Arriva il dato catastrofico sulla chiusura dei quattro giacimenti nel sud della Libia.
Lo stato con capitale Tripoli ha perso almeno 350 mila barili al giorno per via della recente chiusura di quattro giacimenti petroliferi situati a sud-ovest del paese. Il dato, comunicato martedì dal ministro del petrolio e del gas Muhammed Oun va riferito soltanto a due singole giornate
Come scrive il portale Libya Observer, la National Oil Corp., di proprietà statale, aveva annunciato la sospensione della produzione di petrolio dai giacimenti petroliferi di Sharara, El Feel, Wafa e Hamada.
I RESPONSABILI
La Petroleum Facilities Guard (PFG) – una forza paramilitare destinata a proteggere gli impianti energetici – si è dichiarata responsabile per la chiusura dei giacimenti petroliferi al fine di richiedere l’accreditamento militare e la costruzione di una nuova strada.
Il ministro del petrolio e del gas libico, Oun, ha poi rivelato che il suo ministero aveva contattato il PFG per risolvere la questione, ricevendo però la richiesta insistita di dare priorità ai punti sollecitati.
Secondo fonti del Libya Observer, poi, la vera ragione dietro il blocco produttivo starebbe nella decisione del capo del NOC di licenziare il manager della Akakus Oil Operations Company per via della medesima provenienza regionale
LO SCENARIO
Il ministro del petrolio, chiude il portale libico, ha ordinato al consiglio di amministrazione delle società Akakus, Sirte e Mellitah di continuare il loro lavoro e seguire le corrette procedure legali e amministrative per risolvere le controversie e i problemi esistenti al fine di garantire la produzione di petrolio.