltaico garantendo anche una diversificazione del reddito agrario e benefici risvolti dal punto di vista ambientale e sociale. “In futuro occorre una ottimizzazione della progettazione e gestione degli impianti”, ha poi concluso aggiungendo che occorre particolare attenzione nella gestione delle scelte agronomiche (colture e irrigazioni), nell’individuazione e nel calcolo di specifici indicatori chiave di processo e nella valutazione di aspetti specifici di interazione tra produzione agricola e fotovoltaica.

PAPILI: I TERRENI NON SONO TUTTI UGUALI

Roberta Papili, Responsabile Clima ed Energia Confagricoltura ha inquadrato il tema dal punto di vista giuridico anche all’interno del Pnrr e delle opportunità di implementazione degli impianti fotovoltaici in ambito agricolo: “Il tema è avere una intensificazione sostenibile” “tutelare la produttività” perché “i terreni non sono tutti uguali” e “ci aspettiamo di poter fare delle osservazioni al decreto”. Secondo Papili infatti le leve per il settore devono mettere al centro l’agricoltore-produttore di energia e dare priorità agli impianti a scala aziendale, garantire le condizioni di accesso (no extraprofitti/spalmaincentivi), evitare modelli rigidi di agrivoltaico, semplificare l’accesso agli incentivi per i piccoli investimenti aziendali, definire un incentivo pubblico coerente e congruo, superare i vincoli del regime di aiuti di stato per il settore agricolo, disciplinare l’Agrovoltaico nella Pac e definire entro breve un quadro complessivo del fotovoltaico nel settore agroforestale senza lasciare indietro nessuno.

DI SIMINE: RISCHIO CHE CONDIZIONI PER INVESTIMENTI SIANO FAVOREVOLI AD AZIENDE DI PIANURA

Per Damiano Di Simine, responsabile scientifico Legambiente “se vogliamo raggiungere gli obiettivi del Fit for 55 al 2030 dobbiamo stimare installare 70 mila ettari di aree attrezzate a fotovoltaico un dato non trascurabile, circa lo 0,6% della superficie agricola utilizzata” ma “va detto che nell’ultimo decennio l’agricoltura si è giocata 300 mila ettari di suolo. Quindi dobbiamo capire se possiamo permettercelo”. “L’opportunità dell’agrivoltaico deve essere governata affinché agisca in direzione contraria all’abbandono del presidio agricolo del territorio e a supporto della redditività delle piccole aziende agricole” anche se c’è il rischio, ha concluso “che le condizioni per intercettare l’investimento agrivoltaico siano più favorevoli per le aziende di pianura e di grande superficie”.

COLONNA: PUO’ CONTRIBUIRE A DIMIMUNIRE I COSTI DI UN’AZIENDA

Nicola Colonna, Divisione Biotecnologie e Agroindustria Enea si è soffermato invece sui consumi elettrici delle aziende agricole sottolineando che l’autoconsumo in agricoltura è pari al 15% e solo in 5 regioni si raggiunge o si supera il 20’% per cui l’installazione di fotovoltaico “può contribuire a diminuire i costi energetici dell’azienda se aumenta la quota di autoconsumo”.

DELFANTI: ESISTE IL TENTATIVI DI FARE UN’INDUSTRIA NAZIONALE

“In Italia esiste una filiera di ricerca tecnologica e un mercato per gli impianti fotovoltaici” ha precisato Maurizio Delfanti amministratore delegato di RSE. “Esiste un tentativo di avere un’industria nazionale” e quindi “la discussione sull’agrivoltaico avrà un impatto sull’industria nazionale” ma “quando ci si trova di fronte a una tecnologia nuova servono parametri misurabili per qualificare i sistemi ai fini di supporto e incentivazione pubblica”, ha puntualizzato.

ROSSI: AGRIVOLTAICO PUO’ CONSENTIRE CONVIVENZA TRA AGRICOLTURA E PRODUZIONE DI ENERGIA SOSTENIBILE

Per Nicola Rossi di Enel Green Power il paese “ha bisogno di promuovere lo sviluppo rinnovabile in varie forma tra cui il fotovoltaico anche su aree agricole, per il raggiungimento degli obiettivi di decarbonizzazione”. I numeri “dimostrano che lo sviluppo di nuova capacità rinnovabile per raggiungere gli obiettivi di decarbonizzazione e transizione energetica del paese al 2030 non rappresenta una criticità in termini di uso del suolo” con un’occupazione potenziale pari alllo 0,3% dell’intero territorio e lo 0,6% se rapportato al terreno agricolo. “L’agrivoltaico può consentire la convivenza tra agricoltura e produzione di energia sostenibile e può rappresentare una fonte integrativa di reddito per gli agricoltori consentendo di supportare attività spesso altrimenti a rischio”. Rossi ha sottolineato che l’utilizzo dei modelli agrivoltaici standard e sopra-elevato sono entrambi virtuosi ma vanno entrambi “contemplati nelle linee guida e nelle norma sulla definizione di agrivoltaico”.

GIROTTO: ARERA FACCIA USCIRE LA CONSULTAZIONE PUBBLICA SULLE COMUNITA’ ENERGETICHE

In conclusione è intervenuto Pietro Girotto presidente della Commissione Industria del Senato confermando l’appoggio di M5s alla tecnologia agrivoltaica: “Un domani vedo l’Africa una delle potenziali acquirenti di questa tecnologia. A casa nostra il Parlamento deve proseguire con la definizione delle aree idonee che ci servono come il pane – ha ammesso Girotto -. Da questo punto di vista ho sentito richiamare più volte le comunità energetiche come strumento ulteriore. Arera deve far uscire la consultazione pubblica prodromica al decreto attuativo e la sollecito ancora una volta”.

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