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Bollette Luce E Gas

Lo stoccaggio di gas Ue è in salute ma si rischia un nuovo conto salato nel 2023

Al momento, secondo i dati di Gas Infrastructure Europe (GIE), gli stoccaggi sono al 64%. Gli analisti prevedono un ulteriore calo a circa il 55% entro la fine della stagione di riscaldamento ufficiale, il 31 marzo.

L’inverno, salvo improvvisi colpi di coda, può dirsi ormai alle spalle e con esso il rischio paventato la scorsa estate di possibili problemi alle forniture di gas per l’Europa dopo l’avvio del conflitto tra Russia e Ucraina e il conseguente stop alle forniture da Mosca.

Grazie al meteo particolarmente mite, l’Europa registra stoccaggi gas vicini ai livelli record per il periodo ma deve prepararsi, suo malgrado, a guardare già al prossimo inverno ricostituendo le riserve gas sul mercato internazionale.

DOPO IL PICCO DI PREZZI AD AGOSTO 2022, SITUAZIONE ATTORNO AI 50 EURO

gasDopo aver subito un’impennata senza precedenti dei prezzi – con il picco registrato il 26 agosto a oltre 338 euro al MWh, al momento i prezzi del gas si aggirano attorno ai 50 euro al MWh, comunque superiori alle medie storiche. Si tratta di una brutta notizia per le tasche già provate dei governi del Vecchio Continente, che dovranno comunque affrontare un altri conto salato per riempire gli stoccaggi.

UN CONTO COMUNQUE SALATO, SI DOVRA’ RIPETERE QUANTO FATTO NEL 2022

Per scongiurare la volatilità del mercato e proteggersi da eventuali carenze, dovranno ripetere l’operazione ogni anno fino a quando il continente non avrà sviluppato un’alternativa più duratura al gas dei gasdotti russi da cui è dipeso per decenni.

SITUAZIONE MENO TESA MA NON ABBASSARE LA GUARDIA

Secondo gli analisti e i manager delle imprese di settore, le quantità già stoccate saranno d’aiuto per il prossimo inverno, così come l’aumento della produzione nucleare francese dopo una manutenzione insolitamente lunga e travagliata. Insomma la situazione del mercato del gas non dovrebbe essere tesa come lo è stata nella seconda metà del 2022 e non dovrebbero ripetersi impennate record dei prezzi ma in ogni caso bisogna tenere alta la guardia.

ACQUISTO DI GAS ESTIVO COSTERÀ 2-2,5 VOLTE DI PIÙ RISPETTO AL PERIODO PRE-CRISI

Secondo Jacob Mandel, analista senior di Aurora Energy Research, “il riempimento dello stoccaggio non sarà così costoso come lo è stato l’anno scorso”, ha detto a Reuters ma le aziende che si affidano a forniture spot per riempire gli stoccaggi, invece di coprirsi contro i futuri aumenti di prezzo, rischieranno di pagare costi simili a quelli dell’estate scorsa. Mandel ha stimato che l’acquisto di gas nei mesi estivi costerà “2-2,5 volte di più su base unitaria rispetto al periodo pre-crisi”.

NEL 2022 DALLA RUSSIA 62 MLD DI MC DI GAS IL 60% IN MENOgas

Quello che è certo è che i prezzi dei contratti a lungo termine della Russia, non pubblici, sono sicuramente molto più convenienti del tasso di mercato spot, secondo fonti di settore.

In totale, l’anno scorso le importazioni europee di gas russo via gasdotto sono state pari a 62 miliardi di metri cubi, il 60% in meno rispetto alla media dei cinque anni precedenti, secondo i dati della Commissione europea.

Quest’anno, le forniture russe all’Ue dovrebbero scendere a 25 miliardi di metri cubi, supponendo che i flussi attraverso il gasdotto TurkStream e attraverso l’Ucraina siano in linea con i volumi del dicembre 2022, secondo le previsioni dell’Agenzia Internazionale dell’Energia (Aie).

GNL ORA, RINNOVABILI PER IL FUTURO

Anche se riempiti fino all’orlo, gli stoccaggi europei sono capaci di contenere circa 100 mld di mc e possono soddisfare solo un quarto della domanda europea. L’Italia ad esempio ha circa 16 mld di mc di riserve, comprensive anche dello stoccaggio strategico.

Il think-tank Bruegel, che fornisce analisi ai responsabili politici dell’UE, aveva chiesto di porre un freno alla domanda del 13% quest’estate, rispetto all’accordo Ue dello scorso anno per una riduzione volontaria del 15%. Un suggerimento non rispettato anche per via del calo dei prezzi che ha di fatto ridotto l’incentivo ad evitare il combustibile. Oltre al clima mite, uno dei motivi che ha consentito di ridurre l’uso del gas è stato quindi l’aumento dell’uso del carbone, più economico, anche se negativo per le emissioni di carbonio.

UNA MANO DAL NUCLEARE FRANCESE

nucleareCarbone che però sta portando con se un aumento dei prezzi che sta a sua volta rendendo a sua volta il gas, di nuovo competitivo anche rispetto a carburanti alternativi per le aziende. Un altro aiuto generale all’Europa potrebbe arrivare dall’aumento della produzione nucleare francese visto che la produzione salirà a circa 310 Terwattora (TWh) dai 280 TWh dell’anno scorso dovuto a una serie di manutenzioni agli impianti. Anche se gli analisti avvertono che alla fine, essendo il totale ancora inferiore alla media quinquennale, il guadagno sarà eroso dalle perdite altrove, in particolare in Germania.

Gli analisti del settore sostengono inoltre che alla fine la soluzione alla carenza di gas dovrà essere una maggiore quantità di energia rinnovabile, dato che l’Ue cerca di raggiungere l’obiettivo di zero emissioni nette di gas serra entro il 2050 e che la crisi energetica accelererà i progressi.

Fino ad allora, anche gli stoccaggi pieni non sono una garanzia, ha dichiarato Helge Haugane, responsabile del trading di gas ed energia di Equinor, il maggiore fornitore di gas in Europa sempre su Reuters. Finché le forniture globali rimarranno limitate, ha detto, il mercato sarà molto vulnerabile a eventuali interruzioni o “eventi atmosferici”.

SI STIMANO STOCCAGGI AL 55% A FINE MARZO

Dopo uno sforzo poderoso da parte dell’Ue quest’inverno, gli stoccaggi di gas avevano registrato un risultato del 96% lo scorso novembre. Al momento, secondo i dati di Gas Infrastructure Europe (GIE), sono scesi al 64%. Gli analisti prevedono un ulteriore calo a circa il 55% entro la fine della stagione di riscaldamento ufficiale, il 31 marzo.

All’inizio di questo mese, l’Aie in un report aveva fissato il divario tra domanda e offerta a 40 miliardi di metri cubi quest’anno, rispetto alla precedente stima di 57 miliardi di metri cubi. L’efficienza energetica e la rapida diffusione delle energie rinnovabili e delle pompe di calore, suggeriva l’agenzai, avrebbero potuto contribuire a colmare 37 miliardi di metri cubi di questo divario nel 2023, pur mettendo in guardia da una “gamma insolitamente ampia di incertezze e fattori di rischio esogeni”.

I RISCHI ESOGENI: DOMANDA CINA E STOP TOTALE ALLA RUSSIA

Tra questi, il possibile blocco totale del gas russo attraverso i gasdotti che ancora riforniscono l’Europa e una ripresa della domanda in Cina dopo il blocco che potrebbe aumentare la concorrenza sul mercato internazionale del GNL, rendendo più difficile per l’Europa acquistarlo.

L’Aie ha dichiarato che le importazioni europee di Gnl potrebbero fornire 11 miliardi di metri cubi in più a 140 miliardi di metri cubi quest’anno, oltre a 55 miliardi di metri cubi in più nel 2022.

La Germania, uno dei clienti più fedeli della Russia fino all’invasione dell’Ucraina dello scorso anno, non aveva in precedenza alcuna capacità di importazione di GNL. Ora, a un ritmo record, sta mettendo in linea sei unità galleggianti di stoccaggio e rigassificazione (FSRU) entro la fine di quest’anno.

A MAGGIO IL RIGASSIFICATORE DI PIOMBINO

Anche altri Paesi europei stanno aumentando la loro capacità di GNL, tra cui il nostro paese che dovrebbe vedere il primo rigassificatore – quello di Piombino – in funzione entro maggio.

La FSRU Golar Tundra, costruita nel 2015, ha lasciato infatti il cantiere di Keppel a Singapore e presto si dirigerà in Italia per l’approdo al cantiere.

Snam’s FSRU leaves Keppel’s yard in Singapore to start Italian job

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